Il servitore del male

Il servitore del male

 
Era un tardo pomeriggio di una giornata come tante. Un ragazzo seduto ai bordi della fontana in sovrappensiero osservava la Capitale con fare distante, come fosse incantato da un qualcosa di invisibile agli altri. Problemi…pensieri….continuavano vorticosamente a turbinare nella mente del giovane. Eppure tutto sembrava scorrere liscio mentre l’aria si faceva piu’ umida e alcune nuvole all’orizzonte non promettevano niente di buono per la notte.
“Possibile che i miei sensi mi mettano in guardia da un pericolo inesistente?” – continuava a ripetersi il giovane in testa quand’ecco sbucare da un’incrocio di via del Giglio un uomo di mezza eta’ , dai vestiti sgargianti,e un passo frettoloso che non aveva nulla di rincuorante. Il ragazzo lo aveva riconosciuto: era il governatore della capitale Poldir. L’uomo era rosso in viso, forse per la corsa e l’affanno, ma dopo poco fu chiaro il motivo della sua preoccupazione.
“Una grave minaccia oscura i cieli di questo mondo sotto una folta coltre di male, infatti mi hanno appena informato che un essere maligno e’ giunto con un potente incantesimo fra noi attraverso un varco astrale. Il vostro compito e’ di cercarlo e di distruggerlo!”
A questo punto il giovane seduto sulla fontana si rese conto che quelle che prima erano state solo sensazioni, ora erano paure concrete, reali. Si scosto’ il lungo ciuffo di capelli che gli copriva parzialmente lo sguardo e si alzo’ in piedi. Altri avventurieri si avvicinarono al governatore per dare il proprio aiuto, mentre altri rifugiarono le loro paure in qualche bicchiere d’alcool nella rassicurante taverna adiacente la piazza. Il giovane ragazzo lancio’ un’occhiata agli altri sei avventurieri che come lui avevano risposto alla richiesta di aiuto di Poldir.
Cosi’ il giovane telepate Nickewen ebbe modo di conoscere i barbari Fayden e Neymed, il guerriero Falego,  i chierici Kinhor ,Norkery e il druido Garion. Nonostante le loro diversita’, tutti avevano negli occhi il disprezzo del pericolo e il desiderio di partire al piu’ presto. Il governatore indico’ al gruppo in spedizione che la loro prima tappa era una donna in grado di prevedere il futuro semplicemente da alcuni carte chiamate tarocchi.  Li avrebbero appreso la gravita’ della situazione ed eventuali soluzioni per poterla arrestare.
I sette avventurieri dopo vario pellegrinare giunsero nella tenda della donna che poteva leggere il futuro grazie al potere di una pietra evanescente. L’oggetto in questione infatti poteva captare la provenienza di altri essere da altri piani. Cloris la cartomante non tardo’ a riferire cio’ che aveva percepito: una intrusione.
“Sono riuscita a vedere l’essere immondo catapultato”- racconto’-“Lui e’ un servitore del male anteprima di ben piu’ potenti esseri…demoni oscuri! Ora dobbiamo scovare questo essere prima che richiami dal varco creato i piu ‘ potenti demoni oscuri, dominatori degli abissi profondi dell’inferno. I demoni non hanno spoglie mortali ,sono demoni dalla notte dei tempi. Per fortuna essi non sono fra noi ancora,ma c’e’ solo il servitore del male! Vedo che sta per varcare il portale in un corridoio subacqueo pieno di strane alghe che coprono completamente la visuale e impediscono di vedere in che direzione si sta andando”
Un pensiero baleno’ nella mente del giovane telepate. Troppo veloce per poterlo afferrare e visualizzarlo.Quante volte penso’ che la sua mente poteva esser un pozzo di informazioni, o una gabbia che porta alla follia… Forse doveva smettere di pensare….forse doveva evitare di concentrarsi sulle persone….forse….
In quel trambusto di pensieri, Nickewen si rese conto che il gruppo era gia’ partito in marcia verso un’isola lontana. Rischiava di rimanere indietro se continuava a esser fuori dal mondo con i suoi pensieri. Per questo si rimise velocemente una sacca in spalla e segui’ i suoi compagni di avventura.
Un brivido. Acqua gelida alle caviglie.
Si rese conto in fretta che l’intenzione dei compagni era di immergersi per interi in quelle pericolose acque. Poche raccomandazioni e in un baleno si trovarono a nuotare nelle diverse grotte subacquee popolate da un antico regno di tritoni. Riuscirono perfino ad esser ricevuti dal re, che spiego’ loro la vita del regno. Il tempo per cogliere di sorpresa il demone da cacciare si stava riducendo drasticamente. E ancora non avevano nessuna traccia. Molta confusione inizio’ a scorrere all’interno del gruppo. Nickewen sentiva piu’ degli altri questo problema, in quanto dentro lui si andavano addensando altri pensieri, altri problemi. La spedizione allora si diresse in una cieca ricerca del demone verso strade gia’ note, verso caverne esplorate nel sottosuolo.
“Non troveremo mai cosi’ la soluzione, dannazione! “- continuava a ripetersi il giovane fino a quando non esplose in una crisi che lo porto’ ad allontanarsi da solo per qualche minuto. Poi si sedette su una pietra piatta, le mani scorrevano tra i capelli : “La mia mente non sara’ la mia gabbia, ma il mezzo che mi portera’ alla verita’”.
Lo ripete’ a se stesso qualche altra volta. Poi fece lo sforzo di recuperare i barlumi che gli balenavano nella mente. Questa volta pero’ riusci’ ad afferrarlo. Lo lascio’ libero di espandersi nella sua mente, un disegno si stava delineando. Una grotta forse, un posto gia’ visto in un tempo a lui sconosciuto. Fece un ulteriore sforzo. Vide altri particolari che lo aiutarono a riconoscere il luogo. Un sorriso gli scorse sul viso.
Chiamo’ subito i suoi compagni di avventura che in poco tempo si fecero breccia tra alcune creature che ostacolavano il cammino indicato dal giovane telepate. Poi l’intuito e lo spirito di avventura dei suoi compagni fecero il resto. In un baleno si immersero in un’acqua piu’ torbida fino a scovare il servitore del male. Lo scontro fu rapido, violento e deciso. Il demone dopo le numerose ferite inferte, spari’ davanti agli occhi del gruppo, e il portale alle sue spalle  si chiuse in un baleno. La paura era finita, potevano tornare a dare la buona notizia al governatore.
La notte era quasi passata…le prime luci del mattino iniziavano a fare capolino sulla piazza della Capitale, quando Nickewen si congedo’ dai suoi compagni di avventura, conscio di una nuova forza interiore che lo avrebbe sorretto in qualsiasi situazione. Aveva rimosso le paure dalla sua testa e i suoi poteri ora erano un’arma affilata e non piu’ una gabbia dalla quale provare a fuggire.
Ma la stanchezza era tale , che la mente infine dovette cedere il posto al sonno che tutto quieta.
 
-Dal diario di Nickewen, antico Principe di Tyrsis-
 

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