Una strana Storia..A proposito di un totem Waikiti! [PARTE 1]
Mi guardai intorno. La taverna era scarsamente illuminata. Gli occhi mi bruciavano, arrossati dal fumo denso che aleggiava nell’aria viziata. Qualche giorno prima avevo ascoltato una storia curiosa, dalle larghe bocche degli avventori e dei viandanti. Non si parlava d’altro. Sembrava che Thorsen, un cavaliere templare della mia razza, avesse rinvenuto, durante uno dei suoi viaggi, uno strano ed enigmatico Totem, abbandonato tra le montagne che circondano il Vulcano. Ora forse qualcuno di voi rammentera’ la storia che Larry l’oste amava raccontare durante le prime calde sere di questa primavera tardiva..quella storia riguardo il popolo degli Waikiti. Ora ora siate sinceri.
Scommetto la mia tunica che molti di voi avranno pensato che si trattasse di un’altra delle storie di Larry. I forestieri amano ascoltare storie di mostri e di draghi, di perdute civilta’ ed antichi tesori, e Larry ama raccontarle mentre versa boccali di buona birra alle bocche che pendono dalle sue labbra. Anche io mi ero limitato a grattarmi la barba e stringere il portamonete..Tuttavia quando seppi del ritrovamento, ma ancor di piu’ quando la giovane Mystra mi mostro’ di persona il
totem, cominciai a sentir puzza di avventura. Chiesi in giro , e scoprii che era stata organizzata una spedizione, allo scopo di trovare antiche rovine o quant’altro potesse testimoniare l’esistenza del popolo Waikiti.
Scommetto la mia tunica che molti di voi avranno pensato che si trattasse di un’altra delle storie di Larry. I forestieri amano ascoltare storie di mostri e di draghi, di perdute civilta’ ed antichi tesori, e Larry ama raccontarle mentre versa boccali di buona birra alle bocche che pendono dalle sue labbra. Anche io mi ero limitato a grattarmi la barba e stringere il portamonete..Tuttavia quando seppi del ritrovamento, ma ancor di piu’ quando la giovane Mystra mi mostro’ di persona il
totem, cominciai a sentir puzza di avventura. Chiesi in giro , e scoprii che era stata organizzata una spedizione, allo scopo di trovare antiche rovine o quant’altro potesse testimoniare l’esistenza del popolo Waikiti.
E cosi’ mi trovavo ora nella taverna. Una linea di fuoco solcava le creste dei monti dell’est. L’alba. Un silenzio interrotto soltanto da gemiti e mormorii di ubriachi cullava i miei pensieri. Era giunta l’ora. Quando mi guardai intorno notai che molti altri si erano riuniti per partecipare alla spedizione. Mi sentii stupido. Forse gli anni di preghiera non erano riusciti a cancellare la mia insana curiosita’ . Stavo per andarmene, per non passare per un credulone qualunque, quando qualcosa congelo’
i miei passi. Una voce tuonante e gentile penetro’ nella mia testa. Soltanto alcuni degli avventori l’udirono.
Il grande Raxy. Fu in quel momento che capii che c’era qualcosa di grosso in ballo.
Il dio ci disse di radunare un manipolo di eroi nel vecchio soppalco della casa abbandonata, tra i vicoli malfamati della citta’.
Fu cosi’ che ci ritrovammo tutti quanti assieme. Forse saro’ noioso nell’elencare tutti coloro che parteciparono all’impresa, ma ritengo che sia un onore per me scrivere delle gesta di coloro che mi accompagnarono nella cerca dell’antica civilta’ Waikiti. I loro nomi erano Arctis,Blarist,Delduil,Djamila,Grymber,Hern,Hirozok,Kherelior,Rilath,Semeth,Surazad,
Thantreth,Thorsen,Toregon,Tungarim e Varg, e tutti dimostrarono impegno e coraggio nelle loro possibilita’, anche se non tutti parteciparono alla cerca nella sua interezza.
Decidemmo che Blarist sarebbe stato il capogruppo, mentre Hern e Thorsen avrebbero fatto da guida. Raxy ci aveva infatti ordinato di recarci nel luogo ove il totem era stato ritrovato, e poiche’ erano stati loro due a compiere il ritrovamento, ci avrebbero guidato con consigli al luogo indicato.
