Quest: Sharvol e la sua anima dannata
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Parte I: La Condanna
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Cammino soddisfatto per le vie della Capitale. Ho appena lanciato dalla bacheca, li’, sotto gli occhi di tutti, l’ennesimo gesto di sfida al divino Raxy. Per troppo tempo ha minacciato invano, promettendo atroci punizioni per l’impudenza con cui l’affronto. Devo costringerlo ad agire, umiliare lui e la sua schiera di infimi servitori del Bene! Questa volta, ne son certo, reagira’ con violenza ai miei insulti, devo stare molto attento. Cosi’ medito, raggiungendo la piazza centrale. All’improvviso un urlo scuote le lande e una voce rimbomba nella mia testa:
‘Hai osato troppo, Sharvol!’
Dunque ha letto, penso. Sorrido tra me e me, lo scontro s’avvicina. Mi guardo rapidamente attorno: nulla pare minacciarmi ma e’ meglio dirigersi in un luogo sicuro. Poi, squarciando i lembi del tempo e dello spazio, Urquant il monaco mi appare davanti, avvolto in un’aura divina. Ancora lui! L’eterno rivale. Pronuncio secche alcune parole e la magia viene in mio aiuto. Ma e’ troppo tardi, i possenti colpi del monaco cadono su di me in una pioggia furiosa. Con la coda dell’occhio m’accorgo che Klefeth, Demone dell’Oscurita’ Profonda, e’ al mio fianco, ma invano cerca d’aiutarmi. Un calcio del monaco mi colpisce al fianco incrinandomi le costole, poi un pugno mi prende in pieno viso e scivolo nell’oblio…
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Mi desto di scatto mentre l’urlo d’agonia del Tiranno Oscuro dilaga per le lande. Indosso i miei indumenti ed io, Rukas, Servo della Bestia, votato a Leshrac, scendo in strada. Urquant dalla piazza ancora lancia grida di vittoria. Sto per lanciarmi contro di lui per farlo a brandelli quando l’odiata voce del divino risuona in ogni luogo:
‘Per punizione divina Sharvol non tornera’ su questa terra. Sezionero’ invece il suo corpo in 6 parti e spargero’ le membra mutilate per le lande. Solo ricongiungendo il corpo la sua resurrezione potra’ avere luogo. Se qualche avventuriero e’ cosi’ pazzo da provarci, sappia che sangue e lacrime dovranno venir versate perche’ il rito si compia’
Non ho tempo per sistemare Urquant, mi volto e corro ad avvertire gli altri Messaggeri dell’Oscurita’ dell’accaduto.
Ed eccoci al cospetto del divino, un manipolo di combattenti pronti a tutto. Al mio fianco l’immenso Kleg pare impaziente di gettarsi nella mischia e fende l’aria con un grosso ramo, un fuscello nelle sue mani. Ecco Crumor, tra i piu’ crudeli nani che mai hanno calcato le lande. E le ombre piu’ fitte celano Lui, altro Tiranno, il potente Oryama, anch’egli presta le sue arti alla ricerca delle membra di Sharvol. Quattro servi del Male, decisi a sfidare la sorte.
Poi, inaspettatamente, altri avventurieri, nomi e facce noti fra le genti di Clessidra, si presentano al cospetto del divino Raxy: Balazs, Galewan e Mormallhor, rozzi giganti armati di tutto punto, poi Kelagan e Sheylah, agili elfi esperti in magia e combattimento, e infine Deloriel, guerriero di lunga fama. Li fisso uno per uno, interrogandomi sui motivi che li spingono ad unirsi a noi. Sete di gloria? Di ricompense? O altro… Son incerto, alcuni di loro potrebbero rivelarsi un problema. Lancio un’occhiata al Tiranno Oryama, che annuisce appena. Comprendo le sue ragioni: la nostra forza da sola potrebbe non rivelarsi sufficiente. Li useremo quindi, pronti a disfarci delle mele marce al primo segno di ribellione. Torno a concentrarmi sul divino Raxy, avvolto in una candida aura luminosa, e un fiotto di odio m’assale ma mi costringo a rimanere calmo, immobile. Siamo pronti, in spasmodica attesa di un suo cenno. Ed ecco, egli pronuncia un’arcana parola, ed un’impalpabile sfera compare fra le mani di Kleg.
