Il ritorno dell’ Hydra

Il ritorno dell’ Hydra

 

[Antefatto: Il rapimento di Poldir  

 

 

“…e così l’altra sera, prima d’aver cenato,

per mano mia, il mostro è morto assassinato!”

 

“Mi piacerebbe concludere così il racconto, ma non trovo gli accenti e la musicalità adatta” dissi accarezzandomi il mento.

“Darnibal caro, amo stare a sentire i vostri racconti, ma penso che il tempo delle grandi battaglie, per noi due sia passato, siamo anziani oramai e alle volte la mente, ci fa sembrare vero ciò che abbiamo sognato ” ripose con un bonario sorriso Thorsen, un famoso nano che dell’ascia e delle preghiere fece la sua vita, camminando per il viale alberato ad ovest della Capitale.

Erano passate già due notti da quando Poldir era stato liberato dal terribile guardiano, ma forse il nano, che oramai preferiva le grotte solitarie alle caotiche città non ne era al corrente.

 

Venne ad interrompere la calma di quella passeggiata, tra i colori pastello delle prime ore del mattino, un uomo di mezz’età tutto indaffarato ad affiggere alcuni sfogliaci sulla corteccia degli alberi del viale. Una giacca logora dagli alamari sporchi di inchiostro, cibo e non si sa quale altra sostanza; la camicia aperta fino allo stomaco rigonfio; lunghi capelli brizzolati in ciocche scomposte…lo riconobbi , il banditore mi sorrise con i 3 denti che gli rimanevano in bocca e tornò ai suoi affari.

Tornati in città, notammo che attorno a manifesti, simili a quello del banditore,si erano creati capannelli di curiosi che discutevano animatamente.

“Non hai letto, anche tu, ciò che racconta Ophra ?” diceva preoccupato Keija, sacerdote dell’Ordine del Tempo.

“Se così fosse, dovremmo organizzare al più presto una spedizione” ripose in tono agguerrito, un nerboruto combattente chiamato Semeth, campione di un ordine di guerrieri demoniaci che un giorno fu annientato dalle forze divine per il male che aveva generato sulla terra.

 

Incuriositi, ci dirigemmo verso la Nuova Città. Un folto gruppo di avventurieri richiamati alla Capitale dai racconti di coloro che uccisero il mostro e dall’annuncio della venditrice di animali si era fermato davanti ad una casina lungo la Via dei Negozi; ad un tratto una donna molto bella uscì dalla piccola porta in rovere ed annuì preoccupata alla folla.

 

“Ebbene signora, raccontateci delle nuove sul mostro deceduto” iniziò Nethel , l’elfo che dedicò la sua esistenza alla Natura tanto che Ella lo ricompensò permettendogli di mutare il suo corpo nelle sembianze dei suoi molteplici figli.

“Questo mostro mi ha ricordato un’antica storia” cominciò la donna.

“In tempi passati viveva nel regno dei tritoni un mago,studioso delle arti magiche applicate agli animali; costruì per i suoi diabolici esperimenti uno zoo di animali tra i più disparati. Dicono che riuscì a richiamare in vita una bestia immonda e mitologica: un Hydra, animale antico come il male che da sempre piega il mondo al patimento della paura.”

“Noi combattenti abbiamo scordato cosa significhi il terrore, già dalla tenera età. Perché dovremmo temere un animale dello zoo ?” proruppe la voce di un enorme gigante con i segni dell’Unicorno sullo scudo, era Elsworth il barbaro. 

Dopo un sospiro la voce riprese il racconto:

“La leggenda narra che l’ Hydra, venuta alla luce, aveva le sembianze di un serpente a 9 teste; sangue e devastazioni provocò questo mostro, prima di essere ucciso assieme al mago che la generò. Ora l’ Hydra e’ riapparsa, purtroppo, dopo molti secoli, segno che qualcuno ha trovato il modo di farla risorgere.”
 
