Il tempio dimenticato (Terzo gruppo)
Sentii parlare di questo Tempio una volta in taverna, quando Arctis il barbaro brontolava con il nano guerriero che spesso era solito narrare leggende dopo aver bevuto una pinta di birra di troppo.
“Impossibile” diceva Arctis “Ho girato queste lande per tutta la mia vita e conosco ogni singolo albero che le popola”
“Stupido barbaro!” ripeteva il nano “tu non conosci nulla di queste lande! Ti dico che vicino alla cripta di empyrea esiste un passaggio che ti porta a uno straordinario tesoro!!”
Colpito dalle parole del nano, nonostante non credessi assolutamente a quello che diceva, mi avvicinai ad Arctis e gli dissi: “Bhe, se questo nano ha ragione, noi diventiamo ricchi..”
Proposi un viaggio d’esplorazione al vecchio barbaro che, inizialmente riluttante, accettò la mia proposta. Chiesi aiuto anche ad alcuni guaritori molto conosciuti nella Capitale, tali Norkery e Ilendyl, e ad uno gnomo che poteva aiutarci con le sue doti magiche, Klestopal. Prima di partire chiesero inoltre di unirsi anche Avielle il monaco e due barbari amici di Arctis, Barghas e Qizpal.
Il gruppo era stato formato. Tutti noi eravamo desiderosi di sapere se il nano avesse per una volta raccontato una storia giusta, e tutti noi soprattutto volevamo mettere le mani su quel tesoro, nel caso fosse esistito. Giunti in prossimità della zona di Empyrea, cominciamo a vagare alla ricerca di qualche indizio. I risultati furono pessimi. Cercammo in lungo e in largo per quasi una giornata intera, fino a quando, sul calare della notte, non trovammo, vicino a una grotta, seduto e pensieroso, un vecchio eremita, il quale ci fissò e rilasciò un lieve sorriso.
“Per quale motivo siete giunti alle pendici di queste montagne?” ci chiese l’eremita.
“Cerchiamo il tempio dimenticato, e il suo tesoro…” dissi.
L’eremita ghigno’ beffardamente e poi, rivolgendosi a noi, disse: “Molti sono le leggende che narrano di questo tempio, ma solo io conosco il vero passaggio che conduce al tempio!”
“Bhe vecchio portaci’ la’ senza tante storie…” borbottò Norkery.
“Se fossi in te avrei un po di rispetto…” Sentenziò l’eremita, che poi prosegui: “ Se volete conoscere il passaggio portatemi un anello d’oro a dimostrazione della vostra forza, ora andate a cercarlo…”
La ricerca non fu poi così difficile. Il saggio Klestopal sapeva infatti che, tra i mostri che abitavano nel sepolcro di Empyrea, ve ne era uno, Khakhan il demi-ghoul, il quale possedeva l’anello. Condussi quindi il mio gruppo alla grotta di Empyrea e aspettai la mattina per attaccare il demi-ghoul. Giunta l’alba, senza piu il terrore dei vampiri, fu facile per noi arrivare fino alla tana di Zhakhan, il quale poco poté sotto i colpi infieriti da Barghas e Qizpal.
Ritornammo dall’eremita con l’anello, e sul viso di questi si dipinse lo stupore.
“Bene, forse siete il gruppo di avventurieri che cercavo…diciamo che vi posso accompagnare all’entrata del tempio.”
Il vecchio eremita non perse tempo e, accesa una torcia, ci guido tra una serie di grotte e gallerie, fino a quando non giungemmo a un cunicolo sotterraneo in cui passava un fiumiciattolo.
“Il mio viaggio finisce qui” disse l’eremita “ora sta a voi procedere e prendere il tesoro del tempio, se ci riuscite…”
Detto questo l’eremita saluto tutti e si dileguò nel buio delle caverne.
A primo impatto il cunicolo non sembrava promettere bene. Sembrava uno dei tanti passaggi sotterranei che si nascondono nelle montagne di Empyrea, con l’unica differenza di avere un fiume che fluiva al suo interno.
“Forse c’e’ un passaggio sotto al fiume!” Esclamo’ Avielle “andiamo a controllare”
Il Saggio Klestopal ci munì di branchie e andammo in avanscoperta. Avielle aveva ragione, sotto al fiume vi era una cavità molto profonda che decisi di intraprendere insieme al gruppo. Peccato però che il nostro monaco non aveva previsto l’esistenza di alcuni mostri.
Giunti quasi all’arrivo in superficie ci imbattemmo infatti in una mostruosa anaconda, la quale cerco di stritolare Qizpal. Lo scontro fu breve ma molto intenso, con fendenti a destra e a manca. Alla fine l’anaconda venne massacrata da un colpo in testa ricevuto da Avielle.
Risalimmo in superficie. Non male come inizio. Ora superato il fiume ci attendeva una serie di viadotti sotterranei dai quali si sentivano venire dei rumori terrificanti. Il sesto senso di Arctis gli diceva di proseguire il cunicolo sud, per poi girare alla prima svolta ad ovest. Ci fidammo un po’ tutti del vecchio barbaro, in quanto conosceva benissimo le lande di Clessidra e perché il suo fiuto difficilmente si sbaglia. Ci avventurammo nei cunicoli e scoprimmo la causa di questi rumori. Al varco infatti ci aspettavano degli orrendi predatori, che si avventarono su di me. La forza del nostro gruppo però era troppo superiore, e in breve tempo accerchiammo il nemico e lo costringemmo a fuggire a suon di calci e colpi di cilindro. Il fiuto di Arctis, come ho gia detto, non sbaglia mai. Eccoci quindi giunti, dopo una serie di cunicoli, a quella che sembrava essere una risalita in superficie. Superando la salita ecco che vedemmo il tempio. Finalmente eravamo giunti al luogo desiderato.