‘Se davvero volete salvare il vostro Tiranno, pregate gli Dei, tutti voi!’
Chino il capo e rivolgo la mia preghiera a Leshrac, mio Signore,implorando che guidi i miei passi e la mia mano, che la fiamma del suo Odio arda in me. Mi sento svenire, apro gli occhi e mi ritrovo in un’altra stanza, ma e’ strano, le pareti mutano davanti ai miei occhi scompaiono e riappaiono, creando paesaggi a tratti familiari, a tratti ignoti, e figure note o indecifrabili. Un luogo certo non appartenente al piano terreno. Attorno a me gli altri nove compagni d’avventura. La sfera pulsa per qualche attimo ancora fra le mani di Kleg, poi si spegne. La voce di Raxy risuona tutt’intorno, non rivolgendosi pero’ a noi servi del Male, ma agli altri componenti del gruppo
‘Non verrete premiati per le vostre gesta. Ne’ compirete atto glorioso. Vi offro dunque la possibilita’ di tornare indietro. Ora’
Rifletto. Che sia assalito dai miei stessi dubbi e cerchi di spingerli a rivelare le loro intenzioni? In ogni caso, sta facendo il mio gioco. Sorrido soddisfatto scrutando i loro volti ed uno di loro infatti si tradisce
‘Mai aiuterei un servo del Male’
sbotta Deloriel, ma subito si zittisce, accorgendosi d’aver detto troppo. E dunque perche’ ci ti unisci a noi?, penso, i tuoi secondi fini son gia’ stati svelati. Cio’ che invece vien dagli altri e’ solo una cacofonia di frasi senza senso
‘E’ un valoroso avversario’,
‘Liberandolo dimostreremo nei fatti il nostro valore’,
‘Aiuto chiunque ne abbia bisogno’,
…
Sono davvero cosi’ stupidi, mi chiedo, o semplicemente son piu’ accorti del grosso guerriero tirapiedi di Raxy? Persino il divino non pare soddisfatto
‘Pagherete caro il fio di cotal tracotanza!’
urla rabbioso e cosi’ dicendo batte le mani per sei volte. Una nebbia innaturale ci circonda. Attorno a noi son sei portali. Scruto in ciascuno di essi ma la fitta nebbia m’ostacola la visuale ed intravedo paesaggi che non riconosco. Sangue e lacrime verranno versati, aveva detto il divino, e questi varchi la’ ci condurrano, a compiere il nostro destino.
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Parte II: L’Espiazione
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Prime sfide
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Vedo Kleg fissare intensamente una direzione.
‘C’e’ una spiaggia piena di sassi’ dice.
Mi rammenta qualcosa… non faccio pero’ in tempo a riflettere che con foga il mezzogigante si getta nel portale. Lo inseguo velocemente, seguito dal resto del gruppo. Un attimo dopo mi guardo attorno: ma certo, terra di driadi e ninfe! Conosco bene questi luoghi. Un brivido m’attraversa il corpo, ora so chi dovremo affrontare, il suo malevolo tanfo appesta l’aria attorno.
