Diamanda (prima parte)

Diamanda (prima parte)

Allevata in una famiglia fatta di monaci e chierici era comunque senza fede ma con i muscoli di un uomo. Difficile nascondere i tratti soavemente femminili: quelle labbra carnose e rosee, occhi azzurri con lunghe ciglia e capelli biondo cenere. Degna del nome di amazzone, Diamanda era una monaca errante. Prima donna di quell’era e diplomarsi nella gilda dei monaci a soli 15 anni con i massimi voti. Cresciuta nella clausura era stata educata a una vita dedita alla meditazione e alla castità; alcuni chierici avevano inoltre cercato di infonderle la fede per gli antichi Dei ma non c’era stato nulla da fare.
Galoppava fieramente sul suo fedele Mennone, dormiva dove poteva nutrendosi con i prodotti della sua arte di cacciatrice, inoltre si procurava denaro con le taglie messe sulle teste di banditi e assassini e quando questi scarseggiavano si occupava personalmente di tagliare le gole dei viandanti. Con armi o con le mani era una temibile combattente, ma non solo: eccelleva nella danza e nel canto, intelligente e colta sin da piccola aveva sviluppato un’ arguta furbizia e una curiosità innata per tutto ciò che la circondava; insomma, un vero e proprio dono degli Dei se non fosse stato per quella tremenda cattiveria e quella rabbia che si portava dentro. Più volte i suoi maestri avevano tentato di capire da dove provenisse quel vortice così impetuoso che quando si scatenava metteva paura persino a loro, i chierici e gli sciamani sostenevano fosse posseduta e la evitavano come una pestilenza; ma ovviamente il suo Maestro Orlach non aveva creduto nemmeno per un momento che quell’essere così perfetto e amabile avesse dentro una qualsiasi forma di Male, così le insegnò a controllare le sue emozioni incanalandole nella meditazione e facendo prevalere la ragione sull’impulsività. Questi suoi insegnamenti avevano funzionato talmente bene da trasformarla in un essere cinico e completamente apatica davanti al resto dell’umanità.

Eccola…Galas: l’enorme città costiera.
“Oh Mennone….buono bello, siamo arrivati.”

Tanta gente, molte fontane, almeno 2 guardie armate ogni 30 passi, mercanti e mercenari….
A colpo d’occhio tutto quel trambusto piacque a Diamanda.

-Mi scusi, una locanda?-
-In fondo a sinistra, taverna Rubina, buona permanenza a Galas Signorina!-
-Grazie.-

-Mi scusi, quanto a notte?-
-30 monete-
-Per il cavallo?-
-10 monete-
Mise le monete sul tavolo e accompagnò Mennone nella stalla. Diamanda salì in camera, posò le armi pesanti e una volta sgranocchiato qualcosa uscì.

L’atmosfera era notevolmente cambiata… ladruncoli ad ogni angolo, prostitute e parecchi assassini. Passeggiava lentamente tra le vie quando sentì un vociare provenire da una locanda poco distante, entrò incuriosita.

-Forza signori!!! Entrate e scommettete! Il normanno o il ramingo mingherlino!?!?-
Diamanda si guardò un po’ intorno: forestieri, mercenari, guerrieri e alcuni nordici si sfidavano in combattimenti clandestini.
Notò subito i possenti muscoli del normanno e la splendida lama che impugnava poi si concentrò sul ramingo: piccolo e longilineo, incapucciato con una lunga veste nero cangiante scorse immediatamente la quantità esorbitante di pugnali nascosti nella manica.
-Che il combattimento abbia inizio!-
Il normanno balzò in avanti colpendo l’aria, il ramingo si era già portato dietro di lui calciando potentemente il suo fondoschiena e suscitando le risate di tutti i presenti; il normanno notevolmente irritato tornò alla carica ma il suo spadone fu fermato dall’arma del ramingo comparsa dal nulla. Un’arma di fattura sicuramente elfica aveva due lame agli estremi e l’impugnatura era nel mezzo, le lame non erano dritte ma ricurvate a uncino. Il ramingo danzava… e uno e due affondo e uno due tre e …..il normanno venne disarmato in soli 2 turni. Diamanda conosceva bene quella danza e ne rimase piacevolmente sorpresa accennando un sorriso al vincitore.
-E il ramingo vince, forza forza sotto a chi tocca! Avanti un altro! Non vorremo mica fargli fare serata così!-

Uno dopo l’altro gli avversari caddero, sia se lo sfidassero con armi sia con il corpo e tutti con impressionante velocità, sembrava che avesse il diavolo in corpo e ogni volta nemmeno un gemito o una parola di trionfo pronunciata dall’oscurità di quel cappuccio.

