(Resoconto Quest) Il tempio Waikiti

(Resoconto Quest) Il tempio Waikiti

Le mie gambe corte da nano trotterellavano a più non posso lungo i pendii del Vulcano, sapevo bene che la spedizione sarebbe partita con o senza di me e se non fossi arrivato in tempo ci sarebbe stato soltanto un maledetto nano in meno con cui spartire i tesori. La cena che Gwendalyn mi aveva servito mi stava velocemente tornando a gola ma fu Hern a convocarmi al suo cospetto grazie a un incantesimo.
Il gruppo era ben nutrito, ricercatori e cacciatori di tesori si erano riuniti da tutta la regione nel luogo dove si trovava il Totem misterioso. In tutta franchezza non pensavo che abili curatori fossero così malati di cupidigia e che i monaci andassero in cerca di tesori. Dal canto mio il possibile ritrovamento di un tempio ormai dimenticato da anni, mi destava un’enorme curiosità. Fu così che partimmo.
Faror fu il primo ad avere una buona idea. Esaminando bene le fattezze del totem notò che il naso si poteva muovere e premendolo dal piedistallo prendevano forma delle parole.
“Signori,Sono sempre stato sincero,ora non so stavolta,se esattamente,sapro orientarvi,seriamente”
Parole ricche di mistero! Davvero enigmatiche? Chi avrebbe mai pensato che si celasse un percorso da seguire in quelle parole? Incredibilmente fu un’altro religioso ad accorgesi del tranello, Kherelior, subito incalzato da me e da Faror.
Le menti più fragili si erano gia’ scoraggiate e molti di loro lasciarono il gruppo. Altri tranelli simili avrebbero potuto stroncare le loro povere facolta’ intellettuali e così il gruppo pian piano si dimezzò.
Serpeggiando tra le alte rupi nei pressi del Vulcano arrivammo a stretta gola, nella quale si districava un sentiero ormai dimenticato. Seguendolo arrivammo inevitabilmente a un punto dove proseguire si faceva impossibile, cercammo a lungo un passaggio tra le pareti rocciose circostanti, provammo a scavare… quando si trattava soltanto di spostare qualche foglia morta. Blarist, appoggiandocisi erroneamente apri un passaggio che portava verso est, noi tutti fummo felici di seguirlo. Ma poco più avanti ci fermammo nuovamente, un portone inamovibile si poneva tra noi e la nostra avanzata. Esaminando bene le incisioni Tungarim e Blarist (che ormai si sentiva sicuro delle sue capacità) ebbero l’idea di provare a premere qua e la le figure scolpite nelle varie scene e così il portone si spalancò lasciando tutti senza fiato.
Il tempio si apriva in un grande atrico con una volta ampissima, ancora decori di scene belliche e sacrifici, verso nord una stanza aperta e verso est e sud due porte. La grande porta di est era accompagnata da una scritta: “solo il coraggio e l’astuzia permetteranno il passaggio”.
Come dimostrare il nostro coraggio e soprattutto la nostra astuzia?
Nella stanzetta a nord una imponente statua troneggiava al centro di un piedistallo e un’altra scritta ammoniva:
“Qui solo il coraggio di UNA persona, potra’ svelare l’apertura del tempio. Preparati o prode che un nemico spietato, da solo dovrai affrontare. Inchinati e preparati a morire.”
Senza pensare due volte a quello che poteva succedere Semeth si inchinò di fronte alla statua e sparì. Tornò soltanto il corpo dell’eroe! Quando fu riportato in vita ci disse che le sue armi non scalfivano nemmeno la corazza del nemico. Kherelior circondato da uno scudo fiammeggante si inchinò e sparì come aveva fatto prima Semeth e come dopo di lui era toccato a Faror. Il guerriero che si celava chissà dove si uccise friggendosi sullo scudo di fiamme di questi e lascio’ a terra una chiave che apriva la porta a sud.