‘Seguitemi!’
urlo imperioso e proseguo lungo la spiaggia lasciandomela poi alle spalle, mi muovo svelto fra i boschi rigogliosi ed attraverso le acque fin su, su… Qualche driade ostile prova a fermarci, ma soccombe velocemente sotto i nostri colpi ed il suolo si tinge del loro sangue. Guido i compagni fino ad una ben nota caverna. L’aria e’ irrespirabile, vapori malsani si levano in spire tutt’intorno a noi: e’ dimora di Aarinas’das, il temibile drago verde! Gli stretti cunicoli ci impediscono di proseguire uniti, dovremo dividere il gruppo, pochi di noi si getteranno nella mischia. Ma chi? Discutiamo in fretta, a bassa voce per non avvertire il drago della nostra presenza. Deloriel esprime con forza la sua idea:
‘sottomettiamolo con pura forza bruta! Che i quattro barbari lo attacchino assistiti dai chierici’
Tse’, penso sprezzante, e tu rimarrai qui a pregare nel nostro fallimento, vero? Che eroe! Ma ammetto che l’idea e’ buona e con lui indietro sarei nondimeno piu’ al sicuro da possibili tradimenti. Siamo tutti d’accordo e ci prepariamo. Galewan guidera’ il gruppo cercando di prendere il drago di sorpresa. E’ il momento! Attraversiamo di corsa la caverna fino a giungere al suo cospetto e… ci attendeva! Artiglia Galewan con forza lacerandogli le carni, poi inarca la schiena e soffia. Per un attimo non vedo nulla, son avvolto da una verde nuvola. Il respiro mi si blocca, credo di soffocare… poi la magia viene in mio aiuto e riprendo e concentro le mie arti sul barbaro che mena possenti fendenti, incurante degli attacchi dell’avversario, e cosi’ fa Kelagan. Kleg, Balazs e Mormallohor sono ciechi di rabbia e mulinano vorticosamente le spade aprendo profonde ferite nel corpo del drago. Lo scontro pare non finire mai… finche’ all’improvviso Balazs pianta la sua spada nel costato di Aarinas’das, e le viscere foriescono in un’ondata copiosa. L’immenso corpo crolla a terra con un rantolo di morte, un tremendo boato che scuote la caverna.
Kleg s’avvicina al corpo. Affianco ai resti martoriati del possente drago, un piccolo braccio giace putrefatto dai vermi. La rabbia m’assale. Il corpo del Tiranno, cosi’ profanato! Ma dobbiamo proseguire! Ricomponiamo il gruppo, e ancora la sfera sacra brilla fra le mani di Kleg. Quale la prossima destinazione?
Ora e’ Galewan a decidere: pare riconoscere un boschetto d’abeti e si dirige verso di esso, varcando il portale con fare sicuro. E noi tutti, dietro. Siamo su un sentiero che si fa piu’ scuro mano a mano che procediamo, fino a congiungersi ad un’antica strada. Ed ora? Chi custodisce in questo luogo maledetto le membra di Sharvol? Forse il signore della cittadella, condannato dagli Dei ad un eterno tormento a causa della sua impudenza? Sarebbe una macabra coincidenza…
Seguiamo dunque la strada, fino ad una citta’ fantasma, e da li’ fin dentro uno spettrale palazzo. I pochi essere che osano frapporsi tra noi e la nostra meta vengono rapidamente messi a tacere. Il portone e’ di fronte a noi. Dall’altro lato Keldon, il Cavaliere della Morte sconta la sua perenne condanna. Egli avverte il nostro arrivo e ci sfida sfrontatamente. Sorrido: non sara’ un temibile avversario per questo gruppo. Ci organizziamo in fretta e varchiamo la soglia della sala del trono. Una pioggia di fiamme avvolge la stanza mentre la magia difende il Cavaliere dai nostri attacchi, urla disumane lacerano l’aria e anime dannate appaiono dal nulla per soccorrere il loro signore, ma lo scontro e’ presto concluso con Galewan a sferrare il colpo mortale. Ma ahime’, delle agognate membra, nemmeno l’ombra. Dove possiamo dunque cercare? Tremo al solo pensiero: che esse siano in possesso del Signore delle Ombre? Non abbiamo altra scelta se non quella di affrontarlo temo.
