(Resoconto Quest di Clan 1) L’untore di Pestilenza
Ormai da tempo sospettavamo sempre più lavvento di qualche strana pestilenza che avrebbe decimato la popolazione innocente. Ciò non era male se non fosse stato che i caduti,
morivano indifferentemente dal loro credo e dalla loro razza. Per questo motivo, nel qual caso vi fossero state delle avvisaglie, sarebbe stato anche compito degli mdo risolvere un tale problema. Purtroppo la malattia era più vicina di quanto pensavamo e si manifestò con larrivo in piazza di un uomo malato.
Subito si formarono diversi gruppi, divisi per clan di appartenenza, gli mdo erano guidati da thantreth, leggendario bardo che già in precedenza aveva sacrificato la sua vita per la salvezza dei seguaci del male. Arctis, barbaro dalle mille furie, Lyros, saggio diabolico dedito al male, Conzar, giovane monaco allievo di Bowen, maestro del disordine e infine Nammarl, giovane templare irruento dalla potenza indiscussa, seguivano tutti il bardo nella speranza di riuscire a risolvere questa nuova pericolosa avventura. In contemporanea si formò
anche un gruppo composto esclusivamente da individui dediti al bene e alla venerazione di una Dea nemica del male. Questo gruppo era capitanato da jaariz, la guida degli unicorni alati nostri rivali in molteplici battaglie. Tra le sue fila contava Nethel, un guardiano forza della natura, Zeramos, astuto e veloce guerriero, Pharen la monaca dal saio corto, Garjia saggetta dai molteplici poteri ed infine Barrion e Mirmydia due potenti chierici dalla fede solida. Luomo malato lamentava dolori alle giunture e aveva spasmi di tosse che mai avevo udito in cedente, doveva trattarsi di una bruttissima malattia. Nel frattempo un altro piccolo gruppetto formato
esclusivamente da appartenenti al clan dellOrdine del tempo, si formò. Si trattava di Grymber, barbaro violento, Alymas saggio dalle infinite magie versatili, Rakhnar mago che viveva
più nelloblio che nel equilibrio ed infine colui che era il duce di quel gruppo, Phage guerriero dal coraggio illimitato. Luomo malato ci raccontò che un giorno vide un oscuro individuo aggirarsi nelle parti della fontana del suo villaggio, e che il giorno dopo il bestiame era morto mentre la popolazione iniziò ad ammalarsi misteriosamente della stessa malattia che aveva colpito luomo che ci stava innanzi. La popolazione del suo villaggio però non aveva bevuto lacqua di conseguenza si doveva trattare di una violenta epidemia! La malattia si manifestava facendo gonfiare tutte le giunture del malcapitato, per poi espandersi a tutto il resto del corpo. Gli odt iniziarono a distanziarsi dalluomo malato per paure di essere contagiati, ma quello invece era sceso in Capitale proprio per cercare un rimedio alla sua malattia rimedio che
secondo lui, Sorigon il vescovo del culto del tempo, avrebbe potuto trovare. Ci chiese di accompagnarlo dal prete in modo da esporgli il problema e Grymber senza pensarci su due volte e, questa volta non temendo la malattia, gli disse subito che lo avrebbe portato ove il chierico dimorava. Fu così che percorse un paio di vie della città, ci trovammo nella chiesa dove Sorigon celebrava le sue messe e luomo malato potè quindi raccontargli laccaduto.
Sorigon, per conto suo, disse di aver già conosciuto quella malattia e quindi un po ci tranquillizzammo. Difatti se laveva già conosciuta ed era ancora vivo, il rimedio doveve per forza esistere almeno così pensai tra me e me. Il prete ci disse che si trattava dellantica piaga delluntore di pestilenza, ed io rammentai che in passato vi era un mio parente che studiava su come diffondere le malattie in giro per le terre, ma credevo che si trattasse di sola leggenda. Sorigon disse però che non era solo leggenda e difatti luntore in passato aveva
quasi sterminato interamente la popolazione di Clessidra grazie a questo male. Fu solo grazie ai chierici di Aerk, al tempo molto potenti, che la malattia fu debellata salvando le diverse razze. Il prete però disse anche che in momenti di estremo pericolo di diffusione delle malattie, in certi luoghi dove la natura è ancora incontaminata, nascono alcuni fiori dalla potenza magica estrema. Questi fiori sono capaci di curare ogni malattia esistente se vengono trovati ed inoltre se mescolati tra loro consentono di individuare luntore e di
combatterlo in campo aperto. Decidemmo così che ogni gruppo sarebbe partito alla ricerca di questi fiori, Sorigon ci disse che tre di questi fiori li aveva già e che guardando il primo fiore avremmo avuto indicazione sul luogo dove risiedevano gli altri. Mi feci avanti e così come per me, Sorigon diede un fiore anche a Jaariz ed uno Phage. Il chierico ci disse di fare attenzione, poichè i fiori sono magici non sarebbe stato facile riconoscerli, per cui dovevamo invocare
laiuto divino per riuscire a vedere dove si celavano i fiori dopo aver raggiunto il luogo suggerito. Guardai il primo fiore e subito limmagine di un maestoso cancello si formò nella mia mente sapevo abbastanza esattamente dove si trovava quel luogo essendoci passato infinte volte sotto alle sue arcate. Ci dirigemmo allisola misteriosa dove spiriti e demoni dimorano in eterno. Invocai laiuto degli Dei ed ecco che vidi senza problemi il secondo fiore sperso in mezzo ad un cespuglio. Lo guardai e unaltra immagine si formò nella mia mente purtroppo lindicazione non mi aiutava, sapevo di averlo già incontrato quel luogo ma non riuscivo a
