Come Gleviel divenne un Unicorno Alato – V parte *fine*
Giunti ad Hawk ci incamminammo nella via della Sapienza, giunti nella piazza del paese intravedemmo la chiesa, vi entrammo e sull’abside c’era Otanocram, che con l’aria perfida e assorto nei suoi pensieri, indossava una tunica cerimoniale ed era circondato dalle fiamme, pronto per eseguire il suo rituale… Nulla lì intorno ci diceva che il sacrificio era già stato compiuto e per tal motivo tirai un sospiro di sollievo: il ragazzo era sicuramente ancora vivo! In cuor mio ringraziai gli Dei per averlo protetto in quella terribile situazione e in quel momento la voce di Jaariz innalzava il nome del clan, e con lui tutti gli Unicorni che in quel momento erravan per il mondo. Fui felice. Ma la cosa più importante adesso era trovare il ragazzo. Da lontano udimmo una voce che chiamava aiuto… Probabilmente era lui! Lasciammo Otanocram assorto nei suoi pensieri perché adesso non c’interessava più nulla di lui, sapevamo che il ragazzo era da qualche altra parte nella città di Hawk e dovevamo trovarlo.
Usciti dalla chiesa, Isaviel era lì, che si guardava intorno cercando di capire quali arcane magie l’avessero trasportata lì, era ancora assonnata… Questa fu la prova evidente che gli Dei mi stavano aiutando, il lieto fine era vicino.. Intanto continuavamo ad udire la voce del ragazzo, Isaviel però, sempre più afflitta chiedeva vendetta, voleva che uccidessimo Otanocram, ma come potevo io uccidere in nome della vendetta!? Ebbi un momento di perplessità a causa della sua richiesta, ma io lo difendevo il bene, non lo vendicavo! Non ci fu bisogno che le dissi di no, lo capii da sola quando udii anch’ella la voce di suo fratello… Divenne felice. La voce si faceva sempre più insistente e forte, gridava il suo nome, si chiamava Almater! Ci dirigemmo correndo alle segrete, Isaviel ci seguiva. Percorsa la scaletta a chiocciola arrivammo a un passaggio sotterraneo, Almater era lì!!!
I due fratelli si abbracciarono, noi sorridevamo contenti, una sensazione di felicità pervadeva il mio animo ed ero felice per non aver deluso i due ragazzi e le aspettative dei miei amici. Isaviel mi guardò grata, mi ringraziò per aver mantenuto la promessa e mi restituì la statuina dellunicorno. Uscimmo via dalle segrete e ci dirigemmo verso la piazza del paese, lì con mia enorme sorpresa ci attendevano Jaariz e Xandra; non era la prima volta che vedevo Jaariz, ma non mi aveva mai guardata con quell’aria soddisfatta che aveva ora: non lo avevo deluso. Drimacus gli aveva comunicato tutto il mio operato, lodandomi, e ciò mi rallegrava. Jaariz ci salutò e con aria solenne cominciò il discorso:
” Gleviel, meriti di esser ricompensata: per il tuo coraggio, per la tua impresa e per il tuo grande cuore, ti nomino membro degli Unicorni Alati! “
Il cuore mi scoppiava nel petto e la felicità che provavo era immensa! L’avevo meritato! Ero un Unicorno Alato! Quella che era una chimera adesso era realtà! E nulla mi avrebbe reso più felice di quanto lo ero in quel momento! Un applauso fragoroso mi sommerse.
“Onore e Gloria a Gli Unicorni Alati! “
Fu la prima cosa che urlai. E tutti con me, urlarono poi:
” Onore e Gloria a Gleviel! “
Il mondo sapeva che ero un Unicorno Alato adesso, e nulla lo avrebbe cambiato. Giurai fedeltà a tutti, promisi di metter a loro disposizione il mio animo, la mia spada, il mio onore e la mia saggezza, ma sopratutto giurai di render sempre onore alla dea Adelas, la protettrice degli Unicorni.
Mi condussero alla Torre dell’Ascia, la nostra Fortezza, vi entrai, era bellissima. Mi portarono alla fontana dei mistici poteri, ne bevvi l’acqua e mi sentii rinvigorita. Decidemmo di tornare alla Capitale, calava l’imbrunire e i due giorni trascorsi erano stati carichi di emozioni, sopratutto per me.
Siate saggi, inseguite i vostri sogni e rendetevi onore.
” Onore e Gloria a Gli Unicorni Alati! “