L'Hydra
 
“Ordunque, il sole e’ sorto e non e’ mia intenzione affrontare il male al cospetto delle tenebre notturne, da cui esso trae la forza.” esclamo Oshumed, Generale della Signoria, il cui spirito fu più volte lodato dalle persone e premiato dalle forze celesti. “Ucciderò da solo l’Hydra se ce ne fosse bisogno!”.
Dopo alcuni momenti di riflessione, molti presero la strada del ritorno e pochi altri si unirono al gigante nell’impresa disperata; tra questi v’era anche un prete di malaffare, che per sfuggire all’inseguimento di alcuni uomini assoldati dall’impero per ucciderlo si era mischiato tra la folla; costui era Krion il solitario prete del Tempo.
 

Dopo poche ore il battello della Compagnia dei Mari Occidentali ci portò in prossimità dell’ingresso all’impero dei tritoni dove regna il silenzio e la pace delle glauche luci abissali.

Gli abitanti non sono abituati a frequenti intrusioni della “gente di sopra” e benché educatamente salutassero alcuni di noi, le guardie sospettose portavano alle mani le tripuntate lance. La folla di avventurieri, attraversando tutta la città, percorse i corridoi del palazzo reale per conferire con il sovrano.

 

“Buona giornata Sovrano” intervenì una giovane gnoma dai tratti giovanili “sono Nyndiel, studiosa della magia della vita e di quella della metafisica, veniamo al vostro cospetto in cerca di preziosi consigli per annientare la minaccia”.

“Consigli..?!?…Minaccia ?!?, di cosa parlate ?” rispose Uhstuik’h dubbioso.

“Pare che qualcuno sia riuscito a evocare un’immonda creatura: un Hydra” lo informò Oshumed, “e che questo sia avvenuto proprio a due passi dal suo palazzo, nello Zoo sottomarino”.

“L’Hydra, ne parlano solo antiche leggende del passato” confermò il sovrano. “Ma ora che mi ci fate pensare c’e’ stato ultimamente un mago,interessato allo zoo, antica sede di quegli esperimenti malefici…”, rifletté per un attimo, “Ha cercato un po’ nella zona, poi se ne e’ tornato al nord da dove proveniva”. Tungarim, un possente templare della Fede del Tempo ascoltava interessato il discorso del re, gingillandosi con un pesante cristallo di lapislazzuli azzurro frutto di chissà quale passata avventura.

 

Dopo qualche secondo di silenzio il re , accarezzandosi la lunga barba bianca, disse: “Ho sottovalutato quell’uomo, maledetto il giorno in cui gli ho permesso di ficcanasare allo zoo, andate a stanarlo prima che l’Hydra torni in vita per commettere le efferatezze raccontate nelle leggende; il popolo da cui proviene, staziona a nord del fiume Phesh, sicuramente sapranno dirvi dove si e’ cacciato quello stregone. Fate attenzione però, e’ un popolo di guerrieri violenti ”.

“Poveri di mente ma potenti nelle braccia, questo e’ il moto della mia tribù da secoli!” intervenne Hudish, il giovane gigante che per primo incontrò in battaglia l’ Hydra, durante la prima spedizione per il salvataggio di Poldir.

 

Al fianco del re stava ritto sull’attenti un grosso tritone che ghignando allungò il proprio tridente con l’intenzione di far cadere e ridicolizzare uno del nostro gruppo; sfortunatamente per lui il destinatario dello scherzo era Askalez potentissimo manipolatore mentale Signore dei Signori di Krialir che con una potente onda mentale disgregò il cervello dell’avventata guardia, la quale cadde a terra priva di sensi e.. di vita.

 

Pochi istanti e la furia del re fu su di lui; alcuni assistevano interdetti allo scontro altri cercavano di far qualcosa, tra tutti fu Valarion il più veloce,avido di conoscenza quanto esperto nelle arti divinatorie… guariva le ferite del sovrano più velocemente di quanto li squassi d’energia di Askalez potevano provocar contusioni sulle squame del re. Era forse un discepolo del mare o l’antica lotta tra i clan rivali rinasceva trasversale in queste circostanza?