focalizzarlo e stessa cosa valeva per gli altri membro del mio gruppo. Così decidemmo di visitare tutti i luoghi dove occulto e meschinità spadroneggiavano, affrontammo mostri e spiriti, diavoli e demoni, umani e non morti senza tuttavia trovare alcun indizio. Fu così che dopo molto tempo Sorigon richiamò a se tutti i gruppi dicendoci che era riuscito ad avere più indizi sui fiori in nostro possesso. Ci disse che il luogo che cercavamo si trovava in un porto vicino ad una lurida taverna, ci dirigemmo così senza perder altro tempo nella città nuova sulla strada del porto verso il covo di un temibile furfante. Il furfante già lo
avevamo stanato qualche ora prima ma purtroppo non ci eravamo soffermati a studiare più attentamente un luogo dove il fiore avrebbe potuto crescere. Lo trovammo in un buio e umido cunicolo quando vedemmo che sotto alcuni sassi si celava un rivolo di acqua fresca. Studiando il fiore unaltra immagine si formò nella mia testa, e mostrava un recinto di destrieri. Il luogo mi era molto conosciuto, visto che da giovane lo frequentavo spesso per rubare le cavalcatura ai briganti. Invocai laiuto divino e vedi un altro fiore magico che cresceva proprio sotto al recinto in mezzo allo sterco di cavallo. Un po schizzinoso ordinai a nammarl di raccoglierlo il quale scivolando cadde in mezzo alla stalla. Esaminò il fiore e vidi che il suo sguardo era come inebetito dal buio più assoluto. Capii al volo di che luogo si trattasse così con un portale arrivammo da saur il drago dombra. Lyros lo uccise senza troppi problemi e quindi avemmo via libera per cercare lultimo fiore nel buio più assoluto. Lultimo fiore
ci indicava di tornare da Sorigon, purtroppo fummo anticipati da un nonnulla dal gruppo degli ua, che consegnarono i vegetali magici prima di noi. Il gruppo degli odt invece non si vedeva ancora, per cui sorigon ci ringraziò e disse di riposarci nel tempo che ci voleva per preparare la pozione.
morivano indifferentemente dal loro credo e dalla loro razza. Per questo motivo, nel qual caso vi fossero state delle avvisaglie, sarebbe stato anche compito degli mdo risolvere un tale problema. Purtroppo la malattia era più vicina di quanto pensavamo e si manifestò con larrivo in piazza di un uomo malato.
Subito si formarono diversi gruppi, divisi per clan di appartenenza, gli mdo erano guidati da thantreth, leggendario bardo che già in precedenza aveva sacrificato la sua vita per la salvezza dei seguaci del male. Arctis, barbaro dalle mille furie, Lyros, saggio diabolico dedito al male, Conzar, giovane monaco allievo di Bowen, maestro del disordine e infine Nammarl, giovane templare irruento dalla potenza indiscussa, seguivano tutti il bardo nella speranza di riuscire a risolvere questa nuova pericolosa avventura. In contemporanea si formò
anche un gruppo composto esclusivamente da individui dediti al bene e alla venerazione di una Dea nemica del male. Questo gruppo era capitanato da jaariz, la guida degli unicorni alati nostri rivali in molteplici battaglie. Tra le sue fila contava Nethel, un guardiano forza della natura, Zeramos, astuto e veloce guerriero, Pharen la monaca dal saio corto, Garjia saggetta dai molteplici poteri ed infine Barrion e Mirmydia due potenti chierici dalla fede solida. Luomo malato lamentava dolori alle giunture e aveva spasmi di tosse che mai avevo udito in cedente, doveva trattarsi di una bruttissima malattia. Nel frattempo un altro piccolo gruppetto formato
esclusivamente da appartenenti al clan dellOrdine del tempo, si formò. Si trattava di Grymber, barbaro violento, Alymas saggio dalle infinite magie versatili, Rakhnar mago che viveva
più nelloblio che nel equilibrio ed infine colui che era il duce di quel gruppo, Phage guerriero dal coraggio illimitato. Luomo malato ci raccontò che un giorno vide un oscuro individuo aggirarsi nelle parti della fontana del suo villaggio, e che il giorno dopo il bestiame era morto mentre la popolazione iniziò ad ammalarsi misteriosamente della stessa malattia che aveva colpito luomo che ci stava innanzi. La popolazione del suo villaggio però non aveva bevuto lacqua di conseguenza si doveva trattare di una violenta epidemia! La malattia si manifestava facendo gonfiare tutte le giunture del malcapitato, per poi espandersi a tutto il resto del corpo. Gli odt iniziarono a distanziarsi dalluomo malato per paure di essere contagiati, ma quello invece era sceso in Capitale proprio per cercare un rimedio alla sua malattia rimedio che
secondo lui, Sorigon il vescovo del culto del tempo, avrebbe potuto trovare. Ci chiese di accompagnarlo dal prete in modo da esporgli il problema e Grymber senza pensarci su due volte e, questa volta non temendo la malattia, gli disse subito che lo avrebbe portato ove il chierico dimorava. Fu così che percorse un paio di vie della città, ci trovammo nella chiesa dove Sorigon celebrava le sue messe e luomo malato potè quindi raccontargli laccaduto.