Viaggiammo a lungo tra le montagne attorno al vulcano. Quei picchi, indorati dalle prime luci del mattino, sembravano tutti uguali ai nostri occhi ansiosi di osservare meravigliose rovine ad antichi tesori promessi da una storia ricca di mistero.
Stavamo appunto per decidere di dividerci e cercare singolarmente, quando un grido vittorioso ci distrasse. Kherelior, allontanatosi per esplorare i dintorni, aveva trovato un altro piccolo totem, identico a quello rinvenuto da Thorsen pochi giorni addietro.
Sogni e misteri divennero improvvisamente realta’ davanti ai miei occhi, quelli di un nano troppo giovane per non lasciarsi sopraffare dall’ardore e dalla voglia d’avventura.
Ci radunammo in una piccola radura, al centro della quale sorgeva la scultura. Sembrava essere li da mille anni, seminascosta dal muschio e dalla fresca vegetazione. Osservammo tutti attentamente. Un enigmatico sorriso era scolpito sul volto di pietra, sul quale spiccava uno strano naso, che non si attaccava perfettamente al resto del volto. Mi avvicinai e CLACK! Osservai affascinato la statua girare su se stessa non appena premetti il naso. Una porzione del piedistallo del totem si rivelo’ ai
nostri occhi, rivelando una strana scrittura, che suonava pressappoco cosi’:
i miei passi. Una voce tuonante e gentile penetro’ nella mia testa. Soltanto alcuni degli avventori l’udirono.
Il grande Raxy. Fu in quel momento che capii che c’era qualcosa di grosso in ballo.
Il dio ci disse di radunare un manipolo di eroi nel vecchio soppalco della casa abbandonata, tra i vicoli malfamati della citta’.
Fu cosi’ che ci ritrovammo tutti quanti assieme. Forse saro’ noioso nell’elencare tutti coloro che parteciparono all’impresa, ma ritengo che sia un onore per me scrivere delle gesta di coloro che mi accompagnarono nella cerca dell’antica civilta’ Waikiti. I loro nomi erano Arctis,Blarist,Delduil,Djamila,Grymber,Hern,Hirozok,Kherelior,Rilath,Semeth,Surazad,
Thantreth,Thorsen,Toregon,Tungarim e Varg, e tutti dimostrarono impegno e coraggio nelle loro possibilita’, anche se non tutti parteciparono alla cerca nella sua interezza.
Decidemmo che Blarist sarebbe stato il capogruppo, mentre Hern e Thorsen avrebbero fatto da guida. Raxy ci aveva infatti ordinato di recarci nel luogo ove il totem era stato ritrovato, e poiche’ erano stati loro due a compiere il ritrovamento, ci avrebbero guidato con consigli al luogo indicato.
Viaggiammo a lungo tra le montagne attorno al vulcano. Quei picchi, indorati dalle prime luci del mattino, sembravano tutti uguali ai nostri occhi ansiosi di osservare meravigliose rovine ad antichi tesori promessi da una storia ricca di mistero.
Stavamo appunto per decidere di dividerci e cercare singolarmente, quando un grido vittorioso ci distrasse. Kherelior, allontanatosi per esplorare i dintorni, aveva trovato un altro piccolo totem, identico a quello rinvenuto da Thorsen pochi giorni addietro.
Sogni e misteri divennero improvvisamente realta’ davanti ai miei occhi, quelli di un nano troppo giovane per non lasciarsi sopraffare dall’ardore e dalla voglia d’avventura.
Ci radunammo in una piccola radura, al centro della quale sorgeva la scultura. Sembrava essere li da mille anni, seminascosta dal muschio e dalla fresca vegetazione. Osservammo tutti attentamente. Un enigmatico sorriso era scolpito sul volto di pietra, sul quale spiccava uno strano naso, che non si attaccava perfettamente al resto del volto. Mi avvicinai e CLACK! Osservai affascinato la statua girare su se stessa non appena premetti il naso. Una porzione del piedistallo del totem si rivelo’ ai
nostri occhi, rivelando una strana scrittura, che suonava pressappoco cosi’:
“Signori,Sono sempre stato sincero,ora non so stavolta,se esattamente,sapro orientarvi,seriamente”
Ci guardammo sconcertati. Cosa volevano significare quelle parole? Chi ne era l’autore? E quando mai questo sconosciuto era stato sincero con noi? Eravamo cosi’ persi a dare un profondo significato a tutto questo, che non ci accorgemmo della semplice e lampante soluzione. Furono Kherelior e Thorsen ad avvedersene. Le iniziali delle parole indicavano un preciso percorso!
