L’incontro dei 3 capi (fine)
Così levai l’elmo in bronzo trovato in quel che rimaneva delle ossa di un fantasma guardiano ed
indossai un elmo tutto oscuro e che si confondeva esso stesso con lombra. Questo fu un delizioso e ben gradito regalo di un mercenario quando vide che con un sol colpo tranciai di netto il corpo di un altro suo compare,
ah bei tempi quelli in cui la mia forza era quasi soprannaturale mentre ora la mia vecchiaia tendeva a far saltare fuori ogni giorno dal mio corpo qualche acciacco in più. Uscii dalla camera ma anche se dovevo far presto, mi attardai un pò a pizzicare Gwendalyn su quel suo delizioso sedere. Allinizio non capii perché sembrava spaventata ma poi mi ricordai dellelmo… Per ulteriore sicurezza nel mascherami però recitai alcune cantilene che fecero subito coprire il cielo da pesanti nubi grigie, la luna si oscurò e fulmini iniziarono a cadere vicino a me.
Il luogo dellappuntamento era alla taverna dei tagliagole, luogo a me molto famigliare, così mi
diressi subito in quella direzione. La porta della taverna era chiusa e stranamente non si udiva alcun rumore dallinterno, sentivo odore di imboscata il tutto non mi piaceva, così dapprima recitai alcune formule che servivano a creare degli incantesimi protettivi attorno al mio corpo e poi sfondando la porta entrai di soprassalto nella taverna. La porta cadde schiantandosi al suolo con un rumore assordante ed una bimba di pochi mesi scoppiò a piangere ininterrottamente. Stavo già per assestare un pugno a quel esserino odioso quando avvicinandomi maggiormente al tavolo dove la madre la teneva in grembo non potei far altro che fermarmi e rimanere sbalordito. La madre le stava dicendo che era solo un brutto
temporale e che il vento aveva fatto cadere la porta marcita dal tempo. Inoltre essa pronunciò delle parole a me famigliari e subito un raggio di Luna entrò nella taverna illuminando il capo della madre assieme a quello della bimba che subito smise di piangere. Mentre loste riassestava la porta, io calai sulla mia testa il lungo cappuccio nero e levai lelmo oscuro. La madre mi guardò e mi disse: Ti avevo sentito arrivare e noto, Tibodo con rammarico, che nonostante sia passato del tempo la tua irruenza non si è affatto placata
guardò la porta ridacchiando. Io per tutta risposta e preso dallira dello
schernimento le dissi: ed io noto che tu nonostante il tempo non ti sei ancora decisa a lasciare le tue
spoglie mortali ed anzi ora cerchi anche il sostegno della discendenza e mentre guardavo la bimba
ghignando lei mi lanciò uno sguardo gelido e freddo. Allimprovviso alle mie spalle proveniente dallangolo più buio della taverna arrivò una voce profonda e roca che disse: Ora basta! Siamo qui per discutere pacificamente del nostro destino e non per insultarci a vicenda senza trarre nulla da ciò.
La voce la riconobbi subito, era il generale che già molte volte avevo affrontato in battaglia e che aveva
scritto linvito. Così sogghignando mi girai verso di lui e gli dissi: Ah! Noto con piacere caro Henry che la tua vecchiaia ha deciso di farti patire un po prima di costringerti a lasciare queste terre in mano a quel tuo clan di innetti! Innetti? Disse lui, meglio innetti che vigliacchi e traditori come i tuoi effimeri asinacci! Non potevo trattenermi, così estrassi lutys e mi avventai su di lui. Purtroppo ancor prima che potessi attaccarlo con un colpo maestro mi disarmò facendo conficcare il pugnale sul tetto della taverna. Lui guardandomi con fare superbo mi disse: Avevo detto niente armi! io non riuscii a far altro che arrossire e Luna parlò dicendo: Hai visto Henry, ho ragione io! Anche il male e la tenebra provano dei sentimenti positivi. Io basito non riuscii a far altro che sedermi a nascondere nel cappuccio la mia vergogna. Dunque disse Henry: Ora che gli animi si sono calmati, possiamo iniziare. Come ben sapete presto verranno riassegnate per volere divino le torri dellascia e dei ghiacci. Ma a me non interessa parlare di questo visto che in qualunque modo gli Dei decidano, sono sicuro che una delle due costruzioni sarà nostra. Ghignò mentre tra me e me pensavo che ciò non sarebbe stato affatto vero nel momento in cui la macchina da guerra degli MdO si sarebbe messa in moto. Continuò dicendo: Quello che a me interessa e che una volta che queste torri saranno in mano a qualcuno,
sulle terre di Clessidra regni un periodo di pace e di prosperità. Questo periodo di pace sarà mantenuto
grazie al fatto che divideremo le terre di Clessidra in più zone da dare ai diversi Clan, in modo che tutti
siano soddisfatti del loro appezzamento di terra. Che ve ne pare?