Sorigon, per conto suo, disse di aver già conosciuto quella malattia e quindi un po ci tranquillizzammo. Difatti se laveva già conosciuta ed era ancora vivo, il rimedio doveve per forza esistere almeno così pensai tra me e me. Il prete ci disse che si trattava dellantica piaga delluntore di pestilenza, ed io rammentai che in passato vi era un mio parente che studiava su come diffondere le malattie in giro per le terre, ma credevo che si trattasse di sola leggenda. Sorigon disse però che non era solo leggenda e difatti luntore in passato aveva
quasi sterminato interamente la popolazione di Clessidra grazie a questo male. Fu solo grazie ai chierici di Aerk, al tempo molto potenti, che la malattia fu debellata salvando le diverse razze. Il prete però disse anche che in momenti di estremo pericolo di diffusione delle malattie, in certi luoghi dove la natura è ancora incontaminata, nascono alcuni fiori dalla potenza magica estrema. Questi fiori sono capaci di curare ogni malattia esistente se vengono trovati ed inoltre se mescolati tra loro consentono di individuare luntore e di
combatterlo in campo aperto. Decidemmo così che ogni gruppo sarebbe partito alla ricerca di questi fiori, Sorigon ci disse che tre di questi fiori li aveva già e che guardando il primo fiore avremmo avuto indicazione sul luogo dove risiedevano gli altri. Mi feci avanti e così come per me, Sorigon diede un fiore anche a Jaariz ed uno Phage. Il chierico ci disse di fare attenzione, poichè i fiori sono magici non sarebbe stato facile riconoscerli, per cui dovevamo invocare
laiuto divino per riuscire a vedere dove si celavano i fiori dopo aver raggiunto il luogo suggerito. Guardai il primo fiore e subito limmagine di un maestoso cancello si formò nella mia mente sapevo abbastanza esattamente dove si trovava quel luogo essendoci passato infinte volte sotto alle sue arcate. Ci dirigemmo allisola misteriosa dove spiriti e demoni dimorano in eterno. Invocai laiuto degli Dei ed ecco che vidi senza problemi il secondo fiore sperso in mezzo ad un cespuglio. Lo guardai e unaltra immagine si formò nella mia mente purtroppo lindicazione non mi aiutava, sapevo di averlo già incontrato quel luogo ma non riuscivo a
focalizzarlo e stessa cosa valeva per gli altri membro del mio gruppo. Così decidemmo di visitare tutti i luoghi dove occulto e meschinità spadroneggiavano, affrontammo mostri e spiriti, diavoli e demoni, umani e non morti senza tuttavia trovare alcun indizio. Fu così che dopo molto tempo Sorigon richiamò a se tutti i gruppi dicendoci che era riuscito ad avere più indizi sui fiori in nostro possesso. Ci disse che il luogo che cercavamo si trovava in un porto vicino ad una lurida taverna, ci dirigemmo così senza perder altro tempo nella città nuova sulla strada del porto verso il covo di un temibile furfante. Il furfante già lo
avevamo stanato qualche ora prima ma purtroppo non ci eravamo soffermati a studiare più attentamente un luogo dove il fiore avrebbe potuto crescere. Lo trovammo in un buio e umido cunicolo quando vedemmo che sotto alcuni sassi si celava un rivolo di acqua fresca. Studiando il fiore unaltra immagine si formò nella mia testa, e mostrava un recinto di destrieri. Il luogo mi era molto conosciuto, visto che da giovane lo frequentavo spesso per rubare le cavalcatura ai briganti. Invocai laiuto divino e vedi un altro fiore magico che cresceva proprio sotto al recinto in mezzo allo sterco di cavallo. Un po schizzinoso ordinai a nammarl di raccoglierlo il quale scivolando cadde in mezzo alla stalla. Esaminò il fiore e vidi che il suo sguardo era come inebetito dal buio più assoluto. Capii al volo di che luogo si trattasse così con un portale arrivammo da saur il drago dombra. Lyros lo uccise senza troppi problemi e quindi avemmo via libera per cercare lultimo fiore nel buio più assoluto. Lultimo fiore
ci indicava di tornare da Sorigon, purtroppo fummo anticipati da un nonnulla dal gruppo degli ua, che consegnarono i vegetali magici prima di noi. Il gruppo degli odt invece non si vedeva ancora, per cui sorigon ci ringraziò e disse di riposarci nel tempo che ci voleva per preparare la pozione.