Avvolti in foschi pensieri di morte, ci lasciamo la cittadella alle spalle, diretti alla sua tomba. Ma un’altra sfida ci si para davanti: come disfarsi infatti del drago d’ametista, in perenne veglia sulla via della tomba? Saliamo la china che conduce ad un lago di montagna. Sulla sua riva, ci attende Sargon Thsa, il drago. Balzas avanza spavaldamente intimandogli di farci strada! Davvero temerario, o folle piuttosto. Per tutta risposta il drago lo fissa, apre le fauci e ruggisce, un boato assordante che scuote la conca in cui ci troviamo. Inutile, non ha intenzioni bellicose, ma e’ risoluto a non farci passare e dobbiamo affrontarlo. La reale potenza dell’avversario m’e’ ignota, e tentenno alla ricerca di soluzioni alternative. Ma Galewan rompe all’improvviso gli indugi, e si getta sul drago! Realizzo in un attimo che la nostra unica possibilita’ e’ assisterlo nell’impresa! Tremenda e’ l’ira di Sargon, il drago inarca la schiena e soffia contro il malcapitato barbaro che in attimo e’ travolto e crolla a tera. Non possiamo ritirarci ormai, gia’ il drago mostra cenni di cedimento. Ma ancora ha la forza di assalire Kleg, e dalle sue fauci un altro tremendo soffio fuoriesce e l’urlo di morte del Demone Kleg mi riempie di rancore fin nel profondo dell’anima. Lo scontro volge al termine, siamo troppi per lui: ferito a morte il drago sbatte l’ali all’impazzata, dimenando la coda per tenerci alla larga, finche’ Deloriel, sbucato dal nulla, lo spinge a terra e mette fine alla sua vita spaccandogli il cranio. Poi il silenzio. Ai miei piedi i corpi senza vita di Galewan e Kleg, orrendamente sfigurati dalla potenza del drago, tutto cio’ che portavano ormai inservibile.
Riprendo fiato, mentre le anime lasciano i loro involucri terreni e fluttuano via. E solo grazie all’intercessione divina essi ritornano a calcare le lande, feriti nel corpo ma non nello spirito. Ma la voce del divino Raxy e’ uno sbeffeggio:
‘Vedi Sharvol, tutto questo e’ opera tua! Pentiti di cio’ che hai fatto!’
L’odio scorre potente nelle mie vene, non potro’ trattenermi ancora per molto. Proseguiamo, raggiungendo infine l’immenso portone che sigilla la tomba. Siamo demoralizzati, la sfida pare invero troppo ardua. Ma avanziamo ugualmente varcando la soglia, mentre la temperatura aumenta notevolmente. Dobbiamo ora attraversare un ponte stretto e dissestato ed io e Kleg precediamo il gruppo… quando all’improvviso una creatura di fuoco e fiamme ci assale! Il Demone Kleg e’ rapido ad affrontarla, ma i colpi dell’essere portano la forza distruttiva del fuoco ed alla fine dello scontro varie parti dell’armatura di Kleg giacciono a terra in frantumi. Il barbaro impreca sonoramente, in preda allo sconforto.
‘Siamo arrivati qui per cosa? Non possiamo affrontare il Signore delle Ombre!’
Annuisco, non avremmo speranze. Torniamo quindi all’inizio del ponte. Guardandomi attorno noto immediatamente che Deloriel e’ scomparso, ci ha lasciato alle prime difficolta’. Uno in meno, penso, cosi’ sia. Una voce risuona nella mia mente
‘Non far si’ che la tua fede in Leshrac vacilli. Mai!’
E’ il Tiranno Oscuro Oryama che mi parla ma… mi guardo attorno e non e’ piu’ con noi. Che fare dunque? Che fare? Posso contare solo sulle mie forze, sul mio pensiero e… tutto a un tratto m’illumino, folgorato da un’intuizione: forse la prova non consiste nell’affrontare il Signore a viso aperto, un chiaro gesto suicida, ma nel sottrargli cio’ che custodisce. Forse troveremo cio’ che cerchiamo in un angolo di queste caverne… E cosi’ e’ infatti! Mandiamo Galewan in esplorazione ed e’ di ritorno poco dopo, raggiante, stringendo l’altro braccio del Tiranno fra le mani. Annuisco soddisfatto, il Tiranno sapeva. Siamo rinfrancati e nuovamente fiduciosi ora. Con rinnovato impeto rivolgiamo una nuova preghiera agli Dei e ancora una volta la sfera divina ci conduce nella Loro dimora.
