Come Gleviel divenne un Unicorno Alato – II parte

Come Gleviel divenne un Unicorno Alato – II parte

…intanto, dopo alcuni tentativi
vani, riuscì a calmare la fanciulla e infonderle sicurezza, sicché potessi
sapere qualcosa di più sull’accaduto.. Mi disse che il suo nome era Isaviel, e
continuò:
 
“Le guardie non mi
guardano nemmeno e gli altri non vogliono neanche degnarsi di aiutarmi…
sono forestiera… è un crimine forse?”
Ricominciò il suo pianto
afflitto. Intanto Aleki, arrivò al soppalco per aiutarci, lui è un altro
Unicorno Alato, anch’egli come loro tutti nobile di
cuore.. Io intanto cercavo invano di consolare Isaviel, che era davvero tanto
disperata… Quello che ci aveva detto però era troppo poco, e le ricerche
sarebbero state lente e dispersive, così Drimacus cercò di far ricordare
qualcosa in più alla cara Isaviel, così le disse:

 
“Chi sono questi bruti? Sai chi può essere
stato?”
 
Isaviel fece uno sforzo e dopo alcuni momenti di riflessione riuscì a
ricordar qualcosa che fu per me determinante:

 
“ Non lo so li ho visti dirigersi a nord di questa città… era
grosso e aveva una grande chiave alla cintura non so chi sia… io rivoglio mio
fratello e fuggire di corsa da questo luogo… “

 
Mi bastarono queste poche parole per capire: l’uomo con la
chiave alla cintura era Zoldan, la guardia del magazzino dei briganti, una zona
che si trova ancor oggi a nord della nostra capitale.. aarrgh! Quel vile che si
arrogava il diritto di compier atti spregevoli! Mercenario del male! Avevo avuto
modo di conoscere costui durante le mie prime battaglie per difendere il bene,
quando da poco ero giunta in queste affascinanti lande e avevo cominciato ad
esplorarle.. Ma non c’era tempo, dovevamo andare… La notte era già scesa sul
nostro mondo, le stelle brillavano nel cielo notturno come tante lucciole e una
falce di luna illuminava le poche nuvole, che sembravano prender tante forme
strane…
 
Drimacus, Nelthalas e Aleki cominciarono a seguirmi, mi avrebbero
sostenuta con la loro forze e la forza del Giaguaro, il segugio di Nelthalas;
rassicurammo Isaviel con la promessa che saremmo tornati in fretta e vincitori,
e avrei affrontato io stessa il bruto rapitore, e come pegno di tale promessa le
lasciai una piccola statuina di un Unicorno, con la quale giocavo da bambina;
riuscì così a strapparle un debole sorriso, che speravo fosse il primo di tanti
nuovi… Le raccomandammo di restare al sicuro e partimmo.

 
Il viaggio non fu lungo: uscimmo a nord della Capitale, passando per la
via del Giglio, proseguimmo per un breve tratto e arrivammo a destinazione.
Zoldan era lì, di guardia al magazzino, con quel suo portamento rozzo andava
avanti e indietro nella tenda, come fosse chissà chi. La chiave alla cintura, la
scimitarra in pugno e la sua stazza ingombrante corrispondevano alla descrizione
di Isaviel, non mi ero sbagliata. Dopo poco mi accorsi che c’era qualcuno nella
tenda, era Mirid, cominciò a seguirci e mi offrì il suo supporto, che accettai
di buon grado: tanti Unicorni che mi offrivano il loro aiuto mi rendevano onore.
Dopo un veloce scambio di battute tra noi, feci uso delle mie arti magiche, e
fatuizzai Zoldan; per un momento pensai se parlarci, ma ero convinta che non
avrei avuto risposta: vili come lui non conoscono l’uso della
parola…
 

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