La stava la statua di una creatura mitologica, metà donna e metà leonessa! Un sfinge, simile a Tang. Beh, il coraggio l’avevamo dimostrato, ora mancava l’astuzia! Fu proprio Faror, pronunciando quella parola a voce alta che fece scattare un meccanismo. La sfinge voleva un nome, descrivendoci una donna noi dovevamo indovinare il suo nome.
Le fattezze riconducevano alla tipica donna dell’est, ma quale delle tante incontrate nei miei viaggi? Beh, sono un nano si! Ma sono anche un buongustaio e le taverne sono piene di donne! Gia’.. le taverne! E Takelis? Si, potrebbe assomigliare alla descrizione! Bravo Faror! Buona memoria! Ricorderò sempre il suo commento:
“[Faror] parla dicendo ‘me ne intendo di donne io”
I cardini della porta che dava a est dell’atrio si mossero e la porta si spalancò! Da li serpeggiava un corridoio molto stretto che ci condusse fino a quello che sembrava un posto di guardia abbandonato, di li ad est si apriva un abisso che fortunatamente si richiuse sotto ai nostri piedi quando Varg, imitando un po’ tutti i nostri compagni, si aggrappo’ a una scimitarra per non cadervi dentro.
L’abisso infatti era delimitato da rastrelliere piene di ogni tipo di arma da taglio. Giungemmo quasi subito in una stanza con una clessidra, entrando una trappolà probabilmente mise in modo un meccanismo e con lo scorrere della sabbia all’interno della clessidra, antichi guerrieri comparivano di fronte a noi, massacrandoci dalle botte. I minuti si susseguivano velocemente uno dietro l’altro e quando Blarist, Semeth ed altri riuscirono a far saltare il meccanismo fatto da ruote dentate, i corpi dei guerrieri sconfitti al suolo erano ben dieci.
Così facendo una porta si aprì e noi potemmo proseguire. Arrivammo infine in quello che sembrava essere un santuario: tre stanze formavano una struttura simile a quella di una chiesa, al centro un abside vuoto con dodici maestose colonne a sorreggere la volta affrescate. Esaminando bene le colonne avevo gia’ capito cosa di doveva fare. Un sacrificio era necessario e nonostante avessi provato più volte esporre la mia idea nessuno sembrava ascoltarmi. Provai a fare tutto da solo, a convocare al mio cospetto un lupo, ma i miei poteri non erano abbastanza forti e dovetti aspettare che anche gli altri capissero cosa si doveva fare. Intanto esplorando le stanze attigue e soprattutto le incisioni sulle pareti di queste notammo che la stanza absidale manca di un altare che inceve compariva in tutte le immagini, tornando in quella stanza e provando a spostare le colonne ci accorgemmo con magno stupore che nonostante la mole di queste, una di loro era semovibile e poteva ruotare su se stessa, facendo così salire un ara sacrificale dal pavimento.
Fu Blarist che riusci a girare la settima colonna. Adesso tutti aprirono gli occhi e capirono che la mia idea non era poi da sottovalutare. Blarist evocò un famiglio lupo e io lo uccisi, Semeth raccolse il corpo e dopo averlo posto sull’ara, lo sacrificò. Il sangue del Lupo bagnò l’altare e una porta si aprì a sud.
La stanzetta celava una antica pergamena ingiallita dal tempo che ancora conservo tra i miei tesori.
 
Thorsen Hurr’Kane c’e’ scritto sopra qualcosa:
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Nella bellissima citta’ di Kondharya vivono su una torre tre ippogrifi scendendo trovi a nord lo speziale Plenorium compra sempre le sue utili pozioni verso ovest Soker barbaro della foresta li assieme a lui troverai Janus guerriero in alto una ricca console ritorna sulla strada del salice troverai ora proseguendo una bella taverna a nord dimora del saggio Tic fermati bevi una buona birra alla salute di Takelis che curva e maliziosa sul bancone lascia intravedere una scollatura generosa la taverna abbandona torna sulla strada una piazza illuminata troverai dirigiti verso il cancello a nord
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