Il Mago Nero

Il Mago Nero

” … iharanokrem tipsranok, ine arak onofegham… ”
“Mi ci vorranno alcuni giorni prima di poterlo decifrare” pensò Norus, mentre, poggiando il libro sul leggio di legno, si alzava.
Il mago prese la coppa d’argento che stava sul tavolino accanto alla sua sontuosa poltrona da studio dopodiché iniziò a camminare pensoso per la stanza.
La veste nera che lo copriva faceva uno strano contrasto con la barba corta, i capelli bianchi e quel viso rotondo su cui risaltavano i due occhi azzurri e profondi.
“Quel libro contiene incantesimi incredibili” pensò, mentre ancora sorseggiava il sidro che aveva nel boccale.
“SERVO!” disse a voce alta.
Il mago posò la coppa sul vassoio sopra al tavolino mentre una figura, vestita solo dalla vita in giù, si presentava alla porta dello studio del mago.
Il servo era incatenato mani e piedi, e un altra catena ancora univa queste due. Il servo s’inginocchiò impacciato e si rialzò subito, andò il più velocemente possibile verso il vassoio e lo prese. Norus, nel guardarlo, ghignava soddisfatto, vedere penare qualcuno gli dava un enorme compiacimento.
Mentre il servo era sulla porta stava per andarsene Norus sollevò la mano sinistra e la chiuse
velocemente a pugno, un incantesimo era appena scaturito da quei gesti.
“UAAHHRGGG!!” il servo emise un lacerante urlo di dolore e cadde in ginocchio ma stranamente
tenne sollevato il vassoio sopra di se cercando, disperatamente, di non farlo cadere per nessun
motivo.
Avvicinandosi da dietro il mago disse all’orecchio del servo inginocchiato “Bene, vedo che hai
imparato.”
Poi prese la coppa ancora mezza piena di sidro, la vuotò d’un fiato e la riappoggiò, sbattendola, sul vassoio. Il servo si rialzò a fatica e se ne andò.
Norus prese un attimo a girare per lo studio, si fermò solo davanti al libro osservandolo di sbieco mentre con una mano si grattava la barba con fare pensoso.
Il mago sollevò lo sguardo e lo diresse verso l’unico angolo della stanza dove batteva il sole.
“Bene. Secondo la meridiana, Krokej dovrebbe essere qui tra poco e spero per lui che abbia le informazioni che volevo.” Norus aspettò ben poco.
Una figura alta, ammantata da una veste nera simile alla sua si presentò alla porta dello studio pochi minuti dopo.
“Sommo Norus, i miei saluti.” disse Krokej.
“Accomodati Krokej.” disse il mago.
Krokej era molto più giovane di Norus, era un mago molto alto per la media, magro e pallido, aveva la faccia scavata, gli zigomi sporgenti e delle strane occhiaie nere, sembrava quasi un tipo di zombie a volte.
I due si sedettero, Norus sulla poltrona e Krokej su un altra seggiola vicina.
“Ecco, ho portato le informazioni.” disse Krokej a Norus mentre gli porgeva una pergamena.
Krokej vide immediatamente l’espressione soddisfatta del mago mentre tendeva la mano per prendere
il papiro.
“Credo però che ti interesserà sapere come sono riuscito ad ottenerle” aggiunse il giovane.
Norus staccò un secondo lo sguardo dalla pergamena e lo sollevò molto incuriosito verso Krokej.
Il mago prese la pergamena e la pose accanto al libro nel leggio.
“Come hai…” disse Norus, ma prima che potesse finire Krokej lo interruppe.
“Ti prego, offrimi da bere prima, avremo tutto il tempo e sono arso in gola” disse Krokej.
“SERVO!” disse il Norus.
Poco dopo lo stesso servo incatenato si presentò alla porta con un vassoio e due coppe.
Lo schiavo, camminando lentamente, portò il vassoio al tavolino e si girò per andarsene.
Ancora una volta Norus sollevò il braccio mentre il servo, accorgendosene, sembrò essere scosso
da un tremito di terrore. Norus però non chiuse il pugno, a volte traeva piacere anche dal solo
terrore.
Il servo quindi se ne andò.
Krokej guardò Norus con un occhiata d’intesa dicendo “Deve essere divertente!” e, subito dopo, prese la coppa.
Norus lo imitò e con un brindisi iniziarono a bere.
I due sorseggiarono il sidro lentamente, degustandone gli aromi e gli odori, poi una volta finito posarono le coppe.
“Ti volevo chiedere, Norus, come ti senti?” disse Krokej, mentre, il suo sguardo passava velocemente dalle coppe al mago.
“Ma che domande fai? Non mi sembra che dovessimo parlare di convenevoli e della mia salute ORA.”
rispose Norus quasi alterato.
“Vedi…” disse Krokej “in questo esatto momento la tua bocca non é più capace di proferire parola.”
Norus lo guardò strabuzzando gli occhie e al contempo provando a dire qualcosa senza riuscirci.
“Non provare a far nulla, sarebbe inutile” continuò Krokej.
Norus provò ad alzarsi di scatto ma l’unica cosa che ottene fu di cadere dalla sua poltrona.
Krokej si alzo, si abbasso sul mago e si sollevò una manica.
“Osserva stolto.” il giovane mago si passò una mano sull’avambraccio e magicamente apparve il
simbolo della cerchia dei paladini di Pelor.
“Penso che immagini quello che ho dovuto fare per infiltrarmi, ma il mio Dio é misericordioso e mi ha perdonato, in questo modo salverò un immenso numero di innocenti.”
Poi aggiunse “Ah, ora dovresti soffocare.”
Norus si portò le mani alla gola mentre il suo viso iniziava a diventare paonazzo.
“Ora devo proprio andare.” disse sarcastisto verso il mago.
Krokej prese il libro, la pergamena e alcuni altri scritti.
L’unica cosa che il mago poté sentire prima di morire fu l’incantesimo sciogli catene e le parole
di Krokej rivolte verso il suo schiavo “Hai fatto un ottimo lavoro, ora però dobbiamo fuggire.”
 
Nell’oscurità della notte, un corpo giaceva in uno studio silenzioso e deserto.
All’inizio solo chi fosse stato in gradi di vedere le auree magiche avrebbe notato la luminosità proveniente dal bracciale indossato sul braccio dal cadavere.
Poi quella luce magica iniziò a diventare più forte e più vera fino a diventare accecante per tutti.
La manica prossiama al bracciale iniziò a bruciare, mentre il corpo del mago morto sembrava disidratarsi, annerirsi e invecchiarsi a vista d’occhio.
La figura, ormai scheletrica, si alzò in piedi, le vesti scure non facevano più contrasto con gli occhi che erano diventati completamente neri.
“Ho fatto bene a creare questo bracciale del Leech” disse Norus con una voce che proveniva
dall’oltretomba.
“E voi me la pagherete…”
 

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