Scegliamo in fretta un altro portale da varcare e ci ritroviamo tutti in un lungo tunnel. Verso sud la luce di un’uscita, a nord… il tanfo e’ inconfondibile: la cripta di Empyrea, dimora di non-morti tra i piu’ temuti delle lande! Avanziamo con circospezione, addentrandoci mano a mano nelle profondita’ delle catacombe. Il pericolo e’ in agguato ad ogni angolo. Ma stavolta il Fato ci arride: poco dopo il nostro ingresso, Balazs il Folle si separa dal gruppo in prossimita’ di un altare posto al centro di una vasta stanza e prosegue da solo nell’oscurita’, guidato forse dall’istinto, dagli Dei, o dalla pazzia. Fa presto ritorno, tra le mani una gamba di gnomo. Elevo grato una preghiera a Leshrac! La sfera s’illumina, mettendoci di fronte alla prossima scelta.
Il Destino ci conduce di fronte alle rovine di un tempio diroccato. L’aria salmastra mi fa subito presagire i pericoli che ci attendono, mentre i ricordi di mille avventure m’assalgono. Li scaccio e mi concentro su cio’ che accade attorno a me. Sembrano tutti in cerca di qualcosa, forse un varco, un accesso alla citta’ sommersa. Conosco bene il luogo, apro il passaggio e tutti ci infiliamo in una caverna umida, e da li’ giu’ in una pozza d’acqua, fin sotto il mare. I pur temibili mostri marini che abitano questi luoghi non son certo rivali alla nostra altezza e proseguiamo celermente lasciandoci alle spalle i loro cadaveri, finche’, in una piccola stanza magicamente asciutta, la visione del corpo squartato di Sharvol, gettato a terra e brulicante di vermi si presenta davanti ai miei occhi. Balazs il Folle non esita nemmeno un istante a raccoglierlo ed io mi aspetto che gli Inferi si aprano ed egli venga li’ risucchiato per questo sacrilegio. Ma nulla accade e ancora una volta pulisco la mia mente dalla rabba, preparandomi ai pericoli che non tarderanno a venire. La mia preghiera a Leshrac e’ stavolta quieta come la morte, il viaggio un istante senza fine.
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Nuove imprese
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Due pezzi ancora e potremo finalmente compiere il rito di resurrezione di Sharvol. Ma la via e’ in salita: partiti in dieci, solo otto avventurieri ancora proseguono il cammino. Fra i restanti alcuni paiono decisamente provati e persino Balzas il Folle mezzogigante pare aver perso il vigore che sempre lo contraddistingue. Non e’ accettabile, penso, solo agli elementi migliori e piu’ motivati dev’esser permesso di proseguire, gli altri sarebbero solo fonte di pericolo. Alfin, Balasz il Folle decide di lasciarci mentre io e gli altri sei rimanenti decidiamo di procedere. E’ la scelta giusta?, mi chiedo, mentre non nutro alcun dubbio sul vigore dei Demoni Kleg, piu’ volte distintosi nella mischia, e Crumor, rimasto finora nell’Ombra, ma sempre presente e dall’acume infallibile, gli altri componenti del gruppo sollevano le mie perplessita’. Inoltre, ragiono, per quanto mi stia convincendo che la loro partecipazione sia davvero dettata da un assurdo bisogno di mettersi in mostra, non posso ancora esser certo di uali siano le loro reali intenzioni. Ma le gargantuesche sfide che ci si parano davanti, li rendono necessari. Per questa ragione, pur imprecando silenziosamente, faccio buon viso a cattivo gioco e mi accingo ad ultimare la missione, seguito da tale gruppo. Ed ecco altre voci si levano alte, e nuovamente non mi capacito della loro assurdita’
‘Anche noi vogliamo unirci ai valorosi sulla via della gloria!’