 

Un frastuono, come una valanga che piomba sulla valle, esplose in tutto il palazzo.

Pochi sanno che il dio del mare non ama l’intrusione di esseri della terra nei propri domini, da quando, ladri senza nome, s’intrufolarono in un tempio a lui dedicato per trafugare un potente artefatto appartenuto all’eroe tritone Pytris il grande.

Una turba invisibile faceva tremare le pareti, uno schianto, poi il silenzio…eravamo tutti immobili ad aspettare…qualcosa…o qualcuno…

 

 

Geminati dalla furia del dio, decine e decine di orribili tentacoli invasero la sala ed aggredirono tutti i presenti:

Elsworth fu il primo bersaglio delle spire marine, e quando immobili guardammo il suo corpo avvolto dalla melma nera e lo considerammo morto, Node un vigorosissimo templare con un colpo d’ascia trancio di netto il tentacolo che gli stringeva il collo e gli infuse la vita imponendo le sue mani sulla fronte.Segui l’aggressione al brutto Kalyon che per quanto barcollasse sotto i colpi nemici dal suo piccolo corpo diede vita ad un’esplosione di luci ed antimateria tale da rendersi immune alle strette del nemico.

Un giorno il mio maestro mi disse che non importa essere il più veloce arciere di un esercito per divenire un eroe, ma anche la persona più umile può diventarlo compiendo gesti di grande valore ed intelligenza, questo mi tornò in mente guardando un elfetto che dall’inizio, un po’ tentennante ma con gran coraggio ci seguiva , Lighaor era un ragazzetto ancora molto inesperto sulla strada che lo avrebbe condotto alle armi ed alla stregoneria, ma che quando pochi seppero cosa fare evocò una coltre rosacea attorno alle bestie indicandoci le zone vitali e dove quindi sferrare i nostri violenti attacchi.

Dopo molte riprese , molti feriti e molto sangue versato quel nembo assassino fu annientato e le sue carni andarono a imbrunire le candide pareti del palazzo, il re non parlava, anche lui accasciato al suolo; ci allontanammo molto velocemente da quel luogo prima che il resto della guarnigione si accorgesse dell’accaduto.

Alla fine della mattinata ci fermammo per il pasto, tra i capretti portati dai nani e il dolce profumo del formaggio gnomico; ma il momento più sereno della giornata fu rattristato quando un amato compagno ci lasciò:

“In anni ho servito la natura e la giustizia ad essa legata, e da essa sono stato protetto ed accudito. Oggi, una mandria di violenti assassini, si e’ macchiata di un onta contro il potere umano e divino, andiamo ad abbattere un mostro con le maniere dei demoni notturni, non e’ mia intenzione restare con voi e portare la mia fama al declino con la vostra, quant’e’ vero che sono stato e sarò sempre Nethel la Guida delle armate alate degli unicorni.” Cosi dicendo sparì camminando tra le fronde degli alberi come una goccia salmastra che ritorna al mare da cui proviene.

Riflettendo sulle sue parole riprendemmo il viaggio in un mesto silenzio, percorrendo le vie della steppa diretti alla foce del fiume Phesh.

Nel primo pomeriggio proseguendo lungo le sponde del fiume ci venne incontro una densa nebbia che impregnava di umidità le nostre corazze e faceva sparire dentro di essa tutto ciò che indossavamo al di sotto delle cosce; ogni tanto qualche gnomo del gruppo invece spariva completamente lasciando in vista solo i pennacchi dei cappelli a punta tipici degli studiosi di quella razza.

 

 

Le silenziose vie attraverso la tundra venivano attraversate da periodici colpi di vento. FIUSCHHH FIUSCCHH, camminavamo un po’ più allarmati FIUSCHH  FIUSCHH, sembrava che ai tintinnii delle nostre corazze se ne fossero aggiunti degli altri, FIUSCHH FIUSCC…CKLING in un lampo una figura aveva portato un lungo coltello alla gola di Valarion. “Chi siete? Cosa cercate nel nostro territorio?” sussurrò un magro guerriero della popolazione della tundra.

