Sulle tracce dei Waikiti! Quarta e ultima parte! (I di II)

Sulle tracce dei Waikiti! Quarta e ultima parte! (I di II)


Tutta la notte ero rimasto in ginocchio di fronte all’altare. Sapevo che finalmente, dopo mesi di battaglie e ricerche, tutto sarebbe finito. Ancora poche ore e avremmo portato il nostro assalto al tempio delle tenebre, alla roccaforte del male, alla tana degli stregoni Waikiti. Questo antico popolo era tornato dai nostri incubi per distruggere le nostre citta’ , uccidere i nostri cari, distruggere la nostra storia, cancellare la nostra esistenza. Il mio ruolo di sacerdote mi imponeva l’obbligo di difendere tutto questo, il mio spirito di guerriero mi proponeva il piacere di farlo. Ci radunammo all’alba al soppalco abbandonato. Li’ era iniziata la nostra avventura sulle tracce del popolo Waikiti. Li’ sarebbe iniziata la sua fine.

Organizzammo il gruppo. Riconobbi alcuni degli eroi che si erano gia’ distinti nella campagna contro i Waikiti: Blarist, Semeth, Royner, Tungarim…molti altri si erano uniti, in cerca di tesori, fama ed avventure. Eravamo un gruppo male equipaggiato per compiere un’impresa del genere, pensai. Ciononostante Raxy era con noi..potevo sentire la sua rassicurante presenza. Ci organizzammo e partimmo verso un ancora bruno e nebbioso sud. Durante il viaggio mi misi al corrente sulla situazione. I miei ultimi viaggi mi avevano portato lontano dalla capitale e dalla caccia al popolo Waikiti. Seppi che alcune settimane prima una grande spedizione era stata organizzata contro un antica citta’ sommersa, roccaforte dell’odiato popolo. Durante l’assalto molti eroi avevano perso la vita, ed i superstiti erano tornati in citta’ recando con se’ tre magiche bacchette, che secondo alcune epigrafi rinvenute sarebbero servite per aprire un varco verso il tempio delle tenebre, il cuore pulsante dell’impero Waikiti.

Tornavamo per distruggere questo tempio. Tornavamo per colpire il male dritto nel petto…per dissolvere l’oscurita’. Ci aggirammo come spettri nella citta’ sommersa e silenziosa. Il puzzo di morte stagnava tra le vie dei mercati e gli immensi palazzi. Blarist sapeva muoversi bene in quelle anguste viuzze. Raggiungemmo rapidamente il luogo dove si era svolta l’ultima grande battaglia tra la luce e le tenebre. Qui molti dei nostri avevano perso la vita. Qui tre demoni erano caduti sotto i loro colpi. Qui le bacchette magiche erano state rinvenute, ed ora al centro della caverna sorgeva un immenso portale.

L’iscrizione dipinta sulla stele nella piazza della citta’ raffigurava tre sacerdoti Waikiti intenti ad aprire il portale utilizzando le tre bacchette colorate, e noi provammo ad imitarli…

Ci vollero molte ore di frustranti ed estenuanti tentativi..girammo in lungo e in largo la citta’ in cerca di indizi..persino il grande dio Raxy venne in nostro aiuto, guidando le nostre menti. Soltanto dopo molto tempo capii che qualcosa non andava. Le bacchette sembravano in qualche modo inefficaci. Persino un sacerdote come me, che ignora completamente i misteri della magia, poteva percepire che ben poco potere rimaneva in quei tre strumenti del male. Non sapendo cosa fare, decidemmo di tornare in capitale per chiedere aiuto a chi poteva saperne piu’ di noi. Fu cosi’ che ci recammo al cospetto di Mallysta, capo del conclave arcano, supremo maestro della gilda dei maghi. Forse un po’ seccato dalla nostra presenza, il maestro ci consiglio’ comunque di rivolgersi all’emporio di magia. Ci recammo quindi in negozio, e qui finalmente ottenemmo conferma dei nostri sospetti. Le tre magiche bacchette erano dunque scariche, ed il buon negoziante di disse che soltanto le tre magiche Piante della Vita avrebbero potuto ridare potere ai malvagi artefatti.