Luna sembrava annuire anche se nel suo sguardo potevo leggere un po di indecisione e di fare perplesso.
Io per contro non potevo starci a una cosa del genere, io devoto al male figlio della morte stessa che più volte attraverso la mia spada ho procurato agli altri, non potevo accettare. La mia risposta fu immediata e secca no! Henry sospirò amaramente e disse: Si immaginavo che
avresti detto così ed è per questo motivo che avevo pensato di dare al tuo clan il doppio delle terre a
noi spettanti. Allimprovviso la porta della taverna cadde al suolo nuovamente ma questa volta la bimba non si mise a piangere. Un elfo agile come un furetto era entrato di soprassalto con uno scudo ben lavorato in mano e senza dire nulla, l’oste gli indicò di nascondersi sotto al bancone nell’oscurità.
Tra me e me pensai che si doveva trattare sicuramente di un ladruncolo inesperto, se si divertiva ancora a rubare gli scudi alle guardie della città. In men che non si dica nella taverna irruppe una guardia senza il suo scudo urlando ad alta voce: “Ditemi dov’è quel ladruncolo so per certo che e’ entrato qui l’ho visto!” La esaminai attentamente e mi accorsi che doveva essere giovane e sicuramente stolta visto che nessuna guardia della Capitale si sarebbe mai avvicinata ad una zona così malfamata. Luna ed Henry stavano già per indicare alla guardia il nascondiglio di quel ladro ma io fui più veloce.
Con rapidità fulminea estrassi il pugnale nero dal mio stivale e lo lanciai con tutta la forza che avevo in
corpo. Swwwiiisssssshhhhhh szoock, sebbene la mia forza e la mia agilità erano calate col tempo, la mia vista era sempre da falco. Centrai la guardia in piena gola che stramazzò a terra senza vita.
Luna si girò inorridita e dopo essersi alzata disse: Bene signori per me questa conversazione termina qui, questo luogo e troppo pericoloso per la mia bimba ho fatto un errore ad accettare di venire. Per quanto riguarda la proposta di Henry sono daccordo solo in parte, se si tratta di cedere il doppio delle terre al clan di questo malvagio, mi guardò acidamente, beh non posso che essere contraria!. Aprì la porta della taverna e uscì senza voltarsi, il raggio della luna sembrava seguire quella bimba che aveva
ricamato sul colletto della sua camicetta una grande I.
Henry sembrava rassegnato così impietosito decisi di rinunciare al doppio delle terre me ne bastava solo una parte. Lui disse: Bene laccordo e fatto ora bisogno metterlo su carta per renderlo ufficiale.
Un brivido gelido mi percorse la schiena le parole erano parole mentre la firma su carta era molto più
importante. Giocando dastuzia gli dissi: Fissa un altro incontro con Luna in un posto un po più confortevole per la settimana prossima io verrò e porrò la mia firma. Mi voltai per andarmene e lui con fare sardonico mi disse: Aspetta nano! Non ti dimentichi qualcosa?
Indicando lutys sul soffitto. In rapidità mi inginocchiai, presi il borsello dal corpo della guardia, estrassi il pugnale nero dalla sua gola e lo scagliai contro il pugnale dorato che colpito in pieno dalla lama nera, cadde al suolo con un tonfo pacato. Raccolsi i due pugnali e mentre me ne andai notai lo
sbigottimento di Henry stampato sul suo volto, ghignai tra me e me. In men che non si dica ero di nuovo alla taverna, e mentre aprivo il borsello della guardia, mi accorsi con disappunto che aveva solo poche monete. Gwendalyn mi accompagnò alla mia camera, mentre pensavo tra me e me: Trattato?
Ma quale trattato la mia mano porterà morte sempre e ovunque fintanto che avrò le forze per farlo!