Diamanda (seconda parte)

Diamanda (seconda parte)

Salirono nella stanza e dopo un breve congedo si accomodarono una sul letto e l’altro sulla poltrona: tuttavia Diamanda non riusciva a chiudere occhio e Kurt se ne accorse.
-Perchè non dormi?-
Le chiese sedendosi sul bordo del letto.
-Non lo so…-
-Sono io che ti rendo nervosa? non ti senti tranquilla?-
-Un po’…-
-Capisco, non capita tutti i giorni uno sconosciuto nella propria stanza, legami se può renderti più tranquilla…-
Diamanda rimase sconcertata poi vedendo il suo sguardo sincero acconsentì e lo legò con cura al ferro attaccato al muro.

Dormirono entrambi.

-Allora dove andiamo?- disse Kurt dopo aver legato l’ultimo fagotto al suo destriero e esservi montato sopra.
-Andiamo? perché andiamo?- rispose Diamanda mentre stringeva le briglie di Mennone.
-Andiamo perché verrò con te…-
-Come?-
-Non posso di certo lasciare che una fanciulla bella come te vaghi sola per queste lande così pericolose e desolate, e poi due teste sono meglio di una no?-
Diamanda per la prima volta non si sentì infastidita dalla presenza di un altro umano al suo fianco e così presero a galoppare assieme verso sud.

-Ci fermiamo, non è prudente continuare- Kurt scese da cavallo e lo legò a un mandorlo poco distante; Diamanda scese e fece lo stesso.
Dopo essersi accampati e aver mangiato un po’ delle provviste raccolte a Galas si misero a discorrere di fronte al fuoco.
-Certo che sei strana…-
-Cosa?-
-Una donna che vaga da sola come un’amazzone e non sente l’esigenza di metter su famiglia o di fare ricamo a punto croce…- Kurt fece una smorfia e attesa la risposta di Diamanda:
-Cosa?? ma cosa stai dicendo! io non potrei mai! la mia famiglia è Mennone e me stessa ed è tutto quello di cui ho bisogno!- e mentre ridacchiava tirò un piccolo sasso a Kurt.
-Ehi!- Kurt reagì rispondendo all’attacco.
Scoppiò uno scontro senza esclusione di colpi: si tiravano tutto ciò che capitava loro alla mano e intanto sghignazzavano come matti.
Kurt improvvisamente balzò sopra a Diamanda atterrandola e dopo essersi rotolati per un po’ nella polvere si ritrovarono faccia a faccia a distanza di qualche centimetro. Si fissarono e le loro espressioni si tramutarono da grandi sorrisi a sguardi seri e pensosi: Kurt dischiuse le labbra come se stesse per dire qualcosa e si avvicinò quando un rumore gli destò all’improvviso: Kurt scattò in piedi e fece cenno a Diamanda di nascondersi dietro ai cavalli, lui si appostò dietro un albero.
Attesero qualche minuto e dal buio apparvero due losche figure, probabilmente due briganti; i due si guardarono un po’ attorno come delusi dall’aver trovato l’accampamento vuoto ma senza troppi indugi si avvicinarono subito ai fagotti vicino ai cavalli. Senza nemmeno lasciargli il tempo di allungare le mani Diamanda sbucò fuori dal suo nascondiglio e armata di spada trafisse uno dei banditi, non appena questi cadde e l’altro posò gli occhi sul suo cadavere Kurt gli era già addosso con la lama immersa nella sua trachea.
Nonostante il pericolo scampato i due sapevano bene che le bande di briganti erano sempre numerose e per gli attacchi venivano sempre mandati in avanscoperta due esploratori così sellati i cavalli si volatilizzarono.