La risposta del divino Raxy non si fa attendere:
‘Solo ai meritevoli e’ concesso di vedere la dimora divina. Chi siete voi per ritenervi tali? Ebbene, rispondete ai miei quesiti e sarete ammessi, o per voi ci sara’ solo infamia ed oblio’
Sospiro. Al solito, i divini amano prendersi gioco dei mortali. Stavolta pero’ le domande non paiono affatto ostiche e ad uno ad uno Lyndall, Norky e Feranor si uniscono a noi. Di lontano, s’ode un piagnucolio insistente, un giovane bardo di nome Floryok, escluso dalla ricerca, si lamenta a gran voce. Non posso fare a meno di sorridere al pensiero dei sogni infranti di un seguace del Bene. Fisso ad uno ad uno i nuovi arrivati: l’elfo e’ vestito di tutto punto e la daga che impugne promette di spargere sangue. Il nano, altro oppositore della Tenebra, ha l’aria tranquilla. Da non sottovalutare, penso. Infine, il mezzogigante e’ immenso, smisurato persino tra i suoi simili, ma difficilmente sara’ svelto di pensiero e dovrebbe esser facilmente manipolabile. Sara’ agnello sacrificale prediletto, rifletto sadicamente. Cosi’ composto il nuovo gruppo, partiamo con impeto alla ricerca del quinto pezzo.
L’ennesimo varco ci conduce di fronte ad un altare.
‘Che il vostro destino si compia’
La voce del divino Raxy suona minacciosa. Il fantasma di un bardo ci e’ di fronte, pronto ad aprirci la via. Non c’e’ alcun dubbio su dove il pezzo si trovi. Invocando l’aiuto divino, ci gettiamo nel pozzo tenebroso come un sol uomo.
Il massacro ha inizio: i demoni cadono come foglie secche al nostro passaggio, ma sono decine e per ognuno ucciso pare che nuovi sempre ne spuntino. Il tempo scorre lento, il tanfo e’ insopportabile, il terreno melmoso e’ ormai tinto del sangue di schiere di creature infernali. I combattimenti si susseguono ripetitivi, ma permetter che l’attenzione cali sarebbe un errore certamente mortale, in questo luogo. E dunque ancora ed ancora proseguiamo finche’ non ho piu’ fiato per lanciare incantesimi e la mia mente si concentra solo sull’obiettivo finale, per non permettere al mio corpo di cedere. Infine, davanti ad un’enorme grata di ferro, ha luogo lo scontro decisivo. In un vortice di tenebre e artigli Derard’as’Kax avanza verso di noi, deciso a porre fine con la morte alla nostra missione. E’ Galewan ad affrontarlo, Kleg, Mormallhor e Feranor subito al suo fianco. Io, l’elfo Kelagan e Norky a fornirgli il supporto della magia. Ma nulla possiamo fare quando il Messaggero della Morte coglie di sorpresa Galewan,piantandogli gli artigli in un braccio e strappandoglielo di netto dal corpo!
‘Sciocchi, nessuno di voi uscira’ vivo di qui!!!’ urla l’abominio.
E’ Feranor ora che interviene e concentriamo su di lui i nostri sforzi curativi. E proprio mentre tutto sembra perduto, Derard’As’Kax crolla a terra stremato. Ma in un attimo e’ in piedi e fugge via, perdendosi nella nebbia… La vittoria e’ nostra! Poco piu’ avanti rinveniamo euforici un’altra gamba brulicante di vermi, un tempo appartenuta al Tiranno Sharvol. Decisi a concludere al piu’ presto la missione ritorniamo alla dimora degli Dei ed imbocchiamo l’ultimo portale… verso un atrio misterioso.