Per Diamanda era quasi un invito a nozze, si alzò in piedi e quasi in un batter d’occhio si ritrovò al centro dell’arena.
Lo studiava con attenzione poi guardandolo disse:
-Niente armi-
Il ramingo depositò la sua arma elfica.
Diamanda lo guardò serietà e scosse lentamente la testa.
Il ramingo estrasse dalla manica i 13 pugnali, due lame corte dalla vita e altre 3 degli stivali. Nella stanza tutti rimasero attoniti e increduli.
Da sotto il cappuccio Diamanda fu sicura di aver intravisto un ghigno.
-Viso aperto…-
Il ramingo lentamente si abbassò il cappuccio e slacciatosi la veste la appoggiò su una sedia: aveva i capelli corti castano scuro, gli occhi neri, i tratti erano regolari e affascinanti e il suo fisico a differenza delle apparenze era slanciato e robusto; fissava Diamanda negli occhi.
-Che il combattimento abbia inizio! Chi vincerà? La vedova nera o il ramingo ingannatore?!-
I due si girano un po’ intorno scrutandosi a vicenda: Diamanda si era raccolta i lunghi capelli per non ostruire la visuale durante il combattimento. Ognuno dei due fissava l’altro senza sosta entrambi in attesa di una disattenzione dell’altro, quando il ramingo scattò in avanti con un calcio diretto, per Diamanda fu un gioco evitarlo e approfittando della mossa fallita tentò un palmo diretto verso la base del collo ma la sua mano venne prontamente fermata dal ramingo che la afferrò per il polso. Lei sorrise e con un movimento fulmineo cambiò la guardia cogliendolo alla sprovvista e colpì forte il suo stinco con un calcio basso, il ramingo saltò indietro e alzando un angolo della bocca fece una finta con un calcio dall’alto colpendola al petto con una sforbiciata; seguirono una serie di colpi talmente veloci da sfuggire alla vista degli spettatori. Il silenzio era calato rapido nella stanza, tutti seguivano il combattimento in con estrema attenzione. Per Diamanda non esisteva più nulla: sentiva il suo corpo fendere l’aria come immerso nell’acqua, una perfetta sintonia tra mente e corpo, questo le avevano insegnato per quasi 17 anni e lei lo sentiva pulsare dentro come un’anima che si muovesse per lei; il ramingo la seguiva come un compagno di danza a ogni sua mossa lui rispondeva prontamente come acqua e fuoco uniti in un vortice.
Improvvisamente tutto si bloccò, immobile: lui la guardò e ghignando le indicò la sua mano tesa verso la giugulare… era finita?… Diamanda rispose al sorriso indicandogli il suo ginocchio appoggiato ai genitali.

-Parità signori e signori! Per la prima volta in questa locanda!-
I due si staccarono dal vortice e si allontarono lentamente.

-400 monete, divise per due fanno 200 a testa, i miei complimenti!-

Diamanda uscì dalla locanda sbattendo la porta e si avviò con passo veloce verso la Rubina: non si era minimamente accorta di quanto tarda fosse l’ora, quel combattimento le aveva tolto il senso del tempo proprio come il vecchio Orlach le aveva insegnato. Era quasi giunta a metà strada quando si accorse della presenza dietro di lei:
-Perchè mi seguite?-
-Volevo stringere la mano alla mia sfidante ma siete scappata via con così tanta fretta che non ne ho avuto occasione.-
Diamanda si girò sospettosa.
-Piacere sono Kurt Nenjo, ramingo dell’ovest vi porgo le mie congratulazioni per il vostro combattimento- e inginocchiatosi di fronte a lei le prese la mano e ne baciò le nocche. Piacevolmente sorpresa da quell’atteggiamento così gentile gli rispose con un sorriso e abbandonando per un attimo il suo cinismo rispose:
-Piacere… mi…mi chiamo Diamanda Ifiopea, monaca del convento di Acer.-
-Monaca? ora capisco la vostra bravura anche se non mi spiego come mai non mi sembrate una “monaca”! oh….senza offesa ovviamente!-
Diamanda rise di gusto. Era la prima volta che qualcuno glielo diceva e le sembrò buffo.
-Sì in effetti pur essendo monaca non ho fede e rispetto solo i codici del mio ordine-
-Cosa vi porta qui a Galas?-
-Il semplice vagabondare e voi?-
-Lo stesso, non ho una dimore fissa da oltre 10 anni!-
-Quanti anni avete?-
-Quasi 25 e voi? a giudicare dal vostro viso, se non sono troppo indiscreto, sembrate parecchio giovane-
Diamanda arrossì e poi rispose.
-17 compiuti la scorsa luna-
Kurt sembrò sorpreso
-Veramente giovanissima. Posso darvi del tu?-
-Certo, non mi sono mai piaciute le cose formali-
Lui rise forte.

Si avviarono verso la Rubina continuando a parlare e discorrere sulle loro vite con grande entusiasmo.
-Oh ma è tardissimo, io devo ritirarmi!-
-No se volete posso ospitarvi nella mia stanza, così non dovrete fare tutta quella strada a piedi!-
Kurt alzò perplesso un sopracciglio.
-Non vi importa di ciò che pensano gli altri vero?-
-Come?!-
-Cioè al giorno d’oggi le gentil donne non invitano i viandanti così facilmente nelle loro camere a trascorrere la notte a meno che…….bè sì insomma non siano del mestiere!-
-Primo: non sono una gentil donna né una prostituta, secondo: penso di sapermi difendere da certi viandanti…come ho anche già dimostrato.-
-Ottima risposta Diamanda, mi stupisci ogni momento di più!- e rise forte e anche Diamanda rise. Quell’uomo così terribilmente affascinante cominciava a intaccare l’indifferenza di Diamanda e lei in cuor suo cominciava a capire fin troppo bene, ma non ebbe paura come mai non ebbe da piccola per tutto ciò che le stava intorno; lei prendeva le cose affrontandole faccia a faccia senza mai esitare nemmeno un istante.

Djamila,Ray of Drakness

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basato su D&D, con un’ambientazione unica e altamente personalizzata