L’odio dei mondi

L’odio dei mondi

Avevo appena compiuto otto anni, non avrei mai più scordato quel giorno. I miei genitori erano dei contadini, vivevamo in una piccola tribù poco lontana da alcune paludi, lì eravamo stati relegati a vivere. La vita era dura tante furono le notti in cui soffrivo la fame anche se i miei genitori lottavano con la terra per trasformarla e farle dare dei frutti. Anche se era una vita difficile vivevamo serenamente, in pace, fino a quel giorno. Urla di battaglia destarono tutti quella mattina, quando il sole stava per sorgere, vidi mio padre correre verso l’esterno con in mano la pala, non lo vidi mai più. Mia madre mi prese e mi portò via, stavamo scappando, avevano dato fuoco alla nostra capanna. Vedevo gli altri del mio villaggio scappare e combattere contro gli invasori, ma tutti erano solo dei contadini e non potevano far nulla contro quei guerrieri che erano venuti a sterminarci. Mentre correvamo sentii il trotto di un cavallo venire verso di noi alle spalle, poi, un fiotto di sangue caldo mi bagnò la testa. Avevano trafitto mia madre mentre fuggiva. Lei cadde ed io sotto di lei. Sentivo le grida disperate della gente del mio villaggio, le sentii ancora per poco. Rimasi sotto il corpo di mia madre a lungo, avevo paura. Poi mi alzai, erano tutti andati via, ero l’unico sopravvissuto.

Piansi sul corpo di mia madre, versai tutte le lacrime che avevo e giurai di vendicarli, di vendicarli tutti. Seppur piccolo riuscii a scavare una fossa per dare sepoltura a quelli del mio villaggio. Perché avevano fatto questo a noi? Perché?

Non riuscivo a trovare una spiegazione mentre ero ancora inginocchiato sulla fossa della gente del mio villaggio. Solo un assurda spiegazione mi veniva in mente, eravamo orchetti. E’ per questo che ci avevano sterminato, nessun’altra ragione era possibile. In lontananza vidi una figura ammantata di bianco venire verso di me. Sembrava vecchio e curvo, aveva un bastone nodoso con cui accompagnava il suo passo. Si avvicino ed io lo guardai. Era umano.

Gli saltai addosso con tutta l’ira che avevo gridando “PERCHEEEEEE’???!!!!!” “

Seppur vecchio riuscii a bloccarmi immediatamente con il bastone che aveva e mi disse: “Mi dispiace, vorrei chiederti scusa per quello che é successo, ma sarebbe inutile. Non posso fare altro che pregare per i tuoi simili, intercedere per loro con gli Dei e chiedere che vengano accolti in cielo.” “Molti della mia razza sono dei pazzi, degli sconsiderati. In nome degli Dei ti chiedo di perdonarli. L’odio porta solo ad altro odio in un circolo vizioso, ti prego giovane orchetto vieni con me e aiutami ad interrompere questa catena, fa che questo non succeda più a nessuna delle nostre razze.”

Ed io: “Ho giurato che avrei vendicato la mia gente, lo faro!”

E lui: “Quegli uomini vanno fermati, hai ragione, ma vieni con me e ti mostrerò che un altro modo é possibile.  Seppur di razze diverse siamo uguali, anche la mia gente é stata uccisa così dal tuo popolo e  tutto questo và fermato. Trova la tua vendetta nel creare mondo di pace.”

Quelle ultime parole mi fecero capire che aveva ragione. Mi alzai in piedi pronto a seguirlo e a cercare di cambiare il mondo.

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