L’Untore della Pestilenza – prima parte

L’Untore della Pestilenza – prima parte

Quella sera stessa Drivird aveva convocato tutti i clan delle lande per informarli della minaccia che incombeva sulle terre di Clessidra.

Eravamo tutti in trepidante attesa: Gli Unicorni Alati, i Messaggeri dell’Oscurità, l’Ordine del Tempo.. Tutti pronti a combattere una causa sconosciuta, in nome dei propri Dei e dei propri ideali.

 

Noi Unicorni Alati eravamo schierati quella sera, pronti a difendere il nostro mondo da chiunque o qualunque cosa ne avesse minato la felicità e l’equilibrio.

Jaariz era come sempre a capo del nostro gruppo: splendidamente vestito dell’Uniforme, i lustrini brillavano e riflettevano la luce della luna, per un pò coperta da una nuvola.

Dietro di lui Barrion, vecchio della sua esperienza e giovane nel suo Spirito, aveva sempre una parola di conforto per tutti noi.

E poi Zeramos e Myrmidia, che ci guardavano dall’alto con aria protettiva, pronti a sorreggere e soccorrere tutti noi che ci trovavamo in difficoltà contro un nemico della loro mole; e ancora

Nethel e Garija, di seguito a loro, e me come al solito in ritardo nelle grandi occasioni.

 

Improvvisamente un tonfo, un rumore sordo, e una figura che si accascia al pavimento: un uomo molto malato, dall’aspetto malandato che aveva, era in uno stato di semi-incoscienza, ma nonostante ciò cercava di dirci qualcosa. Tutti si accalcarono intorno a lui come al mercato, urlando e spintonando per riuscire a parlarci per primi, tanto che l’uomo quasi non riusciva a respirare; sarebbe morto per soffocamento anziché per il male che lo affliggeva. Cercammo di riportare l’ordine e di spintonare quanto più possibile indietro quegli eserciti armati, che col tintinnare delle loro armi e armature, facevano un gran baccano.

 

L’uomo iniziò a biascicare qualche parola: si lamentava delle sue giunture, del dolore che gli provocavano e della malattia sconosciuta che lo affliggeva; ci raccontò che tutto era iniziato quando alcuni cavalli bevvero da un abbeveratoio e stettero male, da allora un flagello si era abbattuto sui luoghi che abitava, cioè le campagne intorno alla Capitale. Ricordò di aver visto il giorno precedente un losco figuro che si aggirava nelle vicinanze di quella fontana… Poi da allora solo morte e disperazione aveva colto gli abitanti di quel villaggio.

Ci raccontò dei sintomi dell’epidemia, della quale lui era evidentemente vittima: inizialmente si gonfiavano le giunture, successivamente il male invadeva il resto del corpo…

 

Ci fu qualcuno che sembrava divertito da tale descrizione: immancabilmente un Messaggero dell’Oscurità aveva manifestato i suoi propositi e la natura del suo spirito; Thantreth lo chiamavano, ed era uno di quelli che al loro passaggio lasciavano il segno per come ti guardavano: Thantreth ti incuteva timore, disperazione… Ma ciò non accadeva ad un Unicorno, che riusciva a sostenere il suo sguardo fermamente.

 

Poi l’uomo proseguì: ci disse che cercava il Vescovo del culto del Tempo e che costui l’avrebbe potuto curare. Grymber e Thantreth presero l’iniziativa e invitarono l’uomo molto malato a seguirli, ci avviammo anche noi con loro, sapevamo che dove sarebbero andati loro era lo stesso posto dove ci saremmo avviati noi. Attraversammo la piazza della Capitale, tutti i cittadini ci guardavano stupiti e un po’ impauriti: avevano capito che se così tanti armamenti camminavano insieme c’era qualcosa di oscuro che malvagio che minacciava l’incolumità delle lande, qualcosa di più malvagio di un Messaggero dell’Oscurità…

 

Arrivati da Sorigon, il vescovo della Capitale, l’uomo malato si accasciò e morì; poverino, non fece in tempo a farsi curare.

Sorigon prese fiato e ci disse cosa terribilmente stava accadendo: L’Untore di pestilenza, dopo esser stato sconfitto l’ultima volta dai chierici di Aerk, si era risvegliato, ed era da qualche parte nelle lande; la leggenda era realtà, il male si era risvegliato.

Subito tutti si misero a disposizione di Sorigon, chi per vero Onore, chi a scopo di lucro…

C’erano dei luoghi in cui la Natura ancora obbediva ad Aerk, lì c’erano gli indizi per trovare l’untore: avremmo dovuto trovare i fiori magici, che mescolati insieme in una pozione avrebbero individuato l’Untore. Sorigon aveva tre di quei fiori.

 

Si fecero numerosi commenti ad alta voce, Nethel voleva andare dal suo maestro Annis per chiedergli dei fiori, Pharen voleva rivolgersi al maetro degli psionici per chiedere aiuto ai poteri della mente… Nethel non era daccordo. Ma non era il momento di perdersi in discussioni; anche Sorigon diceva che dovevamo essere uniti e compatti.

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Clessidra è un gioco di ruolo testuale

basato su D&D, con un’ambientazione unica e altamente personalizzata