La minaccia degli Yusil (parte VI)
Ci svegliammo di buon ora lo mattino dopo che lo sole ancora sveglio non era. Io tenea una fame che manco uno orco potea avere et uno poco stanco ero dello banchetto degli eroi che preferia avere larrosto dello vigliacco pur di avere qualcosa di solido sotto lo dente. Comunque partimmo di nuovo alla volta dello villaggio degli Yusil e giunti qui tutto era come lo avevam lasciato lo giorno prima. Feci presente allo gruppo mio e allo capo Ghaler che meglio era portar qui uno Hobgoblin e così assieme ad Isethien mi recai allo castello dargento per convincere uno mostro a venire con noi. Appena giunti li convincerlo fu facile lo accarezzai con la mia lancia e appena sveglio già era schiavo dello chierico mio compagno. Purtroppo mentre allo villaggio Yusil tornavamo, ora in tre, lo Hobgoblin, che ignorante era ma non del tutto pazzo, conto si rese che schiavo era di uno idiota, almeno così lui disse e abbandonò li Isethien como uno albero secco che mi parea che un poco male ci rimase. Infatti quando gli dissi di tornare a prendere uno altro meno furbo, lo compagno mio mi disse che molto convinto non era di codesta mia soluzione, comunque di buona lena mi riportò allo castello uccidemmo uno nuovo hobgoblin e fortuna volle che la pozione di vigorilla datami dallo speziale bene funzionò assai che abbastanza forte da prendere lo corpo fui.
Quindi con uno cadavere in spalla volammo dallo nostro gruppo. Giunti allo villaggio posai lo corpo e uno nuovo potentissimo incantesimo di resurrezione fu fatto per risvegliare lhobgoblin e renderlo schiavo. Codesto cadavere che parlava fu costretto a dire inan et ifle così che uno nuovo portale subitamente apparve ad est ma parea diverso dallo precedente, decidemmo di mandare lo mostro pezzo morto in avanscoperta e poi noi lo seguimmo come dei fulmini.
Ci trovammo in uno villaggio simile allo precedente ma parea che si potea sentire voce e odor di hobgoblin: lo villaggio vivo era e lo lettore sicuro può stare che non per molto lo rimase. Fummo veloci come fulmini perlustrammo la zona tutta et lo nemico chiudemmo attorno ad uno cerchio non servì altro che qualche sinistra pugnalata alle spalle e colpi di ramo e spada a destra e manca et una bella disintegrazione della bella Aiesha che distrusse sciamano et anche lo oscuro suo bastone.
Prendemmo i resti dello malvagio arnese e ci recammo allo villaggio degli elfi. La voce più veloce di noi fu et, come dicea lo grande bardo mio maestro, se la notizia è uno poco importante o originale como una freccia che dallo arco scocca così essa veloce vola di bocca in bocca e appena giunti allo villaggio sentimmo le urla degli elfi che ci acclamavano: Eccoli arrivano gli eroi!!, Grazie , Ci avete salvato et altro ancora. Nello salone dello capo villaggio vi era anche lo vecchio Etar a ringraziarci per la missione e generoso fu sia con le parole che con lo fatto, molti particolari doni ebbe per me e per tutti i compagni miei, così che nessuno ebbe da recriminare.
Io creo che oggi nulla più si debba temere dallo popolo degli Yusil e che la loro voce spenta è per sempre anche se, temo, non così è per lo malo odore dello villaggio loro. Non creo che codesta storia nussuna morale abbia se non che cotale missione assai ardua e perigliosa potea essere per uno parvo gruppo o per lo guerriero solitario ma non per lo gruppo mio che forte fu per lo numero, la sostanzia, la unita conoscienzia di codeste terre.