Il tempio dimenticato (primo gruppo)
Il folto gruppo di eroi chiamato a raccolta dal divino Raxy per scoprire i segreti di un misterioso tempio sconosciuto ad occhi mortali contava alcuni tra i più coraggiosi viandanti delle terre di Clessidra: come al solito guidava il gruppo il possente barbaro Oshumed, coadiuvato nell’arte di distribuire mazzate dal collega Nharog, la cui potenza fisica è confrontabile solo con la sua sete di sangue.. C’erano tre combattenti abituati ad agire nelle ombre come Aenur, Eveerix e Thantreth (fratello del noto bardo poeta Kileroth), due templari (il giovane Natrek e l’esperto Tungarim), l’acuto e potente mago Siiward, il chierico Nayseth e infine il saggio Tharkas.
Le poche parole del divino ci indirizzarono verso i dintorni della cripta di Empyrea, noto più che altro come casa di vampiri e muro del pianto di tutti gli avventurieri dalla carica non abbastanza efficace..
Esplorando le montagne trovammo un eremita.. Che ci chiese una prova del nostro coraggio: dovevamo portargli un semplice anello d’oro custodito dal temibile Zhakahn, demighoul dai grandi poteri magici. Oshumed, Tungarim e Thantreth si occuparono dell’impresa, che si risolse nella rapida fine del non morto.. E della gran parte dell’equipaggiamento di Tungarim, dopo una scarica di energia disintegrante.
Consegnato l’anello all’eremita, quello ci condusse all’ingresso del tempio segreto, salutandoci come se fosse certo di non rivederci mai più.. Per nulla intimoriti dagli scherzi di un vecchio pazzo, ci dirigemmo baldanzosi per l’unica strada visibile.
Le prime bestie a ostacolarci furono grosse anaconde ed enormi predatori marini.. Ma non erano niente di significativo per un gruppo come il nostro! Superata senza impicci questa prova, ci trovammo dinnanzi i due guardiani del tempio.. Decisamente più temibili.
Durante il furioso combattimento che ci vide opposti ai guardiani più di un curatore rimase a secco di energia spirituale, ma proprio mentre iniziavamo a tenere il peggio, gli enormi spettri caddero sotto i colpi dei nostri guerrieri.
Dopo questa parentesi di combattimento furioso, era arrivato il momento di mettere in moto il cervello per aprire il portone del tempio: mentre i barbari assumevano un’espressione particolarmente ebete e Thantreth premeva a caso tutto quello che vedeva, fu Tharkas a trovare il giusto punto da toccare per aprire la strada, e il gruppo potè proseguire.
Una dura serie di enigmi ci attendevano.. Il primo parlava di un’epica battaglia tra due eserciti schierati. Intuimmo subito che si parlava di scacchi, ma questa volta, mentre Siiward e Tharkas ricostruivano la partita, fu l’intuito di Thantreth a permetterci di superare agevolmente l’enigma, andando a tracciare tutte le mosse della partita di scacchi attraverso i colori delle caselle.
Galvanizzati da questo successo, ci aspettavamo di arrivare in fondo facilmente, ma non avevamo fatto i conti con le trappole del tempio.. E in effetti l’enigma successivo si rivelò di facile risoluzione, con Tharkas che dava la risposta esatta, anticipando di un soffio Siiward, a questo indovinello:
Dove tutte le montagne sono piane.
Dove tutti i fiumi sono asciutti.
Dove tutti i mari iniziano e finiscono in uno sguardo.
Dove tutto questo sta’ fra le mani.
La stanza successiva presentava una trappola a tempo.. Ogni minuto un oscuro incubo ci assaliva, impedendoci la concentrazione. Purtroppo, mentre eravamo alla ricerca del modo di andare oltre, il buon Siiward trovò la morte proprio per mani di uno di questi incubi. L’enorme clessidra che girava davanti a noi scandendo il tempo che mancava all’arrivo del demone successivo ci appariva più che mai uno scherzo di cattivo gusto. Fu il giovane Natrek ad avere la vista più fina di tutti, e a trovare il punto debole del meccanismo in una piccola ruota dentata alla base della clessidra. Strappato quell’ingranaggio dal meccanismo, la clessidrà si fermò e si aprì il passaggio verso la stanza successiva..
Ormai eravamo in dirittura d’arrivo: due golem di ferro custodivano due chiavi.. Ma non potevano davvero essere una minaccia per un gruppo di questa levatura. Ottenute le due chiavi, ci aspettava un ultimo enigma: una stanza esagonale con una porta sul lato est e cinque statue sugli altri lati, che guardavano fisse lo stesso punto sul pavimento. Dopo qualche tentativo di forzare la porta, decidemmo di posare le chiavi, e accadde un prodigio: gli sguardi delle statue fusero le due chiavi in una sola, che si adattava perfettamente alla serratura della porta.
Nell’ultima stanza ci aspettava un poco rassicurante Guardiano del Tesoro.. Ma ormai eravamo tanto vicini alla conclusione che non era davvero il caso di fermarsi. Tutti i nostri combattenti si gettarono sulla figura, per impedirgli di esercitare le proprie arti arcane, mentre i curatori davano fondo alle proprie riserve di energia per curare i possenti barbari. Fu Nharog a dare il colpo di grazia al nostro ultimo ostacolo prima del tanto sospirato tesoro.. Ci buttammo in mezzo a una stanza piena di monete d’oro, dividendole senza litigi come dovrebbero sempre fare dei bravi eroi.
Nemmeno una grande quantità d’oro può scuotere l’animo di chi si getta in un’impresa per amore del mistero, dell’eroismo e dell’amicizia!
Tharkas, The Sleeping One