Verso lo villaggio di Gitanias
Cercare dovete una collina verde tutta, con in cima uno grosso albero, tanto alto e fiero che pare messo li a guardia della viva valle che sotto la collina sdraiata sta, como a prendere lo sole.
>Accanto allo guardiano, guardando verso ovest, uno fiume si può scorgere et anche uno piccolo sentiero, lo quale, con solo poco minuto di cammino, allo raggiungimento dello spondone est di codesto corso porta.
Se a codesta riva lo viaggiatore riva lo presto meriggio, da sostare uno poco tiene e spettare deve che lo stanco sole uno poco si posi sulle punte degli alti pini che sullo levante opposto stanno. Nello momento che lo luminoso sole indeciso è se stare o alla luna lo posto lasciare, nello fondo dello fiume uno ponte si può vedere, chiaro como se fuori dall’acqua stava e largo tanto che uno piccolo carro passa senza lo timore di chi lo conduce.
Allo altro lato dello fiume uno fitto bosco di pini aspetta. Nullo sentiero a suggerire la giusta direzione, ma lo viaggiatore ha da sapere che nulla importanza questa tiene, è lo bosco, infatto, che guida lo piede e, dopo una ora di cammino, comunque ti porta ad uno piccolo spiazzo, nascosto tra lo pino più alto. L’arte mia mala cosa farebbe se provasse a descrivere lo incanto dello luogo, uno posto tanto caro e bello che parea disegnato dallo disio di chi vi sosta et da pensare viene che se uno dio riposar deve, li viene a farlo.
Quando lo cielo nero tutto diventa, tra le mille stelle, uno gruppo di esse lo sguardo rapisce e codesto gruppo pare che disegni lo grugno di uno maialo con lo cappello, che una sigaretta tra lo dente tiene. Lo sigaro proprio la direzione giusta segna e se la si segue a passo veloce o lento anche, prima che lo sole sveglio sia, lo villaggio e le luci sue trovato hai.
Parva distanzia da colmare resta e se la spada nello fodero riponi et uno magno sorriso impugni, arrivato sei a Gitanias!