Survival (12/06/08)
Capita a volte, che per motivi a noi mortali imperscrutabili, entita’ divine si palesino ai nostri occhi e scelgano un manipolo di eroi per sottoporli a prove di coraggio, forza e astuzia. No, certo non parlo di me, sia ben chiaro. Io, giovane chierico senza fama ne gloria ero cosi’ piccolo ed insignificante al cospetto di tali guerrieri e tali maghi convocati quel giorno dal Dio dell’Onesta’, che altro non potei fare se non sporgermi dalla finestra della locanda per mirar le splendide armature ed i vessilli e le armi e le vesti finemente decorate. E ascoltare la voce del Dio rimbombare tutt’intorno per chiamare a raccolta i valorosi.
Osservai stupito e al contempo affascinato elfi, nani e giganti, razze tra cui non scorre certo buon sangue, sfilare fianco a fianco per le vie della Capitale. A guidarli, un umano. Chi egli fosse, tuttora lo ignoro. Ma mai potro’ scordare la determinazione trapelare da ogni sua movenza, la perfetta fusione di forza e agilita’ ch’egli mostrava e… la nera aura a circondare il suo cuore.
Oh si’, persino nella mia profonda inesperienza e limitata abilita’ a legger l’animo delle genti, si’, persino io potei chiaramente percepirla, sentire l’infinito male emanato da quel monaco… ed il potere che egli dominava. E tra la folla assiepata in piazza o la gente affacciata ai balconi, tra tutti noi, io ebbi la sensazione che il monaco alzasse il viso ed incrociasse il mio sguardo.Fu un istante soltanto ma qualcosa accadde in me.
Allora non compresi, ma ora so che in quel momento un seme fu piantato nella mia anima. Un seme oscuro, un anelito di saggezza, comprensione, potere. Quel seme sarebbe cresciuto, divorandomi tra le fiamme di un inestinguibile desiderio, fino a rendermi cio’ che ora sono. Ma a quel tempo, ancora ne ero ignaro ed associai il brivido che tutto mi percorse alla tensione generata dall’epocale evento.
Gli avventurieri sfilarono dunque e ben presto sparirono alla mia vista, diretti al luogo dello scontro. Delle loro gesta, solo posso narrare cio’ che a seguito appresi dai racconti di taverna che a lungo seguirono. Da par mio, li vidi apparire ore dopo, vesti strappante in piu’ punti, armature non piu’ lucenti ma bagnate di sangue ormai rappreso, ferite aperte mostrate con orgoglio alla rossa luce del sole calante. In silenzio, alla propria dimora ciascuno si volse, per rinfrancare le stanche membra dopo siffatta prova, lasciando i giovani a fantasticare sulle gesta appena compiute.
Fin dal tramonto, varie voci e dicerie gia’ circolavano tra i tavoli della Locanda dell’Unicorno e del Leone. Si parlava di mostri apparsi dal nulla, esseri grotteschi evocati dai piu’ reconditi angoli delle lande per metter alla prova gli eroi. Assassini e demoni ed orrende creature marine aveano fronteggiato il gruppo ed erano stati uno ad uno sconfitti. Ma via via un crescendo d’orrore era stato, con il gruppo ad affrontare un’oscuro, possente guerriero protetto dalle magiche arti. Poi un rettile gargantuesco, dalle possenti mandibole. Fino all’ultimo scontro, con Alzery, primo tra gli sciamani e temibilissimo avversario. Uno ad uno, gli esseri erano stati sconfitti e tutti in taverna lodavano lo spirito di gruppo e la coordinazione degli eroi chiamati a compier tale impresa.
Quanto cio’ corrisponda a verita’ non e’ compito mio deciderlo.Ma se e’ vero che il Divino stesso si ritenne soddisfatto della prova, allora dunque e’ assai probabile che tutto cio’, e forse molto altro, sia accaduto. Solo, qui io narrai di quel giorno in cui il mio mondo cambio’ ed intrapresi la via del Male.
Rukys, giovine accolito di Leshrac
Partecipanti al survival: Rhavaldor, Ryok, Karelas, Crumor, Azwen, Trisser, Ahanu, Petuel, Lyrth