Un orrendo mostro (1/2)
Passeggiavo lentamente in giro per la Capitale sostenuto da un bastone che sorreggeva la
sopraggiunta vecchiaia. La fiacca stava impadronendosi del mio corpo, l’ozio era parte della
mia vita. Ad 80 anni suonati mi sentivo vecchio.
Eppure in gioventù ero stato un valoroso gnomo devoto all’arte della magia; mille mostri
avevo sconfitto, mille strade avevo percorso, mille campagne avevo veduto.
Ero li, solo, ad osservare la fontana. Molti dei passanti non mi degnavano di uno sguardo, i
valorosi giovani combattenti si prendevano giuoco di me dandomi del vecchio decrepito, del
rammollito.
Vagavo tra i miei pensieri ma all’improvviso fui distratto da qualcosa.. era qualcuno che mi
contattò mentalmente.
Un grande mago si ricordò di me, egli conosceva le mie avventure ed apprezzava la mia fama.
In pochi avevano assistito alle mie rare sconfitte, in molti si ricordavano delle mie
vittorie. Djeka, un noto e potente mago delle lande, stava assoldando un gruppo di valorosi
avventurieri per andare ad affrontare un temibilissimo mostro, un demone fantomatico che in
pochi avevano visto con i loro occhi. Djeka senza mezze misure mi chiese di far parte del suo
gruppo. Tali parole scrollarono la monotonia dal mio corpo, mi sentivo rinvigorito e senza
pensarci due volte accettai la proposta e mi diressi in Taverna dove lui mi aspettava. Il
gruppo che egli avea formato era composto da tre valorosi combattenti, Alamhir un grande
guerriero, Grymber un robusto barbaro ed Arakiel un possente sciamano. A dar manforte a
questi grandi maestri d’armi c’era Kodrac, un piccolo Bardo cantastorie che con la sua Spada
Corta ed i suoi consigli si è rivelato molto utile nel proseguio dell’avventura. Loro erano
coloro che rappresentavano il gruppo con le armi. D’altro canto, a rappresentare la magia, vi
erano Djeka, temutissimo mago e guida del gruppo, Toeke ed Osidar due vecchi saggi dotati di
grande esperienza ed Ifrit, un chierico molto giovane e dotato. Il gruppo era pronto e ben
presto ci incamminammo li dove le notizie davano il mostro rintanato. In poche ore arrivammo
li dove nessun avventuriero era mai sopravvissuto, un posto che si rivelò ben presto
Infernale, poco sicuro e per niente accogliente. A darci il benvenuto in quel lucubre posto
vi erano una marea di Demoni che giocavano con gli scheletri di esseri di li passati e subito
periti. I maestri d’Armi si dettero subito da fare affrontando i demoni con i loro colpi, i
maghi colpivano con la magia ed i chierici guarivano le ferite dei combattenti. Il gruppo era
perfetto: più tempo passava, più combattimenti venivano vinti e più il gruppo si affiatava. I
demoni erano tantissimi, pugnalavano con i loro artigli, colpivano con i loro arti,
caricavano con la loro grossa mole ma noi riuscivamo a ribattere ogni colpo e ricambiare con
gli interessi. Gli scontri furono duri, i demoni sbucavano da ogni dove, ma alla fine la
spuntammo senza subire nessuna perdita; i corpi dei demoni erano tutti accatastati al suolo
ed entrarono a far parte dell’arredamento di quella paradossale locazione senza tempo.
Nonostante non vedessimo più mostri in giro un’orrendo ruggito si propagava nelle caverne
oramai vuote. Ci incamminamo senza meta e dopo un po’ di girovagare casuale gingemmo in un
posto dove un’immensa creatura ci stava aspettando.