Riconosco questo luogo: siamo nelle caverne dei giganti. Traggo un sospiro di sollievo: nessun comune abitatore di questi luoghi puo’ darci noia. Gia’, ma uno scontro cosi’ semplice scontenterebbe il divino… mi raccomando dunque d’agire con estrema cautela. Inizialmente tutto va come previsto: i giganti fuggono terrorizzati al nostro passaggio ed i pochi che rimangono vengon massacrati in un batter di ciglia. Percorriamo le caverne in lungo e in largo ma nulla, della testa mancante nessuna traccia. Infine, solo l’antro di Saur, drago d’ombra rimane inesplorato.
Scendiamo dunque, immergendoci nel buio piu’ profondo, tana del drago. Da qualche parte in questo luogo labirintico si cela l’agognato pezzo, dobbiamo solo trovare il punto d’accesso alla dimora di Saur. Dai racconti di altri avventurieri so cos’aspettarmi: la via e’ sgrombra, il drago vive in solitudine. Avanziamo dunque spediti, pur se rallentati dalle fitte tenebre che ci circondano. All’improvviso due immensi spiriti dalle fattezze demoniache compaiono dal nulla, assalendoci! Uno di essi si getta su Crumor, le fauci spalancate, cercando di dilaniarlo, l’altro sceglie Galewan. Immensi e circondati dalle fiamme, incutono timore nei cuori pavidi. Vedo Sheylah ritrarsi inorridita, Lyndall tentennare, gocce di sudore imperlargli la fronte. Mi getto sul primo spirito, vanificando le magie che lo proteggono, seguito dai compagni d’avventura. Gli spiriti urlano la loro rabbia ma ben presto devon soccombere sotto i colpi dei possenti barbari. Discutiamo animatamente fra noi: nessuno era a conoscenza della loro pesenza in questi luoghi. E’ dunque scherzo del beffardo divino che si prende gioco di noi! Ennesima sfida sulla via della resurrezione di Sharvol. Avanziamo piu’ cautamente ora: pur se rinfrancati dall’esito dello scontro siamo consci del pericolo. Quand’ecco che Galewan nota qualcosa muoversi nell’oscurita’.
‘Eccone un altro, gettiamoci su di lui!’
E cosi’ facciamo, ma il demone s’accorge della nostra presenza ben prima che si possa impegnarlo in un combattimento ed arcane parole esso pronuncia, suoni a tratti striduli o gutturali che si propagano fra le tenebre tutt’intorno. Sento la potenza della magia abbandonarmi, la sua protezione svanire nel nulla. Anche i miei compagni han subito lo stesso destino! Ed ora combattono una lotta impari contro il demoniaco spirito. Ancora una volta siamo stati presi alla sprovvista ma siamo determinati a proseguire e nemmeno quest’essere puo’ fermarci. Ed infatti lo scontro e’ violento ma si conclude con la nostra ennesima vittoria. Prendiamo fiato. Poi, sostenuti solo da un’inossidabile forza di volonta’, ci gettiamo ancora una volta nella mischia. E ancora e ancora, finche i corpi dei temibili spiriti tutti non giaccion ai nostri piedi. Finche’ non vedo Kleg raccoglier qualcosa da terra, scivolata fuori dai resti martoriati di un demonio. La testa di Sharvol, finalmente! Con tutto il fiato che ho in gola lancio u urlo:
‘Prepariamo la Venuta del Tiranno!’.