Schioccai le dita..come avevo fatto a non pensarci prima?
“Sud sud sud sud sud ovest nord sud sud sud est sud ovest sud!” esclamai di getto, seguito rapidamente da Thorsen, mentre Kherelior si era gia’ incamminato tra gli scoscesi sentieri montani.
Schioccai le dita..come avevo fatto a non pensarci prima?
“Sud sud sud sud sud ovest nord sud sud sud est sud ovest sud!” esclamai di getto, seguito rapidamente da Thorsen, mentre Kherelior si era gia’ incamminato tra gli scoscesi sentieri montani.
Ci muovemmo seguendo le indicazioni del totem, ed alla fine ci trovammo in una stretta gola. E’ strano. Avevo sorvolato spesso quelle zone durante i miei viaggi, eppure non avevo mai visto quel sentiero scosceso e ripido, nascosto dalla vegetazione e dalle irte pareti rocciose.
Percorremmo la gola armi in pugno. Non sapevamo cosa ci attendeva tra quelle montagne, e pensammo che non avrebbe guastato prepararsi al peggio. Seguimmo il serpeggiante sentiero per un po’, fin quando esso non si interruppe bruscamente ai piedi di una parete rocciosa, sulla quale sorgeva una fitta vegetazione di edere ed antichi rampicanti.
Ci fermammo ed iniziammo a cercare un varco. Le provammo di tutte. C’era chi cercava una pala per scavare, chi guardava sotto ogni masso o pietra che trovava. Io dal canto mio presi a premere e bussare contro la parete rocciosa, per vedere se, come nelle grandi storie fantastiche, una sezione del muro si fosse magicamente aperta per rivelarci chissa’ quali tesori. Fu dopo molto premere e spingere solida roccia che, sudato e stanco, mi sedetti su un sasso. Mi guardai attorno, e mentre mi asciugavo il sudore con un fazzoletto, vidi Blarist, che fino a quel momento era stato fermo, dirigersi verso la fitta vegetazione di rampicanti. Lui e Tungarim presero a strappar via edera e foglie, e nel giro di pochi istanti rivelarono un piccolo passaggio, come una fenditura tra le rocce, che si apriva verso est oltre le rocce. Facemmo qualche fatica a passare in mezzo a
quei sassi aguzzi e ripidi, ma una volta al di la’ del passaggio ci ritrovammo in una piccola valle, completamente oscurata da rigogliante vegetazione e ripida roccia. Davanti a noi sorgeva una costruzione di pietra, antica e maestosa. Ci avvicinammo, e meravigliati ci fermammo dinanzi al grande portone di bronzo. Vi erano incise in rilievo scene di battaglia.
Un’antica e potente razza combatteva per la sua sopravvivenza davanti alle porte di un tempio, molto simile a quello che avevamo davanti. Un’altra scena raffigurava probabilmente un potente signore della civilta’ waikiti. Lo sguardo altero e sprezzante tradiva la grande sicurezza di se’ e la forza che dovevano essere propri della loro razza. Semeth , il gigante, siavvicino’ al portale, e con la sua grande mano schiaccio’ la testa della fredda figura di bronzo. Con un cigolante rumore di
ingranaggi il grande portale si apri’ , lasciando davanti a noi tenebre incontaminate per lunghi secoli.
Entrammo nella costruzione. Davanti ai nostri occhi c’era un altro grande portale, sul quale si leggeva:
Percorremmo la gola armi in pugno. Non sapevamo cosa ci attendeva tra quelle montagne, e pensammo che non avrebbe guastato prepararsi al peggio. Seguimmo il serpeggiante sentiero per un po’, fin quando esso non si interruppe bruscamente ai piedi di una parete rocciosa, sulla quale sorgeva una fitta vegetazione di edere ed antichi rampicanti.