“Veniamo in pace! E’ questo il ringraziamento per aver eliminato l’Hydra giorni orsono?” rispose, deglutendo preoccupato, l’ostaggio.

“Siamo alla ricerca della causa dell’oscuro male che rischia di eliminare tutte le popolazioni, e qui pensiamo di trovare la fonte in un vostro stregone” intervenì Oshumed.

Una sensazione di calore si profuse attraverso la nebbia, il guerriero sembrò rispondere ad un comando quando lasciata la gola dello sfortunato chierico si dileguò attraversando la cortina fumosa.

Arctis percependo l’assenza del percolo ripose nella borsa alcuni interessanti oggetti  donatigli da un dio in persona come ringraziamento di chissà quale eroica impresa.

 

Un voce cominciò a parlare, nemmeno i miei sensi elfici seppero definire la direzione da cui provenisse: “La fonte che cercate non si trova tra di noi, per quanto un tempo fosse un nostro amato fratello. La passione per ciò che non é naturale e per i racconti delle antiche sciagure, lo hanno condotto alla follia; ora vive come un vagabondo errante in giro per il mondo alla ricerca di oscuri segreti.”

“Dobbiamo forse inseguire un piccolo astro nell’immensità del cielo?” intervenne in tono seccato Tyrus Helveryne, una splendente armatura dalle fogge non umane attorno ad un vecchio elfo.

 

“Pensavamo fosse solo un visionario.” continuò la voce ignorandolo “Ma quando l’Hydra ci attaccò  per la prima volta disposi che delle spie lo rintracciassero. Ora sappiamo che si nasconde nella tomba di due fratelli, che un tempo furono seguaci del dio della giustizia, ma la cui anima fu divorata dai diavoli che vivono in quel sepolcro, ed ora solo un essere senz’anima come Ashan il folle può dimorare in quei luoghi.”

 

“Dunque…” iniziò  pronto ad un’astuta osservazione Rauwinde colui che tra i Signori guida la polizia segreta di Krialir.

“Non ho altro da dirvi!” lo zittì la voce “Avete ancora pochi attimi prima che i nostri arcieri rendano le vostre corazze dei colabrodo, andatevene dal nostro territorio!” detto ciò la voce si affievolì, fino a dissolversi insieme alla nebbia che ci circondava; molto velocemente lasciammo quei luoghi di morte, patria di invisibili guerrieri e di incauti avventori.

 

Arrivava la sera, dopo diverse miglia tra le verdi foreste del nord e le pianure dei campi coltivati vicino Ugarit arrivammo alle rovine di un antico fabbricato, forse arcaico tempio, forse sacrilego monumento.
 

Ad anticipare il nostro ingresso la voce di Ashan: “Come osate disturbare il mio dominio?”, “Si come osate disturbare il nostro padrone” rispondeva replicandosi il mago.

“Sono stato in tutti i luoghi a ricercare i segreti più terribili e ci sono riuscito, presto le città cadranno ai miei piedi…piedi…edi…edi……edi” continuò facendosi eco da solo, preso forse da un pluri-sdoppiamento di personalità.

“Non arriverete mai a toccarmi perché non appartengo più al regno fisico”.

“Si, si, il padrone e’ etereo, sono divino” blaterava mentre noi entravamo dentro la fortezza.

“Ah ah ah, sarò il supremo”, già le lame di Bulafraghz il guerriero, zittivano le prime guardie.

“Ah ah ah, sarò il meraviglioso”, un demone simile ad una donna ghiacciata perdeva la testa per mano di Mael.

“Ah ah ah, sarò l unico” uno spirito verde veniva risucchiato nell’oltretomba grazie ad un’astuzia di Askhe, il nano sapiente nostro compagno nel ritrovamento di Poldir .

“Ah ah ah, sarò l’inizio e la fine”, una figura tra fiamme si spegneva ghiacciata sotto l’ordine di Zaknafei.

“Ah ah ah mai un mortale mi si potrà avvicinare”, eravamo di fronte al portone della sua cella.

 

 

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