Per non dimenticare… Parte II
Chiuse gli occhi e li riapri’, era di fronte al palazzo del Governatore. Le
guardie che avrebbero dovuto custodire il palazzo erano fuggite terrorizzate,
lasciando vuoti i posti di guardia e sguarnita la sede del potere civile
dell’Isola. Le richiamo’ a se con un gesto, e con un altro le uccise. Ora era
diventato lui stesso parte di quell’immensa forza che stava sconvolgendo
l’isola, rasentava l’onnipotenza. Sapeva che non sarebbe durato a lungo ma
sapeva anche che in quel tempo aveva potere a sufficienza per portare a termine
la sua missione. Richiamo’ a se gli spiriti delle guardie e li pose a guardia
dell’ingresso, condannandole a farlo per l’eternita’. Entro’ poi nel palazzo e
corse lungo il corridoi bui. Pezzi di vetro e legno di mobili schiantati
ostruivano il passaggio ma niente poteva fermarlo quella notte. Arrivo’ alla
sala d’attesa e vide il Governatore, o quel che rimaneva. Si era suicidato, e
con se tutta la famiglia. Non aveva tempo per i morti e le commiserazioni, il
suo animo altrimenti gentile era reso di pietra dall’urgenza dei suoi compiti.
Richiamo’ a se lo spirito del Governatore e lo pose a guardia dell’Isola per le
ere future. Nessuno sarebbe dovuto entrare nel palazzo e nessuno avrebbe dovuto
saccheggiare la biblioteca, che rese piu’ sicura convocando a sua difesa lo
spettro del bibliotecario, ucciso insieme alla famiglia.
Chiuse gli occhi e li riapri’, era in piazza dei Poteri Supremi. Corse a sud e
arrivo’ alla Sala del Trono. Si tolse lentamente l’anello che portava al dito e
apri il passaggio segreto che portava al Tesoro. Lo fece sparire con un gesto e
lascio’ al suo posto gli strumenti di una futura rinascita: degli stivali che
aiutassero a percorrere le tenebre e uno spadone che potesse rendere il percorso
sicuro. Chiuse il passaggio e evoco’ un demone a guardia degli oggetti,
lasciando a lui l’anello. Sarebbe stato al sicuro.
Chiuse gli occhi e li riapri’, era all’Altare del Gran Sacerdote. Beh, almeno
lui aveva provveduto a se stesso. Chiuso in uno scudo di energia era isolato dal
mondo e intoccabile, per quanto solo gli dei lo sapevano. Libero di continuare a
vivere nella futura Isola, penso’.
Chiuse gli occhi e li riapri’, era davanti al Tempio. Punto’ il dito contro il
Timpano e convoglio’ tutta la sua rabbia e il suo potere per creare il fulcro di
magia che avrebbe preservato l’isola dalla completa distruzione nei millenni
futuri. Tutto sarebbe rimasto uguale a come sarebbe diventata alla fine di
quella notte, per sempre.
Per sempre.
No. Una possibilita c’era, non doveva cedere. Traccio’ con un dito di fiamma e
di potenza la runa che avrebbe bloccato la magia al Tempio. Schegge di roccia
schizzarono dal Timpano. Chiuse gli occhi e li riapri’, e lesse: MEMENTO.
Ora era pronto.
Chiuse gli occhi e li riapri’, era alla Piazza dei Poteri Supremi. Le sue mani
lasciarono le Pietre del Potere e la sensazione di perdita fu istantanea e
immensa. Era preparato, ma non lo era abbastanza. Svenne. Fu risvegliato dalla
comunicazione mentale che proveniva dagli altri Maestri, il senso di urgenza era
feroce. Presto, doveva fare in fretta. Frugo’ nelle tasche e si infilo’ al dito
un anello d’oro bianco. Scomparve in un lampo e l’anello cadde tintinnante sul
selciato. Era al Conclave.
Uno sguardo basto’ per rassicurare gli altri Maestri, tutto era stato fatto in
tempo. Pose il Libro al centro della stanza e allargo’ le mani. Gli altri
Maestri si posero in circolo attorno al libro e cominciarono a salmodiare quello
che sarebbe stato il loro ultimo incantesimo. a meno che.. Ma sarebbe stato tra
moltissimo tempo.
Finirono il canto, e tacquero. Si guardarono negli occhi per l’ultima volta.
Quanti ricordi li legavano insieme. Insieme si chinarono verso il Libro. Insieme
lo chiusero. Insieme i loro corpi svanirono e i loro spiriti furono portati in
un luogo senza tempo, in attesa della Rinascita.
Sul terreno rimasero cinque Libri, in attesa.