Non sapevamo ancora cosa ci aspettasse al suo interno…
Il portone del tempio era scavato su roccia. Il tempio stesso si ergeva dietro alla figura imponente e imperturbabile di due guardiani. Essi erano circondati da un aura bianca e da uno scudo di fiamme.
“Sara dura” disse Ilendyl “Ma se uniamo le nostre forze riusciremo ad entrare”
Avanzammo verso il tempio ed ecco che subito i guardiani ci caricarono. Uno venne su di me, mentre l’altro si scagliò contro Qizpal. La lotta fu durissima. Il guardiano sembrava non sentire i colpi del mio cilindro e al tempo stesso picchiava come un demone primordiale. Mi venne in aiuto Barghas, mentre Arctis si scaraventò contro il guardiano di Qizpal. La lotta fu estenuante, il sangue schizzava da tutte le parti e il guardiano ancora non si arrendeva. Fu solo merito dei barbari se riuscimmo ad entrare al tempio. Stanchi forse dello scontro infatti, Barghas e Qizpal sembravano fossero colti da un raptus omicida, e sembravano non subire piu i colpi dei guardiani, e cominciarono a tirare colpi micidiali fino a farli crollare.
Il passaggio verso il tempio era ora libero. Decidemmo di entrare senza troppi indugi. All’ingresso ci trovammo dentro ad una strana stanza a forma di scacchiera. Al lato nord fluttuava uno spettro che ci guardava con perplessità. Provammo ad avanzare, ma appena misi piede su un tassello nero improvvisamente lo spettro evocò un incubo ke ci venne incontro attaccandoci. Qualcosa era andato storto, forse c’era un meccanismo per attraversare questa stanza…Forse dovevamo capire come dovevamo procedere. Cercammo di avanzare di corsa ma il risultato fu vano…sembrava quasi di essere dentro una partita di scacchi. Sul muro vi era raffigurato un disegno…il disegno narrava di una storia, di una lotta tra due re. Klestophal intuì che forse i due re rappresentavano simbolicamente il re bianco e il re nero degli scacchi. Provammo quindi a cercare la soluzione della storia. Norkery, che era solito giocare a scacchi con qualche avventuriero in taverna, interpretò la favola e ci indicò la strada da seguire…
Facemmo un passo….due…..tre….quattro….
Tutto funzionò a meraviglia. Lo spettrò ci guardò allibito mentre attraversavamo la scacchiera…e ci lasciò passare.
La stanza dopo aveva al centro una grossa clessidra con la sabbia che scorreva inesorabilmente. Ogni minuto che passavamo in quella stanza pesava sempre di piu…Quando la sabbia della clessidra finiva il suo scorrere appariva un incubo che cercava di ucciderci. Dopo il terzo o quarto incubo che ci si scagliava davanti, Barghas cercò di rompere la clessidra con tutte le sue forze. Così facendo, involontariamente, fece scattare una ruota dentata che faceva girare il meccanismo, e improvvisamente lo scorrere della sabbia ci catapultò all’interno della nuova stanza.
Era una stanza semplice, non vi era nulla di strano, a parte il fatto che mancava l’uscita. Trovammo scritta tra delle scartoffie una filastrocca, che suonava come un indovinello. La filastrocca parlava di mari non bagnati, di montagne piane e fiumi asciutti. Tutti noi cercammo di capire quale zona stesse descrivendo la filastrocca, quando all’improvviso Qizpal esclamò: Per la barba di Joker! Ci vorrebbe un mappamondo!
Alla parola mappamondo si apri un passaggio segreto. Qizpal involontariamente disse la parola magica. Guidai il gruppo verso la nuova stanza, la quale aveva quattro statue ai lati e ognuna che fissava verso il centro della stanza. Cosa voleva significare? Capii che al centro di quella stanza ci doveva essere qualcosa. Notai inoltre che per accedere alla stanza successiva era necessaria una chiave per sbloccare il portone. Tentati di posare qualcosa al centro. Inizialmente non successe nulla. Poi provai con le chiavi trovate nel corso delle altre stanze….ed ecco che arrivò la soluzione. Una volta gettata al centro della stanza l’ultima chiave si materializzò come per magia una nuova chiave, che sembrava arrugginita, ma andava benissimo per sbloccare il portone.
Attraversammo l’ultima stanza.
Ed eccolo, il tesoro, giaceva alla fine della stanza, il suo brillare illuminava le pareti. Ma a fare da guardia al tesoro vi erano due enormi golem, i quali, vedendoci, ci caricarono urlando: il tesoro rimarrà tra le nostre mani!!
Un golem si catapultò contro Qizpal, l’altro contro Barghas. Io andai in aiuto del primo barbaro, e a colpi di spada e di cilindro riuscimmo a farlo cadere, supportati anche dalle magie arcane del saggio Klestophal. Barghas fu aiutato da Arctis e dai chierici Norkery e Ilendyl, seguiti dai micidiali colpi del monaco Avielle. Fu proprio quest’ultimo a usare una delle sue mosse segrete per far cedere l’ultimo golem.
Distrutti i golem, il tesoro fu finalmente nostro. La leggenda era vera. Il nano guerriero questa volta aveva ragione, e tutti noi tornati in taverna con il nostro malloppo lo ringraziammo.
Deloriel, The Masterpiece UA