In morte di Luna

In morte di Luna

Don don don 

Cosa stava accadendo?
e le campane continuavano a suonare a morto

Don don don 

Altre volte avevo sentito quel suono di morte ma mai come allora mi sembrava che il tocco di quelle campane fosse così stridulo e triste.

Don don don

Ad ogni tocco una vibrazione feroce mi percuoteva tutto il corpo facendomi intuire che quel suono nulla presagiva di buono.

Don don don

E ancora ancora la testa mi scoppiava di dolore di sofferenza di oblio di morte di vita spezzata senza possibilità di ritorno.
Dovevo far uscire quelle sensazioni da me altrimenti sarei scoppiato ed impazzito per il dolore, levai il mio liuto d’ottone dalla custodia dorata e iniziai a suonarlo, senza badare alle note che da esso trasformate in musica uscivano.
La sinfonia era triste e dolce allo stesso tempo ed esprimeva appieno le sensazioni che provavo in quel momento, nel mentre il letto funebre usciva dalla chiesa consacrata all’ordine del tempo…
Coperta di petali di rosa blu essa giaceva immobile in mezzo a tutti quegli esseri che la stavano trasportando verso la sua destinazione finale.
Sembrava essere un corpo molto vecchio e di sicuro doveva aver vissuto incredibili avventure in giro per le lande, ma nonostante questo la sua pelle era ancora liscia e giovane come quella di una giovane fanciulla che si affaccia per la prima volta ai misteri della vita.
I suoi capelli lisci e lunghi cadevano come una cascata in tormento dalla lettiga sopra alla quale essa era sdraiata e le sue mani al seno erano conserte.
Il corteo funebre seguiva nel più totale silenzio quel corpo chi con le lacrime agli occhi chi con singhiozzi di disperata tristezza, rendevano omaggio a quella che era stata Luna.
Quante volte l’avevano glorificata come protettrice degli esseri che nella notte vivevano, quante volte coccolati dal suo spirito potente avevano camminato sicuri nella notte.
Chi li proteggerà ora che quella Dama non c’era più?
Chi li aiuterà ora nel momento del bisogno?
Tutto questo usciva dalle mie labbra nel mentre stavo suonando il mio liuto, la mia musica sembrava addolcire ai più quel momento mentre altri scoppiavano in crisi di pianto ancora più isteriche…povera donna così venerata e ancor più amata nel momento del lascito finale.
Ormai il corteo era arrivato presso il mare, dove era usanza posare il corpo esanime su di una barca di legno e cremarlo cullato dalle onde del mare.
La mia musica si intristì maggiormente anche se alcune note acute erano dedicate al fuoco che divorava imperterrito quelle assi di legno legate strette tra loro.
Ormai il letto di morte era pronto per esser lasciato andare alle forze del mare, e la mia musica fini interrotta di colpo come se si fosse rotto qualcosa dentro di me per sempre.
Decisi all’ora di lasciar andare anche il mio liuto, con quel corpo, sopra a quella barca, forse avrebbe allietato il viaggio con la sua musica a colei che ora stava lasciando anche per l’ultima volta la terraferma.
Ma una voce dalla macchia della foresta mi fermò dicendomi che non lo dovevo fare, altre volte avrei dovuto portar sollievo con la mia musica alle genti che nella notte si inoltrava.
Far capire loro che la forza della luna mai li avrebbe abbandonati e che la musica che avevo suonato in un momento così triste ad altri sarebbe potuta servire per far loro capire che vivere da eroi era l’unica cosa che poteva sconfiggere la morte fisica.
Mi incamminai ancora un po’ nella macchia della foresta e fu allora che la vidi, in realtà non so cosa vidi esattamente si trattava sicuramente di uno splendido spirito etereo che nella notte vagava protetta dai tronchi degli alberi.
Si trattava della figura di una bellissima donna che protetta dai raggi della Luna vagava per i boschi alla ricerca di esseri da proteggere e rassicurare con le sue dolci parole.
Allora mi incamminai sicuro verso la taverna a trascrivere quelle dolci note che dal mio estro magico erano uscite.

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