Come Gleviel divenne un Unicorno Alato – IV parte

Come Gleviel divenne un Unicorno Alato – IV parte


Il giorno successivo ci ritrovammo alla piazza della Capitale, io ero seduta alla fontana, come il giorno precedente aspettavo il mio destino, ma con la differenza che sapevo cosa dovevo fare. La mia notte era trascorsa tranquilla, non sognai, ma non feci nemmeno degli incubi; la mattina di quel giorno mi avventurai alla ricerca della cripta, la trovai, ma non rimasi ad esplorarla perché attesi l’arrivo dei miei amici; avevo saputo da Xandra, l’Unica donna schierata tra le file del clan, e la più valida combattente da me conosciuta, che Isaviel aveva trovato rifugio nella sua stanza, dove al momento stava riposando in attesa di buone notizie, e lì era al sicuro. 


Arrivarono Nelthalas e Drimacus, con loro non c’erano Aleki e Mirid perché impegnati in un’altra missione, ma c’era Deloriel, sicuramente affidabile quanto i miei due amici assenti. Cominciarono a seguirmi e siccome di tempo ne era già trascorso abbastanza ci incamminammo subito per la cripta. Prendemmo la carrozza che veloce ci portò fino ad Ugarit, lì scendemmo e uscimmo dalla città, per poi dirigerci verso la città di Hawk e poi sempre a nord. Attraversammo montagne e colline, pianure e foreste e arrivammo a destinazione. Il panorama che ci accingevamo a rimirare era abbastanza desolante: un lugubre silenzio  riempiva quel posto, l’aria sembrava ovattata e si udivano dei lamenti provenire da lontano, come dal sottosuolo… Ci facemmo varco tra gli oleandri e scoprimmo l’entrata di quel macabro posto, che prima era luogo di culto di un valoroso e nobile guerriero, ora  un macabro posto maledetto.


Ci avventurammo all’esplorazione di quel posto; subito dopo l’entrata c’era una doppia porta di piombo per terra, evidentemente era stata sfondata; proseguendo si scendeva attraverso una botola nel sottosuolo, finendo in un corridoio. Vedemmo il drago senz’ali e senza soffio e lo spirito con la chiave del portale, ma loro non erano dei non-morti, quindi non potevano essere loro i mittenti della lettera trovata nelle tasche di Zoldan… La situazione si fece interessante quando qualcuno si appoggiò a uno dei sarcofagi presenti nel corridoio , appoggiandosi, era andato a premere una mattonella del sarcofago rivelando un pasaggio segreto verso ovest. Scorgemmo oltre questo passaggio una stanza: era l’anticamera della tomba di un eroe, l’eroe era Athelsan, il valoroso e nobile guerrirero; in questa stanza erano presenti quattro non-morti armati di tutto punto, Drimacus cominciò a narrarci la leggenda legata alla cripta:


” Quattro guerrieri una volta proteggevano l’entrata di questa splendida cripta, che una volta era sacra, e la proteggevano da malvagi spettri che vagavano per queste lande… Finché un giorno uno spettro malvagio, con poteri sovrannaturali, invase il posto sacro, riuscì a sconfiggere i guerrieri e a maledire loro e questo posto “


Mentre ascoltavo uno dei quattro scheletri, lo scheletro di Vhosk, attacco Deloriel, che era rimasto indietro e ci stava raggiungendo; corremmo a salvarlo e facilmente vi riuscimmo.. Io però ero preoccupata, avevo messo in pericolo la vita di un compagno involontariamente e mi crucciavo per tale motivo, chiedendo venia agli Dei per il mio errore…  Udito il racconto di Drimacus capii che era uno dei quattro non-morti ad aver scritto quella lettera e decisi di combatterli; erano rimasti lo scheletro di Frond, lo scheletro di Rust e lo scheletro di Grunbor. Con destrezza riuscimmo a sconfiggerli e dopo poco di loro non rimasero che una montagna di ossa e polvere… Sicura di poter trovare qualcosa che mi portasse alla risoluzione dell’enigma frugai in quel mucchio; tra le ossa di Rust trovai un turibolo, tutti mi chiedevano cosa mai fosse, e io li accontentai: era un piccolo braciere di ferro battuto, sorretto da una catenella che termina con un pomello a forma di fiamma.


Cosa poteva mai indicare questo turibolo? Uscimmo fuori dalla cripta perché l’aria viziata del posto cominciava ad esser fastidiosa e a farci tossire. Esaminammo meglio quel piccolo braciere e ci rendemmo conto che il pomello a forma di fiamma era il simbolo di un ordine di culto… indicava l’ordine di Ghmor! Drimacus ci raccontò a proposito del sacerdote Otanocram: un essere malvagio che amava circondarsi di fiamme, che insidiatosi in un luogo stava espandendo il culto del male; il luogo era la città di Hawk! Adesso tutto era chiaro, dovevamo andare subito alla città di Hawk, il ragazzo era sicuramente il sacrificio dello scheletro di Frond ad  Otanocram per ritornare in vita, e dovevamo fare in fretta o il malvagio prete lo avrebbe ucciso, se già così non fosse stato. Ma io ero fiduciosa e sapevo che gli Dei lo avrebbero aiutato perchè non lo avrebbero lasciato in balia dell’avverso destino. Ci precipitammo alla città di Hawk, la stanchezza cominciava a farsi sentire ed era accentuata dalla tensione che aleggiava nell’aria, ma le nostre speranze erano forti e perseveranti, ci davano forza…

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