Diamanda aprì un poco gli occhi sentendo la gelida brina del mattino colarle sulla guancia: il sole era ancora basso e l’aria ancora fredda. Era esausta sentiva le sue ossa come frantumate da un enorme masso e il monotono movimento che il suo corpo faceva sulla groppa di Mennone non la aiutava di certo. Avevano cavalcato tutta la notte e si era addormentata; Kurt era rimasto sveglio legando le redini insieme e guidando i cavalli lungo sentieri sicuri arrivando così nei pressi di un villaggio.
Diamanda fece per alzarsi dalla groppa ma forse il sonno o la debolezza le fecero perdere il controllo e cadde rovinosamente a terra, non appena Kurt se ne accorse fermò i cavalli e balzò giù dalla sella.
-Ehi! tutto a posto?-
Diamanda rispose debolmente mentre Kurt la prendeva in braccio.
-Dove siamo?-
-A Revelon…-
Kurt la mise sul suo cavallo tenendola stretta per la vita e cavalcò verso il villaggio-

-Una camera per piacere…-
-Avete bisogno di aiuto per la ragazza?-
-No, è solo stanca non temete-

Diamanda riaprì gli occhi: sentiva il canto di un usignolo provenire dalla finestra, l’aria era calda e un vento tiepido muoveva leggermente le tende. Si sentiva indolenzita ma molto più riposata; si alzò dal letto mettendosi seduta e vide Kurt sdraiato nel letto a fianco che ronfava pesantemente, Diamanda sorrise e toltasi le vesti silenziosamente si fece un bagno.
L’acqua calda la rilassava, sentiva i muscoli rinvigorirsi lentamente e la sua mente perdersi nei meandri dei suoi pensieri che si accalcavano tutti assieme nella sua testa: “che uomo strano, ma perché ho accettato che mi seguisse? bhé almeno mi ha salvato la vita…. e se avesse delle cattive intenzioni? se volesse uccidermi? lo avrebbe già fatto…. che cosa vuole da me? non mi era mai successo di pensare in questo modo a una persona…………….la sua schiena….è perfetta…..ma cosa sto dicendo?!?!?”…. un rumore la risvegliò improvvisamente dal suo pensiero.
-Kurt??-
-Sì? dimmi? hai bisogno?-
-No no mi sto facendo un bagno!-
-Hai bisogno di qualcosa?-
-No,……..Kurt….-
-Sì?-
-Perché stai viaggiando con me?-
Kurt si affacciò alla porta con sguardo serio.
-Diamanda, sicura di sentirti bene?-
Diamanda si alzò dalla vasca lentamente: il suo corpo nudo dal fisico perfetto era imperlato dall’acqua e il suo sguardo era fisso negli occhi di Kurt. Kurt deglutì e lottò con se stesso per non abbassare lo sguardo poi si avvicinò con prudenza. La prese tra le braccia e le baciò il collo, le sue mani si poggiarono sui glutei scoperti e la sollevarono, Diamanda si aggrappò con le gambe alla vita e prese a baciarlo con passione.
-Ma le monache non dovrebbero rimanere caste?- disse Kurt staccandosi improvvisamente dalle labbra di Diamanda.
-Non le monache erranti…loro hanno i voti di monache ma non devono rispettare la castità…-
Kurt riprese a baciarla con più ardore di prima.

-Dove andremo ora mia Signorina dalla lingua pungente?-
-Mmm….andremo ad est verso l’entroterra, attraverseremo il deserto e raggiungeremo le montagne, voglio vedere la città nella roccia: Ivrea.-
Kurt impallidì…
-Non credo sia una buona idea…-
-Cosa? E perché?-
-Il deserto contiene mille insidie e per una giovane donna come voi potrebbe essere letale-
-Bazzecole! Non vorrai tirarti indietro adesso quando il bello deve ancora venire no?- detto questo diede un colpo di staffe a Mennone che nitrendo in disapprovazione partì fulmineo vero la strada illuminata dalle luci dell’alba. Kurt vedendola fuggire a quel modo si lanciò all’inseguimento.

Djamila, Ray of Darkness

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