Tibodo’ aspirante eroe 51
Mi trovavo in quel mondo perduto, a prima vista non aveva nessun punto fisso che nei miei ricordi potessi collegare a qualcosa di conosciuto.
Intorno a me verano solo terra desolata rotta ogni tanto qua e la da crepe nel terreno oppure da vegetazione irriconoscibile per me.
La spada della vita, era perduta, caduta in quello che poteva sembrare uno specchio dacqua. In realtà quando tentati di toccarlo con la mano, non sentii altro che vuoto e nel momento in cui tirai su il mio arto, lo vidi ringiovanito e con la pelle non più grinzosa bensì giovane ed elastica.
Chissà dovera caduta quella spada, lultima cosa che ricordo di aver visto prima di svenire fu che appena risucchiata nello specchio esso aveva iniziato ad emanare un forte alone di luce rossa e arancione.
Tutto quello che stavo vedendo ed osservando in quel nuovo mondo, mi stava sempre più dando la carica per tornare nella mia realtà originaria, accresciuto nella conoscenza dei mondi ultraterreni.
Allimprovviso mi ricordai di avere con me due spade dal incontrollabile potere, la prima era la spada della morte trovata poco tempo addietro, e la seconda era la spada dargento trovata dopo un lungo perigliare nelle cripte più profonde abitate dai non morti.
Non ricordavo come ero arrivato in quel mondo senza forma e dove tutto cambiava continuamente nel suo opposto. Lunica cosa che ricordavo era che nel momento in cui le due spade si erano incrociate, mi ritrovai li.
La cosa che potevo provare a fare era quella di incrociare ancora una volta le due spade, anche se quella dargento sicuramente non possedeva i poteri di quella della vita. Prima però sentivo il bisogno di colpire molto violentemente quel lago oscuro con la spada nera e così feci.
Le acque si spaccarono in due mi ritrovai risucchiato dentro ad esse, impugnai allora la spada dargento che mi guido alla mia realtà proteggendomi dal perdermi nel vasto infinito dei mondi paralleli.
Mi risvegliai dalla fata Maryleya che mi guardava con fare curioso e quasi scocciato nel vedermi in casa sua. Purtroppo per ben poco tempo riuscii a nasconderle la mia natura malvagia e ancor di più la spada della morte.
Dopo una breve discussione, iniziò a sfidarmi e minacciarmi di morte, non sapeva che con uno schiocco di dita lavrei sterminata.
Chiamai a me un piccolo gruppetto di amici fidati tra cui blackstar e luna.
Sferrai il mio attacco, per prima cosa le levai tutta la barriera magica che possedeva ma lei rispose immediatamente con un tocco ghiacciato che mi gelò le ossa del di dentro. Allora Blackstar provò a caricarla ma quella bastarda si spostò di un po facendolo cadere. Luna vedendo il nostro amico in difficoltà, si gettò con estrema veemenza contro la fata caricandola, che nonostante avesse un animo benevolo sembrava infuriata peggio di una strega.
Poi anche io subito dopo di lei, nel mentre la fata mi colpiva con inaudita forza, sembrava un essere demoniaco, la scagliai a terra con una violentissima carica.
La fata sembrava accusare il colpo non riuscendo così più a rialzarsi.
Intanto continuavo a colpirla e ad aprire crepe nel terreno ad ogni colpo di spada argentata. Stava finalmente morendo, la sua insulsa vita era giunta al termine ed io sentivo la mia conoscenza accrescersi sempre più.
Nel momento stesso in cui le diedi il colpo di grazia, ricordai tutto quello che mi era capitato nei giorni precedenti, la ricerca della spade, il trafiggermi con esse per arrivare nel piano Divino. La delusione nel vedere di essermi perso in un altro piano e infine il mio ritorno a casa con luccisione della fata.
Tutte queste consapevolezze elevarono il mio animo a quello di aspirante eroe e sarei sicuramente riuscito a diventarlo, non appena il mio Dio Leshrac, mi avesse concesso la grazia di dimostrargli il mio valore da eroe in qualche impresa sicuramente mortale e impossibile. Ma io ormai sono pronto a tutto!
Saluti Tibodo Alto Cardinale/Immortal 51/51 Colui che cammina nella notte.