(Guerra MdO vs RdTE) La guerra del male.
Schiacciati come insetti, dati in pasto ai vermi giganti del canalone, corrosi dagli acidi dei miei fedeli mastini. Ecco ciò che avrei fatto a quegli insolenti!
Avevano osato ribellarsi al mio potere, alla mia sete inestinguibile di anime altrui da donare in sacrificio al mio Demonio. Noi siamo lunico clan delle terre di Clessidra a portare la morte e la distruzione ovunque, ci disse il Loro messaggero, non accetteremo nessuna tirannia e nemmeno il comando da parte di esseri inesperti come voi. Quel messaggero stava sporcando il mio bel tappeto ricamato in pelle di gigante, era uno strano essere, la pelle marcia ricadeva a brandelli a terra, e gli occhi erano fuori dalle orbite, era sicuramente uno zombie.
Pensai che quella fosse davvero uninsolenza a cui dovevo rispondere, piegai a me i voleri della natura, spaccai la terra sotto ai piedi di quella creatura maligna che risucchiata in quella fenditura, scoppiò in mille pezzi sporcandomi tutta la grotta che usavo come covo. Chiamai subito a me i miei nuovi servitori, erano della razza dei mezzogre, denti acuminati e dotati di molta forza, che riassettarono ben presto la mia dimora. Poi dopo aver scritto poche parole su un fogliaccio di carta sporca, convocai un mezzogre messaggero che assieme ad un occhio dello zombie, portò il messaggio al clan nemico.
Mi avvicinai al pertugio della grotta che dava allesterno e lanciando unultima occhiata a quel messaggero pensai che non lo avrei sicuramente più rivisto da vivo.
Regno delle Tenebre Eterne osavano definirsi quegli infami, il loro tempo ormai era passato.
Molte notti senza luna erano passate da quando ero nato e ricordo che tutta la mia adolescenza fu segnata dallidea che quel clan portava avanti ormai da secoli, morte distruzione e sterminio ovunque. Il desiderio di entrare un giorno in quel clan di pochi eletti bruciava dentro di me a tal punto che iniziai fin da giovane le mie scorribande assassine. Negli anni purtroppo quel clan si indebolì, molti di loro trapassarono a miglior vita senza lasciare eredi e quello che un tempo era un clan forte e prosperoso, ben presto si tramutò in un gruppo di pochi individui e nemmeno troppo esperti. Li avremmo sterminati facilmente, così decisi assieme al resto del mio clan, che solo pochi e i più inesperti tra di noi avrebbero combattuto questa guerra. Io e Kadesh decidemmo di metterci da parte e di lasciare il comando delle operazioni a Zendah.
Poi non seppi più nulla solo che ci avevano sconfitto.
Il motivo fu molto semplice, avevamo gli Dei contro che decisero di bloccare il tempo sulle lande in modo da non farci combattere e recuperare le energie per finire quei pochi miserabili che avevano osato presentarsi alla guerra. Zendah era riuscito a levare tutte le energie più volte a quegli infami ma alla fine fu costretto anche lui a cedere sotto i loro colpi. Eppure se non si fosse fermato il tempo su Clessidra, sicuramente i miei sottoposti sarebbero riusciti a recuperare lo svantaggio inziale e a vincere.
Camminavo su e giù per la mia grotta, non sopportavo lidea di avere gli Dei contro, il mio Dio Leshrac doveva fare qualcosa e presto
altrimenti non so quanto sarei riuscito a mantenere saldo il mio clan.
Una volta finita la guerra, osavano anche schernirci per la nostra sconfitta.
Illusi! Non sapevano cosa li stava per attendere noi Messaggeri dellOscurità non facciamo mai di una battaglia persa una sconfitta totale, ma anzi
ne traiamo i benefici in modo da fortificarci per le prossime guerre.
Mi incamminai verso quello che a prima vista sarebbe potuto sembrare un bosco di abeti neri, il loro tronco era di un colore peggiore della notte senza luna che oscurava la mia visione.
Poco lontanto potevo sentire il canto dellupupa selvaggia, che sembrava indicarmi la strada verso un qualcosa, non sembrava che fossi solo in quel bosco non poco lontano sentivo un respiro o meglio un sospiro lento tranquillo e inesorabile, mi diressi verso quella direzione.
Era ormai mattina quando rientrai nella mia dimore, e nonostante fossi rimasto sveglio tutta la notte, mi sentivo rilassato e tranquillo fiducioso in ciò che entro breve avrei fatto per riparare a quella sconfitta infame.