Ci fermammo ed iniziammo a cercare un varco. Le provammo di tutte. C’era chi cercava una pala per scavare, chi guardava sotto ogni masso o pietra che trovava. Io dal canto mio presi a premere e bussare contro la parete rocciosa, per vedere se, come nelle grandi storie fantastiche, una sezione del muro si fosse magicamente aperta per rivelarci chissa’ quali tesori. Fu dopo molto premere e spingere solida roccia che, sudato e stanco, mi sedetti su un sasso. Mi guardai attorno, e mentre mi asciugavo il sudore con un fazzoletto, vidi Blarist, che fino a quel momento era stato fermo, dirigersi verso la fitta vegetazione di rampicanti. Lui e Tungarim presero a strappar via edera e foglie, e nel giro di pochi istanti rivelarono un piccolo passaggio, come una fenditura tra le rocce, che si apriva verso est oltre le rocce. Facemmo qualche fatica a passare in mezzo a
quei sassi aguzzi e ripidi, ma una volta al di la’ del passaggio ci ritrovammo in una piccola valle, completamente oscurata da rigogliante vegetazione e ripida roccia. Davanti a noi sorgeva una costruzione di pietra, antica e maestosa. Ci avvicinammo, e meravigliati ci fermammo dinanzi al grande portone di bronzo. Vi erano incise in rilievo scene di battaglia.
Un’antica e potente razza combatteva per la sua sopravvivenza davanti alle porte di un tempio, molto simile a quello che avevamo davanti. Un’altra scena raffigurava probabilmente un potente signore della civilta’ waikiti. Lo sguardo altero e sprezzante tradiva la grande sicurezza di se’ e la forza che dovevano essere propri della loro razza. Semeth , il gigante, siavvicino’ al portale, e con la sua grande mano schiaccio’ la testa della fredda figura di bronzo. Con un cigolante rumore di
ingranaggi il grande portale si apri’ , lasciando davanti a noi tenebre incontaminate per lunghi secoli.
Entrammo nella costruzione. Davanti ai nostri occhi c’era un altro grande portale, sul quale si leggeva:
“Solo il coraggio e l’astuzia permetteranno il passaggio!”
Una prova. Forse l’antico popolo Waikiti aveva previsto che un giorno un’altra civilta’ avrebbe trovato questo tempio. Pensai che probabilmente essi avevano preparato delle prove, per evitare che potenti segreti finissero nelle mani delle persone sbagliate.
Forse per questo motivo il grande Raxy stesso si era interessato della questione. Se si fosse trattato di semplici tesori da rigattiere, di certo il potente dio non si sarebbe scomodato. Ancora piu’ a nord sorgeva invece una statua di un guerriero waikiti. Sul piedistallo della statua era scritto:
Forse per questo motivo il grande Raxy stesso si era interessato della questione. Se si fosse trattato di semplici tesori da rigattiere, di certo il potente dio non si sarebbe scomodato. Ancora piu’ a nord sorgeva invece una statua di un guerriero waikiti. Sul piedistallo della statua era scritto:
“Qui solo il coraggio di UNA persona, potra’ svelare l’apertura del tempio.Preparati o prode che un nemico spietato, da solo dovrai affrontare. Inchinati e preparati a morire.”
Fu allora che senza pensarci troppo su, Semeth il guerriero si inchino’, ed in un lampo scomparve nel nulla!
Pochi attimi dopo sentimmo il suo grido di agonia riecheggiare tra le grandi sale del tempio. Sussultai. Ero sempre piu’ convinto che non era un caso se mi trovavo li, dinanzi a quel monitorio portale..decisi che avrei sfidato la sorte, avrei provato a me stesso il mio coraggio e avrei messo a dura prova la mia fortuna, che fino ad allora mi aveva sempre ben assistito.
Formulai alcuni incantesimi di protezione. Mentre il resto del gruppo discuteva su chi sarebbe stato il prossimo ad entrare, senza pero’ raggiungere un accordo, pronunciai le preghiere a Raxy. Avrei contato soltanto sulla mia fede. Mi protessi con l’incantesimo che solo ai chierici e’ concesso, per la loro dedizione e la loro umilta’. Mi chinai…
Pochi attimi dopo sentimmo il suo grido di agonia riecheggiare tra le grandi sale del tempio. Sussultai. Ero sempre piu’ convinto che non era un caso se mi trovavo li, dinanzi a quel monitorio portale..decisi che avrei sfidato la sorte, avrei provato a me stesso il mio coraggio e avrei messo a dura prova la mia fortuna, che fino ad allora mi aveva sempre ben assistito.
Formulai alcuni incantesimi di protezione. Mentre il resto del gruppo discuteva su chi sarebbe stato il prossimo ad entrare, senza pero’ raggiungere un accordo, pronunciai le preghiere a Raxy. Avrei contato soltanto sulla mia fede. Mi protessi con l’incantesimo che solo ai chierici e’ concesso, per la loro dedizione e la loro umilta’. Mi chinai…