I tarocchi di Cloris (resoconto quest terza ed ultima parte)

I tarocchi di Cloris (resoconto quest terza ed ultima parte)

L’elfo nero ora si muoveva come assalito dalla frenesia della consapevolezza. Correva veloce e ad un punto iniziò ad addentrarsi verso un antica città distrutta, poi, finalmente, gli avventurieri trovarono una cassa d’argento dal cui interno estrassero la boccia di vetro.

Esultarono tutti alla rinvenimento e poco dopo, grazie ad alcune pergamene di richiamo, erano già alla capitale diretti poi dalla cartomante.

“Bene” disse Cloris “Siete tornati! Datemi La boccia di vetro!” la cartomante prese la boccia l’appoggiò al tavolino coperto di velluto verde e iniziò a scrutarci dentro muovendo attorno alla sfera le sue mani. “Ahimè. Ora mi é tutto chiaro. Peggio di quello che temevo nelle più nere previsioni.”  Si fermò aveva la voce tremante, forse aveva paura.

“Gli abitanti dei piani astrali, i piani che solo gli eroi possono calcare, stanno cercando il modo di giungere fino a noi. Vedo che ci riusciranno. Manderanno un cavaliere. Un malefico cavaliere della morte.” “Dobbiamo fermarli!” esclamo questa volta con voce decisa, quasi come che si fosse ripresa dalla precedente paura. “Se verrà che sarà pan facile avremmo un’invasione in grande stile e morte e lutti immensi.” “La mia visione lo vede arrivare a Kondarya.”

Poi proseguì “vedo vedo un cavaliere Githyanki a Kondarya, vi prego fermatelo!”

Il gruppo di avventurieri si incamminò alla volta di Kondarya sicuri di andare ad affrontare una dura battaglia. Appena arrivati all’interno della città di cristallo si ebbero i primi segni di quello che sarebbe potuto succedere alle lande di Clessidra. Le guardie del pentacolo erano state trucidate e i loro corpi presentavano lacerazioni talmente profonde che sembravano quasi essere stati tagliati un due parti. Il cavaliere aspettava nella torre rossa, come a voler fare di quel malvagio luogo la base per la futura invasione del piano terreno.

Il gruppo di avventurieri s’incammino verso la torre di rubino superando le orribili sale pervase dall’odore della putrefazione. Fu il cavaliere Githyanki ad arrivare loro addosso. Non aveva l’aspetto di una creatura astrale, sembrava un uomo magro ma muscoloso, dalla pelle giallognola e dai lunghi capelli neri. Il cavaliere indossava delle vesti rosse e degli strani ornamenti.

Ukheron saltò addosso al cavaliere mandandolo a terra e in quel momento si videro subito le capacità astrali del nemico. Il Githyanki si alzò in piedi ad con una velocità impossibile e puntò il dito verso Ukheron Per un attimo il terrore si diffuse tra gli avventurieri, Ukheron aveva preso in pieno petto un raggio disintegrante! Rakhnar guarì immediatamente il mezzo gigante mentre gli altri due erano addosso al cavaliere. Il cavaliere era anche protetto da uno scudo infuocato ma Alymas gli puntò addosso un dito e dopo alcune parole lo scudo scomparve nel nulla. Anche se stava affrontando tre mezzi giganti assieme e anche senza il suo scudo, il cavaliere sembrava conoscere la situazione. Ad un tratto si aprì un portale luminoso dal quale apparve un mago della stessa razza del cavaliere. Il mago si guardò attorno e decise di colpire Tungarim con una pioggia di meteore. Il nano che all’inizio stava curando con le sue preghiere i mezzi giganti non poté fare a meno di sfoderare la sua arma e partire anche lui alla carica contro il mago. Anche Askalez aveva sfoderato l’arma, infatti lo psionico aveva notato che i suoi raggi disintegranti erano inutili contro i Githyanki. Rakhnar, invece, si era precipitato da Tungarim per guarire le ferite provocate dalla pioggia di meteore.

Il mago Githyanki rivolse la sua attenzione verso lo psionico e colpì anche lui con la pioggia di meteore. Solo il coraggio di Ukheron salvò Askalez con un provvidenziale soccorso. Gli altri due mezzi giganti invece stavano per concludere il combattimento, infatti, dopo il soccorso di Ukheron, Evain e Gilgasur erano riusciti a colpire violentemente il cavaliere alla testa stordendolo. In quel preciso istante, come sapendo esattamente quello che era successo, Ukheron si girò sollevando il suo enorme martello dal basso verso l’alto verso la cassa toracica del cavaliere Githyanki. All’impatto tutti poterono udire un terribile suono di ossa rotte mentre poco dopo il cavaliere volava senza vita urtando contro la parete.

Il mago in quell’istante alzò le mani e riempì la stanza di una terribile nuvola incendiaria che ustionò tutti i presenti ma nessuno desistette dal combattimento, anzi. Il Githyanki venne subito messo a terra caricato da Evain mentre ormai tutti gli erano addosso. L’ultimo colpo di Ukheron stese definitivamente a terra il nemico liberando il piano terreno da quella avanguardia astrale.

 

Il cielo. Il cielo e le stelle. Anche quella sera si potevano vedere benissimo,  la falce di luna era solo un poco più grande e le stelle si vedevano comunque.

“Era forse da quel bellissimo cielo che erano venute le minacce del piano astrale?” si chiese tra se e se Cloris.

“No. Il cielo non é minaccioso. Il cielo é immenso sconfinato, non può essere che da lì siano arrivati quei pericoli.”

Guardò ancora la sua boccia mentre vedeva dei giovani avventurieri salutarsi dopo che le loro storie si erano intrecciate e li avevano fatti conoscere.

 

 

 

Sono state romanzate solo le storie di chi ha partecipato a tutta la quest

Rakhnar

Ukheron

Askalez

Alymas

Evain

Tungarim

Gilgasur
 

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