Kileroth aspirante Eroe (fine)
Galfo per conto suo faceva quel che poteva attaccando anche lui con la tumadan, probabilmente comprata da Norris, e massacrando Scuotivento.
Alla fine del nostro primo attacco però il nemico non sembrava aver accusato il colpo ed anzi ci attacco con maggior veemenza, mi diede un forte pugno al petto centrando uno dei miei due medaglioni di perle e distruggendolo.
Poi mi colpì il braccio e il polso riducendo in frantumi un bracciale che avevo trovato qui nella cripta e in fine mi colpì in pieno sulla mano sinistra.
Il dolore che sentivo era lancinante così preferii lasciare momentaneamente Maktub subire i suoi colpi mentre io mi curavo con alcune pozioni da poco comprate e laiuto di Shalgar.
Veleda provò ad usare i suoi poteri mentali ma ciò le costò la vita, Scuotivento le rispose che dove si trova lui la magia non può esser usata in nessuna maniera ne tantomeno i poteri mentali.
Detto questo con un pugno la scaraventò contro la parete uccidendola.
Maktub alla vista di una cosa simile si avventò con più veemenza contro il malvagio, io tornai contro il nemico caricandolo.
Scuotivento era ferito ma Maktub perdeva sangue dappertutto ed infine con un’altra serie di colpi in pieno Maktub crollò a terra esanime e il malvagio lo sminuzzò sul corpo.
Io continuai a tagliarlo con la tuma ma non sembrava voler morire.
Si girò verso di me e iniziò nuovamente a colpirmi in pieno colpendomi sul piede e distruggendo i miei stivali da combattimento.
Questa volta però mi nascosi nelle ombre e ritirandomi in silenzio uscii dalla cripta con i miei amici, il nemico ci cercava senza tuttavia trovarci.
Maktub chiedendo il favore degli Dei in cambio però delle sue ultime conoscenze apprese uccidendo vari mostri, tornò in vita per darmi una mano a sconfiggere quel essere violento.
Io mi ritemprai e rifeci le magie per lo scontro decisivo, Edania ammoniva Scuotivento con un po di tremore nella voce e Galfo affilava per bene la sua lama.
Tornammo dentro, fui però distratto dal corpo di Veleda, che nel silenzio della morte sembrava dormire, mentre Scuotivento mi colpì violentemente al polso distruggendomi anche laltro bracciale. In compenso riuscii ad evitare gli altri suoi tre colpi ed a infierire a mia volta con la mia spada. Purtroppo lui sembrava inarrestabile e mi colpì in pieno sul corpo facendomi barcollare dal dolore. Scappai ancora ma vidi Galfo e Maktub gettarsi sul nemico senza esitare, io bevvi le ultime pozioni e iniziai ad assistere Maktub.
I colpi devastanti suoi si scontravano con i nostri ma alla fine sembrò cedere, Maktub lo sciabolò tagliandolo dalla gola alla spalla, Galfo lo sfregiò sulla faccia ed io gli infilzai una coscia.
Maktub senza pietà, vedendo il nemico a terra morente, lo polverizzò con un colpo ben assestato in mezzo al petto.
Il nemico era morto e tutti urlammo gaudiosi di gioia, molte grida in mio onore vennero levate al cielo e finalmente potevo aspirare ad essere un eroe.
Baciavo e ringraziavo tutti per il sostegno che avevano saputo dare e sacrificando anche la loro vita per la mia.
Una voce dal cielo probabilmente divina, annunciò il mio nome come nuovo aspirante eroe e come nuova leggenda sulla Lande.
Lemozione era troppa e così mi misi a piangere per la felicità.
Prima di andarmene però scuoiai il corpo del mio nemico del suo scalpo dal quale ne ricavai un elmo da portare al mio maestro come prova della mia vittoria.
Il maestro ci accolse gaudioso e sorridente e mi disse che finalmente potevo aspirare, mi disse anche di andare a riposare e di ringraziare gli avventurieri che mi erano stati vicini visto che senza di loro non cè lavrei fatta.
Ricorda mi disse, ora che il motivo del tuo odio è stato levato comportati nel sano e rispetto altrui ricordandoti sempre chi sei
.
Kileroth bardo aspirante eroe.