Resoconto quest ‘Il Veggente di Saed’

Resoconto quest ‘Il Veggente di Saed’

Non saprei spiegare perché. D’un tratto sentii una voce, come un sussurro nella mia testa, mi diceva di recarmi nel parco reale, al centro del palazzo che sorgeva nell’isola misteriosa.
Quel posto non prometteva nulla di buono ma non potevo tirarmi indietro, ero pur sempre un Paladino, e qualunque cosa mi avesse invocato sembrava aver bisogno di aiuto.
Così seguii le istruzioni e raggiunsi il luogo indicato.
Nove tra i più forti combattenti di Clessidra erano là al mio cospetto. C’erano potenti maghi e chierici, perfino i mezzo-giganti delle terre del nord. Mi guardarono senza stupirsi della mia presenza. Evidentemene non era un caso che ci trovassimo tutti lì in quel momento, la voce doveva aver chiamato anche loro.
Nonastante le differenze che ci dividevano bastò uno sguardo per capire che dovevamo unire le forze, era tempo di agire.

Decidemmo di recarci da Poldir, il governatore doveva sicuramente essere a conoscenza di qualcosa.
Tuttavia, tornati nella capitale, non fu lui a darci le notizie che attendevamo.
Il veggente di Saed, un vecchio dall’aspetto misterioso e sognante, pareva aver avuto strane visioni negli ultimi tempi. Parlava di un grande tesoro, purtroppo un’immagine piuttosto vaga e confusa nella sua mente. Disse di aver bisogno di alcuni componenti particolari per riuscire ad indentificare con sicurezza il luogo ove si celava.
“Sangue di demone, una pozione amaranto, un oggetto in argento, un antico libro consunto per impare meglio l’incantesimo.”
Queste furono le sue parole, non certo chiare, e per di più ci concedeva soltanto un’ora per recuperare tutti gli oggeti prima di lasciare la capitale per un altro dei suoi sconfinati viaggi. Ma tant’è, da uno stregone non potevamo aspettarci certo nulla di più.

Subito ci dirigemmo a Saed, in città c’era un importante negozio di magia, avremmo sicuramente trovato qulla particolare pozione.
Di lì procedemmo verso ovest, alla volta di Sherad-Mai. Là infatti il possente Elsworth suggerì di cercare l’antico libro, senza curarsi del mio suggerimento di cercarlo nelle grotte di Kaeder, ma non potevo certo contraddirlo.. ..si sa, barbari e libri non vanno d’accordo, si sarebbe accorto solo successivamente dell’errore commesso.
Ci recammo poi verso le caverne dei demoni che si celano sotto il villaggio degli Hawk, a nord est. Il sangue del signore dell’ombra Nosferatu, avrebbe sicuramente fatto al caso nostro. La battaglia fu furibonda, decine di demoni ci assalivano da ogni lato e infine, lui, Nosferatu, cadde anch’esso sotto i nostri colpi feroci.
Mancava soltanto un oggetto d’argento, ma fu semplice procurarsi un pugnale degli Elfi che abitano le foreste a ovest.

Tutto finito dunque?
Purtroppo no, consegnammo i componenti al veggente ma.. il libro pareva non essere quello adatto. Intanto il tempo scorreva inesorabile e dovevamo agire in fretta se volevamo che tutto finisse per il meglio.
Partimmo finalmente verso le grotte di Kaeder, una leggenda narrava infatti che in quei luoghi un arcano scritto avesse provocato un tempo una terribile tragedia. Sicuramente doveva racchiudere una grande magia, dovevamo averlo.
I problemi però non sembravano finire. I cunicoli erano troppo stretti e percorrerli tutti assieme avrebbe soltanto creato altre difficoltà. Così Elsworth si offrì di scendere nelle oscure caverne insieme a Haransum e Alaymar. Mille e più spaventose creature popolavano quei luoghi, e non certo senza grande fatica riuscirono a giungere al termine, procurandosi l’antico libro, e subito ci radunammo tutti presso il veggente.

“Vedo dei vasi sono disposti ordinatamente su due file ai lati della stanza.”
“Vedo una bara finemente lavorata e impreziosita.”
“Vedo un essere che custodisce il tesoro.”

Con queste parole ci indicò il luogo del tesoro, ma dove cercare? Bisognava tentare.
Dapprima ci recammo alle tombe nascoste sotto la capitale, ma non trovammo nulla se non qualche spettro di anime in pena.
Ahimè vi erano centinaia di sepolcri simili a quello descritto dal vecchio visionario. Quand’ecco che Elsworth ebbe un’idea, aveva sentito parlare di una grande sepoltura nascosta nelle caverne di Wulak, a sud. Il suo sesto senso non poteva sbagliare, aveva fiutato qualcosa.
L’accoglienza stavolta fu meno pacifica: guardie goblin e scheletri ci ostacolavano la strada, e vennero spazzati via uno dopo l’altro. Così giunti al sepolcro non restava che affrontare il custode.
Lo scontro fu terribile, lo spettro era protetto infatti da una grande magia che sembrava ignorare le semplici armi umane. Solo le potenti armi divine o i feroci fendenti dei barbari sembravano scalfirlo.
Ma infine, sopraffatto dai colpi, si dileguò. Il tesoro era nostro.
Non restava che brindare alla memorabile impresa.

Hartenas, il paladino.

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