I tarocchi di Cloris (resoconto quest seconda parte)

I tarocchi di Cloris (resoconto quest seconda parte)

Ipmor. Un istante dopo si trovarono da Ipmor, il guardiano del faro di Saed.

Il guardiano sembrava molto infastidito da quella inaspettata visita del resto i guardiani dei fari sono persone solitarie. “Urgh…. Mai visti tanti brutti ceffi assieme” disse il guardiano.

Alcuni, a quelle parole, erano già pronti a saltargli addosso ma il saggio Alymas disse, senza farsi sentire dal guardiano: “Cerchiamo di farlo parlare… abbiamo bisogno di informazioni ed una testa mozza é molto più difficile da interrogare!”

“Guardiano quando il tuo popolo si é stabilito qui avete dovuto combattere?” chiese Rakhnar.

“No” rispose il guardiano cercando di evadere la domanda.

“Non c’erano civiltà preesistenti?” chiese ancora il chierico.

“No se civiltà importanti intendi” rispose ancora il farista.

“Amazzoni.” Chiese Rakhnar spazientito. “C’erano amazzoni?!”

“Ah” esclamò il guardiano facendo finta di aver afferrato solo in quel momento l’oggetto del discorso, “Si, ma sono solo leggende, chiedete al capitano Kont per le storie di mare.”

“Capisco” disse Rakhnar “arrivederci”

“Speriamo di no…” bofonchiò il farista.

“Kont?” disse una voce mentale oramai familiare “Detto, fatto!”

Il marinaio cadde quasi a terra quando vide apparire i sette avventurieri proprio davanti a se.

“Dannati teletrasporti” disse Kont “ai miei tempi c’erano solamente le navi per potersi muovere!”

“Cosa volete?!!” chiese.

“Dobbiamo sapere delle amazzoni che vivevano qui un tempo” disse Tungarim.

Il marinaio si sedette, appoggiò una mano al mento per grattarsi la barba e alzò lo sguardo pensoso.

“Ahh, amazzoni… sii ricordo… Belle donne… formose…” una lucina si accese nei suoi occhi.

“Ma che volete sapere dunque?!”

“La loro regina aveva una boccia di vetro… sa niente?” disse Tungarim.

“Ah. L’occhio magico… sii… però so solo che venne razziato da quelli che distrussero le amazzoni. Ed ora…” si fermo un momento, prese fiato un secondo come a pensare a quello che era successo poi.

“I razziatori… sii… ecco, i razziatori avevano una base di appoggio, ma venne distrutta da un maremoto. Se qualcosa é rimasto dovreste cercare da quella parte ad ovest da qui.”

“Partiamo adesso” disse l’elfo nero che s’incamminò con il resto del gruppo verso il mare.

“Credo proprio che dobbiamo andare a visitare i tritoni…” disse Tungarim “Odio l’acqua… e odio avere la faccia come un pesce per poter respirare sott’acqua!”

“Ti ci dovrai abituare per un po’” disse Alymas mentre dal suo indice puntato si originava la magia delle branchie.

Da quel momento in poi nuotarono tutti parecchio, in lungo ed in largo per la città sommersa, ma della boccia di cristallo non ve n’era traccia.

“Dobbiamo affrontare il Kraken” disse Rakhnar “Io credo possa averla lui la boccia.”

Ukheron per primo fece un passo avanti dicendo “Prega per la mia santificazione chierico, sarò in prima linea” dopo essersi preparati si diressero tutti verso la tana del Kraken.

La terribile piovra affamata assalì subito quello che credeva fossero le sue prede e iniziò con i tentacoli a cercare di avvolgerli. Ukheron però con lo spadone teneva a bada ogni appendice mentre il resto del gruppo inizio ad attaccare l’enorme piovra.

Alymas e Askalez iniziarono a dar fondo alla loro riserva magica.

I mezzi giganti quasi si chiedevano cosa stesse facendo Askalez, quando indicava la piovra, fino a che un raggio verde partì dal suo dito andandosi ad impattare contro il nemico. Alymas invece continuava a formulare strane parole e a gesticolare di continuo, mentre decine di missili magici andavano a segno. I combattenti accerchiarono la piovra, ma il mostro non aveva problemi, aveva un tentacolo per ognuno.

 La furia bersker assalì Ukheron che iniziò a colpire ogni tentacolo tagliandoli quasi fino alla radice, anche Evain e Gilgasur stavano colpendo l’enorme piovra riuscendo quasi a farla ritirare.

Ad un tratto un tentacolo si stacco e il kraken si contorse dal dolore, saltò addosso ad Ukheron con la parte bassa del corpo dove teneva l’enorme becco, cercando di divorarlo. Solo l’immensa forza di Ukheron lo salvò dalla morte, riuscì per un attimo a sostenere il peso della piovra mentre in quel momento Evain caricava sbilanciando il mostro da un lato.

Mentre Ukheron si stava alzando un altro dei tentacoli si stava dirigendo verso di lui come una terribile frustata, Gilgasur si mise nel percorso del tentacolo dietro allo scudo per assorbire il colpo ma, ricevendolo, venne schizzato via come un fuscello.

Ukheron riparti alla carica riuscendo in fine a staccare l’ultimo tentacolo rimasto alla piovra.

“Non ha nulla…” disse Rakhnar “dobbiamo cercare ancora altrove, forse il guardiano del tempio sottomarino…forse Sudras ha la boccia.”

Gli avventurieri si guardarono un attimo, avrebbero dovuto affrontare un drago blu che, come ogni drago, era pericoloso per i terribili soffi.

Poco lontani dal bellissimo tempio a cui faceva la guardia Sudras, gli avventurieri si preparano ad uccidere il drago. Entrarono assieme, il drago li vide e con un colpo d’ali si misi in piedi mentre Ukheron già lo caricava. La prima cosa che fece il drago però fu prendere un grande respiro e soffiare tutti quelli nella stanza. Il soffio ebbe effetti devastanti. Molti dei presenti si pararono dietro gli scudi, ma anche questi iniziarono a sciogliersi sotto la forza del soffio, lasciando gli avventurieri senza difesa. Il terribile soffio imperversò nella stanza distruggendo l’equipaggiamento del gruppo e creando terribili ferite, poi ad un tratto, una violentissima botta spense il respiro del drago sul nascere. Ukheron aveva interrotto il soffio colpendo il drago al collo ed ora gli era addosso assistito da Gilgasur ed Evain. Dopo aver soffiato il drago sembrò non avere più risorse ed un violentissimo colpo di Ukheron lo mandò all’altro mondo.

“Oh no” disse Tungarim “Il potente cristallo di lapislazzuolo donatomi dallo spirito di re Azuir. E’ andato distrutto… Maledetto drago!”

“Niente, nemmeno qui” constatò Rakhnar “Però ora che ci penso…”

“Forse Kont non intendeva esattamente la zona sottomarina, una città distrutta… ecco… ora ricordo… Seguitemi!” disse il chierico.

 

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Clessidra è un gioco di ruolo testuale

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