Questo racconto lo fece allo gruppo mio et a me anche, lo vecchio capo dello villaggio degli elfi e vi giuro io non perché di altro si avea di cui parlare ma perché dalli confini delle terre libere giungevan oggi nuove voci di terrore e lo seme germogliato era, et uno nuovo albero di paura stava crescendo.
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Cercammo di capire quale strada avesse percorso il di Etar fratello e dove il suo corpo potesse essere sepolto molti di noi si ricordavano dello cadavere di uno bambino o forse di uno nano nascosto dentro la zona delle giganti…
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Lo lettore mio sia indulgente se mi dilungo in fatti di poco conto, ma anche ora, mentre scrivo, uno poco rido e per la memoria delle avventure di cui parlo e perché, per meglio riccordare sia inteso, uno poco di sigaretta allegra stavami fumando. Parlan parlando giungimmo comunque davanti allo stanzo dove li seguagi del chierico Watan stavan e credevamo noi con loro stava anche la mappa.
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Come altre volte in codesta missione la prima soluzione risultò poi essere quella giusta a sud della città di Khondaria vi era in effetti uno vecchio sentiero e percorrendolo verso est ci trovammo davanti ad uno villaggio deserto. Le capanne, che troppo mi pare definir case, di fango eran et sporche et brutte tanto che creo io che lo mio cane non potea dormire la dentro e lo malo odore più che la mappa era utile per raggiungere codesto villaggio. Nella centrale piazza dello villaggio un statua vi era come una
colonna, che li compagni mei che da maghi avean studiato chiamaron totem, esaminando da vicino si potea notare una isrizione scolpita nella parte alta, dello indigeno manufatto:
Caricai il Drago con tutte le mie energie e dopo il primo affondo di spada sentii che gli atri mi avevano già raggiunto. Furono minuti eterni. Ma non lo fu Xanaviot. Perì sotto i nostri colpi, il Male era veramente sventato questa volta ma subito il mio pensiero si volse verso Dhork, la sua ricerca iniziò allistante.
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Thangarth in preda ad una frustrazione senza precedenti urlo’ con quanto fiato aveva in gola, fino a far tremare le fondamenta della citta’ “DIMMELO JEWEL…DOVE SEI!?”
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Il cielo si copri’totalmente di nuvole nere e il rombo dei tuoni ci fece gelare le ossa.
Detrer e Aleki mi furono accanto e in poco tempo altri…Barrion,Jaariz e quanti altri passavano per quei luoghi ci fecero scudo con il loro corpo ed il loro coraggio.
Accadde tutto troppo in fretta perche’ ci sia un filo logico..Thangarth si avvicinava dalla mia parte verso Jewel e la chiamava..io trovai la forza o forse l’incoscienza…raccolte le ultime forze mi alzai di scatto e mi gettai su Thangarth ..”Xandra noooooooooo” urlo’ Drittz …”salvatevi porta via la piccola e’ affidata a te vattene non devi morire”…Thangarth mi getto’ lontano e sentii un’altra costola spezzarsi..sputavo sangue eppure non riuscivo a fermarmi.
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Toccava ora recuperare la Gemma Nera alla Grande Piramide. Garth ci guidava nuovamente, il viaggio fu di nuovo lungo, ma questa volta a causa della grande distanza che ci separava dalla meta.
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Ero con Jewel nascosta in un vicolo, Barrion rimase di guardia, Detrer e Aleki continuavano a tamponarmi le ferite e mi riprendevo lentamente dai violenti colpi. Alle orecchie mi arrivavano le grida concitate della folla che fuggiva dalla piazza e le parole di quel maledetto demonio che continuava ad insultare Drittz.
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