Tre piante per tre bacchette che aprono un magico portale.. La storia cominciava a farsi intricata. Decidemmo di recarci nella citta’ di Ugarit per chiedere consiglio a Wayans l’erborista , riguardo alle magiche piante della vita. A dir la verita’ l’uomo non fu’ molto gentile con noi…in cambio della sua conoscenza regalammo lui Tumadan, una potente spada un tempo appartenuta ad un capobanda orchetto..un’arma pregna di odio verso la stirpe umana…non ebbi neanche il tempo di chiedermi a cosa potesse servire una spada del genere ad un’erborista che l’uomo, soddisfatto del “dono”, inizio’ a parlare. Venimmo a sapere cosi’ che le piante della vita crescono soltanto in luoghi fetidi e maleodoranti, dove sterco e putrefazione opprimono un’aria chiusa tra gli alti fusti di boschi intricati e selvaggi.

Ringraziammo l’erborista e ci allontanammo da Ugarit. Avevamo bisogno di riflettere..nei nostri viaggi per le terre di Clessidra avevamo senza dubbio percorso simili luoghi.

Cercammo infruttuosamente nelle fangose paludi dell’isola misteriosa, nel cuore del mare occidentale. Proprio mentre stavamo per darci allo sconforto, una persona inattesa venne in nostro aiuto. La figura sottile e corrotta di Jwakhs il giramondo si profilo’ verso est. Costui era un cacciatore di taglie, un poco di buono che aveva trovato un metodo legale e retribuito di usare la spada per uccidere.. Cercammo di superare i vecchi rancori e di mostrarci gentili, ma in un attimo scoppio’ una piccola lite tra Orlach ed Jwakhs..non feci in tempo a fermare la rissa che Ukheron si fece avanti e sostitui’ il possente Ulehnomok alla testa del povero cacciatore di taglie. Capii che ci eravamo appena giocati una chance di proseguire..pregai Raxy e gli dei di perdonare questo nostro errore, ed usai la mia magia per riportare alla vita il cacciatore, che non sembrava certo molto contento dell’accaduto. Regalai lui un bel paio di guardiabraccia di drago rosso e lo invitai ad ignorare l’accaduto e ad indirizzarci verso un luogo boscoso, putrido e maleodorante. Forse piu’ per la paura di una nuova martellata che per per rispetto, lo spadaccino ci consiglio’ di recarci in un’isola del nord che presentava quelle caratteristiche. “Sherad Mai!” pensammo tutti! Come avevamo fatto a dimenticarci di quei boschi puzzolenti, fetidi ed oscuri??

“Ringraziato” il cacciatore con la sua stessa vita, ci recammo dunque a Sherad Mai.. Le urla di rancore di Keldon, cavaliere della morte, ci accolsero nei boschi scuri e selvaggi. Raggiungemmo presto la tana di un enorme ragno che piu’ volte ci aveva teso agguati in quell’intrico malefico di rami e fogliame. La grassa e purulenta creatura stava gia’ preparando a gustare la nostra carne quando Royner, con astuzia ed abilita’, sgattaiolo’ nella tana del Ragno e gli sottrasse le piante, che l’orrida bestia custodiva sotto il ventre rigonfio e viscido. Scappammo a gambe levate.. Royner mi lancio’ le piante mentre correva, inseguito dalla bestia ferita nell’orgoglio (e penso anche nel fisico, non appena Keldon avesse scoperto l’accaduto)..fu cosi’ che in barba a cavalieri neri ed orribili ragni, raggiungemmo di nuovo la nostra capitale e ci recammo dall’alchimista, il quale fu alquanto sorpreso di vederci ancora vivi, ed ancora piu’ sorpreso di vedere le tre piante della vita nelle mie mani!!!

…Continua…

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Clessidra è un gioco di ruolo testuale

basato su D&D, con un’ambientazione unica e altamente personalizzata