Il lento ed inesorabile susseguirsi degli eventi

Il lento ed inesorabile susseguirsi degli eventi

Quello strozzino vendeva quei rubini ad un prezzo troppo alto, andava bene essere ladri ma così…era troppo esagerato!
A nulla valsero le mie minacce di morte, quella cintura non me la volle proprio regalare ed anzi approfittò del fatto per tentare di convertirmi al suo credo pacifista.
Illuso proprio IO, portatore di male ovunque, dovevo far uscire i buoni sentimenti perbenisti che andava predicando dal mio cuore…ma poi quali sentimenti? Io non provo sentimenti solo la compagnia del freddo del mio cuore mi ha permesso di essere ancora vivo…
lealtà fedeltà amore scambio reciproco…non sono e non esisteranno mai per me stesso….solo io conto. Stavo dichiarando queste mie elucubrazioni mentali sostenendo che grazie ad esse e al mio Dio potevo controllare tutto e portare ovunque la morte, quando uno strano fenomeno mi si parò davanti agli occhi in taverna.
Sembrava che uno stuolo di rampicanti fosse all’improvviso cresciuto dai legni ormai marci della taverna e mi ritrovai bloccato in una morsa ferrea.
Tutto?, mi disse quella voce che non tradiva alcun sentimento, la natura è ovunque e tu mortale non la puoi controllare.
A nulla valsero i miei sforzi di trovare un posto in cui la natura non esisteva, era ovunque.
Ben presto compresi che dovevo trovarmi al cospetto di qualche insulso avatar di Dio minore, difatti solo il mio demonio Leshrac si permetteva di mostrarsi in tutta la sua potenza.
Così non ci feci molto caso e in un battibaleno innalzai attorno al mio corpo uno potente scudo di fiamme. Quei rampicanti in un primo momento sembrarono ritirarsi, ma poi le radici aprirono gli assi di legno sotto di me.
Caddi verso il basso della taverna, ma ancora una volta feci del mio corpo una piuma, così la caduta si rivelò essere un piccolo saltino.
La voce continuò in tono di sfida ed io sicuro della protezione del mio Dio, la accettai ben volentieri. Corsi fuori dall’uscita nord di quella insulsa città, e iniziai subito con aprire voragini ovunque posavo lo sguardo.
Purtroppo non sembravano sortire effetto se non il riso di quel maledetto avatar, allora oscurai i cieli e chiamai a me la forza elettrostatica del fulmine indirizzandola contro il mio nemico.
Alzò solo un palmo di mano e senza deviarlo nemmeno, l’assorbì completamente, decisi allora per una fuga strategica in arena.Quell’essere osò chiamarmi vigliacco ma ciò non era vero, dovevo solo propiziare un rito in favore del mio Demonio affinchè mi aiutasse a sconfiggerlo.
Purtroppo senza rendermene conto, collassai dallo sforzo e mentre cadevo svenuto ricordai le ultime parole dell’avatar che mi dicevano, la natura non è controllabile da nessuno e può essere buona o cattiva allo stesso tempo, per questa volta ti lascio andare ma da oggi guardati alle spalle avrai un nemico in più…
Non ricordo cosa accadde poi, so solo che mi ritrovai nei letti scomodi e pulciosi della taverna, scesi giù nella piazza dopo aver dato il minimo indispensabile di monete a gwendalyn per il soggiorno, anche se non le accettò…
Orrore! Raccapriccio! Abominio! Quei maledetti erano tutti giù in piazza ma che stava accadendo?
Avevano delle facce funeree, finalmente, ed io ne godevo oh come ne godevo!
Indossai il mio elmo ombrato e senza essere visto li seguii, si diressero al soppalco chissà poi cosa c’era di interessante…
Con mio sommo gaudio, non riuscii dal trattenermi, facendomi quasi scoprire, dal fare un rutto di contentezza liberatorio. Era come se un nodo che dopo lungo tempo, si era finalmente sciolto nel mio stomaco, il nodo si chiamava Henri ed era li morente.
A quel punto mi mostrai a tutti nella mia contentezza e quelle ali rotte osarono pure lanciarmi sguardi di odio. Henry era li morente mostrò le sue gambe infette, difatti prima dell’ultima guerra mi ero ben preoccupato di avvelenare le mie armi.
Morte lenta ma inesorabile sicuramente quella che preferivo maggiormente tra tutte per donare la grazia della morte ai miei avversari.
Iniziò a sputare sangue, bene pensai il veleno ormai aveva raggiunto i polmoni e li stava devastando, ormai per lui non c’era più nulla da fare.

Ghignai sadicamente.

Xandra si mise a piangere e a tentare di pulire le ferite di quel insulso verme, ma ormai ne ero certo stava una volta per tutte per lasciare questo mondo destinato al male.
Un cumulo di rampicanti all’improvviso comparse ed io ben sapendo di chi si trattasse, risi in segno di scherno.
Quella che sembrava essere la Dea Khendra, anche se in realtà non avrei saputo dare un sesso alla natura, cercò da subito di capire cosa stava accadendo.
Io indicando Henry sorrisi mentre le altre vipere del suo clan, spiegarono la situazione.
Ciò che accadde dopo fu un disastro più completo, quel insulso avatar aveva raccomandato l’anima di Henry al Dio supremo Joker, ma non solo.
Sembrava che quest’ultimo avesse pure accettato la preghiera di Khendra e con una mano enorme che squarciò il cielo e la casa in cui ci trovavamo rapì il corpo morente di Henry.
Una voce non ben definita dal cielo, immagino sempre quella di Joker, tuonò dicendo, purtroppo nemmeno io ho il potere di strappare le tue membra alla morte, però posso salvare la tua anima e il tuo spirito, elevandolo al livello di Divinità.
Dapprima esultai di gioia piangendo e bestemmiando a squarciagola ma poi lo sconforto più totale mi catturò e non potei far altro che urlare la mia rabbia.
Hawkeye il Dio, mi zittì subito ed io avendo profondo rispetto del fuoco, come arma di distruzione di massa, obbedii.
Nel clan delle ali spezzate e dei zoccoli schiodati alcuni esultavano di gioia mentre altri erano disperati per aver perso, a loro dire, un così grande condottiero.
Io dal canto mio non sapevo più cosa pensare, emozioni non ne provavo il mio cuore di pietra non me lo permetteva, però un’idea diabolica mi pervase tutto il corpo.
Avrei dichiarato proprio ora guerra a quel clan, ora che il loro esponente di punta in un modo o nell’altro non centrava più con loro e prima che il suo spirito divino affermasse il suo potere per dare sostegno morale a quelli che una volta erano i suoi amici.
Li avrei sicuramente sterminati facilmente, ora che i loro spiriti erano affranti e che la loro capacità guerriera era di molto diminuita.
Me ne tornai velocemente verso la piazza della capitale, dove una strana essere mi guardava fisso con fare spavaldo. Nessuno osava guardarmi così ormai da moltissimo tempo e sentii una strana vibrazione al cuore.
Salve Tibodo mi disse, ho da darti alcuni messaggi da parte del mio Demonio….

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