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Parte III: Il Ritorno
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Ed eccoci ancora una volta nella dimora degli Dei. Kleg il Demone porta con se tutti i pezzi. Attendo impaziente e mi domando se il divino Raxy si riterra’ soddisfatto dell’impresa or portata a compimento. In un attimo ci e’ di fronte, che sia un ghigno cio’ che vedo sul suo volto? Quando parla, la sua voce e’ ci schernisce: ‘Tutto avete recuperato, ma pensate ch’io abbia intenzione di ricomporre il corpo?’. Ed ecco, i seguaci del Bene insorgono: ‘Bruciamoli!!!’. Galewan avanza minaccioso, alle sue spalle Norky e Kelagan si scambiano un’occhiata d’intesa. L’odio m’invade come un’onda in piena, l’aria si carica di tensione mentre il vero scontro sta per aver inizio… quand’ecco che Raxy alza una mano e ci raggeliamo in attesa. ‘L’anima di Sharvol ha espiato la sua pena fra i tormenti degli Inferi. Cio’ nonostante, non saro’ io a macchiarmi dello stolto gesto di riportarlo fra voi. Eppure, qualcun’altro sara’ forse disposto. A voi il compito di trovarlo, se volete’. Detto questo, scompare. Mi guardo attorno:i suoi tirapiedi non paiono convinti, sembrano piuttosto indecisi sul da farsi. Approfitto dell’attimo d’indecisione e mi rivolgo a Kleg e Crumor: ‘Presto, con me!’. Lasciamo dunque la divina dimora, ritrovandoci in un lampo nel confortevole bordello di Wizzy. Rifletto rapidamente: chi puo’ mai avere il potere di riportare in vita il Tiranno? Ma certo, il vescovo del culto del Tempo! ‘Corriamo da Sorigon!’ urlo ai due Demoni. Raggiungiamo la piccola chiesetta un istante prima di venir presi dagli inseguitori. Non oseranno violare la pace di questo luogo, penso mentre un ghigno mi si dipinge in volto. Sorigon e’ in nostra attesa. Annuisce brevemente: ‘Benvenuti. So perche’ siete qui’. Lo fara’?, mi chiedo. ‘Ebbene, poggiate a terra i pezzi del corpo, sicche’ io possa compiere il rito di Rigenerazione’. Galewan punta un dito contro il vescovo, minacciandolo: ‘non permettero mai che il Male torni su queste lande. Attento a te oh Sorigon!’. Ma stavolta non ha l’appoggio dei compagni: Norky sta scuotendo mestamete la testa, ha realizzato l’inviolabilita’ della pace divina di questa chiesa. ‘E’ rivale malvagio ma eroico’ ammette ‘Chi siamo noi per opporci al volere divino?’. Sorigon fissa intensamente Galewan, il cui dito e’ ancora proteso nel gesto di sfida. ‘Poggiate i resti’ ripete. Galewan altro non puo’ fare che chinare il capo. Kleg il Demone avanza e posa ciascun pezzo ai piedi del vescovo. Questi li raccoglie, ad uno ad uno, con delicatezza e pronuncia arcane parole. La stanza si riempie di luce e distolgo lo sguardo, accecato. Quando torno a vedere, Sorigon ci e’ di fronte. Del corpo del Tiranno Sharvol non v’e’ traccia. Tradimento o Vittoria?
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Il tempo non scorre, nell’eterna oscurita’ dell’Oblio. Privato di qualunque sensazione fisica, m’aggrappo alla consapevolezza di me stesso ed erigo muri d’Odio in risposta alle ondate di disperazione che m’assalgono. La pazzia e’ forse l’unica via d’uscita? Potrei lasciarmi andare e perdermi nel buio, il solo pensiero e’ cosi’ seducente che… NO! Il Tiranno non puo’ soccombere. Devo resistere fino all’ultimo, per tornare a calcare le lande e diffondere il Verbo del Male. Il compito e’ improbo, ogni istante una sfida alla mia forza di volonta’! Quand’ecco, una luce appare (vicina? lontana?), un rosso bagliore che mi dona i ricordi della mia passata vita. E riacquisto le forze. Mi getto verso la luce, colmo d’ardore. Ed essa m’avvolge. Nella mia mente una voce ‘La mia vendetta si e’ compiuta, piccolo mortale’. Apro gli occhi e torno alla vita.