L’Untore della Pestilenza – seconda parte
I tre clan si schierarono distintamente, Jaariz, Thantreth e Phage fecero un passo avanti e presero i fiori dalle mani di Sorigon. Erano meravigliosi, scintillanti, e il loro profumo era sparso in tutta la stanza. Per trovare gli altri fiori avremmo invocato gli dei, e i fiori sarebbero comparsi.
Jaariz non perse tempo ed esaminò il fiore:
– Un viscido antro abitato da un peloso venefico essere
Dove si trovava questantro con questessere velenoso e dalla folta pelliccia? I gruppi si dileguarono impazziti, più che alla liberazione dell lande sembrava stessero partecipando a una caccia al tesoro.. Tze! Malvagi
Cominciammo a vagare, il tempo stringeva, dovevamo far presto o altre vite umane sarebbero state il prezzo del tempo che passava. A notte inoltrata, passato ormai metà del giorno, ci addentravamo nel bosco della zona dei Wulak, Jaariz ricordava che un peloso e venefico ragno si trovava lì in qualche cava.. La descrizione corrispondeva con quella del fiore.
Ci trovammo di fronte ad unenorme ragnatela, e un ragno nero tesseva, tesseva, tesseva .
Jaariz invocò gli Dei:
– in nome degli Dei! –
furono le sue parole, e la Divina Natura posò in terra un altro bellissimo fiore.
La invocammo perché si mostrasse a noi, ma ormai era già altrove
Jaariz raccolse il fiore e losservò attentamente, silenziosamente.
– Un prato cosi’ placido che favorisce la meditazione –
Furono decise le sue parole. Da quel momento fu un crescendo
Barrion conosceva quel posto, vi aveva accompagnato un suo amico numerose volte: era il prato del Monastero di Clessidra, e lì si precipitarono.
Barrion arrivò per primo, dopo di lui io che in quei luoghi avevo il mio maestro e poi tutto il resto del gruppo; lui invoco questa volta gli Dei e la Divina Natura posò di nuovo un fiore e sparì verso il prossimo luogo dove ci saremmo incontrati La prossima destinazione era
– Una reale stanza celata allo sguardo degli avidi –
E dove se non da Ishmoist!? Attraversammo il portale che Jaariz aveva creato e ci trovammo nella stanza reale del demone; Zeramos caricò il demone, prendendolo alla sprovvista, che morì in quattro e quettrotto. Prendemmo lanello del demone e aprimmo il passaggio segreto, invocammo la Natura che immancabilmente posò un altro fiore.
Il nostro clan era quello in vantaggio sugli altri, a conferma del fatto che le azioni fatte in virtù del bene sono quelle che pagano sempre, a differenza delle bassezze meschine del male
Il prossimo fiore portava a:
– Una semplice casa con uno splendente abitante
Stavolta fui io, Pharen, a individuare subito che la meta sarebbe stata la casa di Thargos il mezzelfo, a Ugarit; viaggiavo molto, più che per campagne e palazzi, nelle città e nei villaggi Ho sempre amato passeggiare tra i negozi ed Ugarit faceva parte delle mie mete preferite, soprattutto per lacquisto delle lance semplici, che solo a Ugarit sapevano ben fare; e quante volte avevo sbagliato strada e mi ero ritrovata nella casa di Thargos! Ma stavolta andai lì col mio gruppo, e non per errore!
Prendemmo la prima carrozza che portava ad Ugarit, non cera molto traffico e non ci mettemmo molto ad arrivare lì. Arrivammo a casa di Thargos, e lì il mezzelfo era avvolto da unaura bianca e lucente. Fui io a invocare il nome degli Dei, e la Divina Natura posò lultimo fiore magico che ci avremmo portato a Sorigon, per la sua pozione Non restava altro che tornare alla Capitale.
Ci ritrovammo fuori alla chiesa del Culto del Tempo; le porte erano aperte per il continuo viavai di malati alla ricerca di una cura: molti avevano avuto notizia che Sorigon era in grado di fare qualcosa e il poverino era costretto, nellattesa che tornassero i clan, a curare coloro che avevano bisogno.
Entrammo nella chiesa e Sorigon ci venne incontro.