Dalla Fattoria alla Capitale
Erano passati gia’ due giorni dal mio arrivo in Capitale, da quando Seelow il pirata aveva scaraventato i miei bagagli giu’ dal grosso battello della Compagnia dei Mari Occidentali.Preso congedo dai miei genitori e salutata la squadra di pesti che mi ritrovo come fratelli,lasciai alle mie spalle la fattoria e mi addentrai nel bosco di
Saed diretto verso l’omonima citta’.
Mi capitava sovente di percorrere quella strada per raggiungere il mercato e comprare tutto cio’ che la nostra piccola fattoria non poteva fornirci, ma a pensarci bene non l’avevo mai percorsa da SOLO. Una sensazione d’orgoglio mista a timore percorse tutto il mio piccolo corpo mentre attraversavo la foresta di acacie.Dopo ore di cammino e qualche chilometro alle spalle (noi gnomi non siamo portati per le grandi distanze) sentendo i morsi della fame mi fermai a mangiare i due bocconi di pane che avevo raccolto di fretta e furia dal tavolo della cucina prima di uscire.
Verso la fine della mattinata fui a Saed. Palazzi, strade lastricate, armature splendenti con rampanti delfini finemente incisi, le urla dei bambini che inseguivano la gallina scappata dal tagliere del negozio all’angolo di Piazza Nalzain, l’aroma del pane appena sfornato e l’inconfondibile brezza del mare sulla pelle; Saed si profilava a me come una intrigante alternativa alla pacifica vita di campagna. Andai subito a trovare Akethel, proprietaria della taverna “La Balena Fantasma” nonche’ ex compagna di ventura dei miei genitori. “So perche’ sei qui briccone!” tuono’ la sua voce al mio ingresso nella sala principale. “Hai intenzione di raggiungere la Capitale” stupito da queste affermazioni, per altro esatte, continuai ad ascoltare. “Fammi indovinare, non avevi intenzioni di pagare il battello a sud dell’isola e speri di intrufolarti di nascosto al passaggio della Citta’ che peraltro ha l’esclusiva funzione di discesa per i passeggeri e le merci?” Ammutolito nel constatare che i suoi straordinari poteri mentali non erano solo i protagonisti delle fiabe, che da bambino, prima di andare a letto, ero abituato ad ascoltare, annuii alla signora e non seppi piu’ dire nulla, chinai per un secondo il capo e immersi addormentato la faccia nella zuppa che mi era stata appena offerta.
Dopo poche ore mi trovai all’approdo presso la Piazza del Mare Tranquillo, pensando a come avrei fatto per introdurmi segretamente nel battello; una lenta sagoma dallo scafo piatto si avvicino’ al porto, era la mia occasione! Notai un olbo’ aperto sul lato dello scafo che si avvicinava alla banchina, avrei dovuto saltarvi dentro prima che gli occhi di un grosso marinaio mi notassero. Calcolai la distanza, l’altezza,propulsione traiettoria e spinta, feci tre passi e con un unico salto…finii con la faccia spiaccicata contro lo scafo della nave ed un mano che a mala pena toccava l’oblo! A quel punto il marinaio di scatto si volto’ verso di me e… NULLA, assolutamente nulla (?!?) sembrava non avermi notato! Solo in quel momento notai nella mano che mi teneva ancora aggrappato all’imbarcazione un anello di finissimo vetro incolore, “Forse una regalo della Signora della Taverna…Forse mentre dormivo” pensai tra me e me. Le sorprese non finirono, smisi di respirare per qualche secondo stupefatto del fatto che i miei piedi iniziassero a levitare. Mi infilai dentro il piccolo olbo’ ed affacciandomi verso il molo scorsi Akethel sorridermi felice.
Il giovane Orlach
‘Orlach, Avventure Tomo I’
da
‘Il Manuale Verde Bosco‘