[Background UA] L’inizio dell’avventura di Khyrah
fatta di combattimenti, sfide, e coraggio
Di una vita di amicizia e lealtà
Insieme a voi grandi UA!
Un’alba dorata risplendeva all’orizzonte, fra le aguzze linee dei monti di quelle lontane misteriose lande, le terre di Clessidra.
Ero giunta in capitale la sera precedente, ma non avendo soldi ero stata costretta ad accamparmi come potevo, e seppur con qualche timore avevo deciso di appostarmi in una vecchia casa abbandonata che sorgeva vicino ad una chiesa.
Avevo dormito al piano superiore, rannicchiata su di un giaciglio di paglia vecchio e scomodo.
Non ero abituata a quel genere di vita.
Khyrah del villaggio della Lama Blu, un villaggio che ormai non esisteva più, la figlia del capo villaggio. Ecco chi ero.
Ma questo il gruppo di mercenari che aveva distrutto il mio villaggio probabilmente non lo sapeva. Avevano ucciso tutti,mio padre era riuscito a far scappare mia madre e me nei sotterranei nel castello, combattendo contro un’orda di nemici, e sacrificando la sua vita per noi. Lui il guerriero più forte tra gli elfi dorati del nostro villaggio, era perito, che possibilità avevamo noi di sopravvivere?.
E cosi eravamo rimaste solo io e lei, spaventate, distrutte dal dolore, schioccate da un tale massacro insensato.
Eravamo scappate per tunnel oscuri, che non avevo mai percorso prima, e nel caos avevo perso di vista mia madre. C’era un buio impenetrabile, e cosi mi ero rifugiata tremante in una nicchia, non sapendo cosa fare.
Ero spaventata, fragile nel mio esile corpo, tremante nel mia sottile veste dorata.
Non sapevo dov’ero finita.
Di colpo avevo udito delle voci. Grugniti, risate diaboliche.
Una torcia era apparsa come dal nulla, scovandomi dal mio nascondiglio. Un braccio forte e muscoloso, pieno di cicatrici e grosso almeno cinque volte il mio, mi aveva sollevata per un polso.
– E questa chi è? – aveva grugnito un vecchio mercenario barbuto, con sporchi capelli grigi e un orribile occhio di vetro, fissandomi con uno strano ghigno.
Un terrore profondo mi aveva scosso dalla testa ai piedi. Non era solo oltretutto, con lui c’erano quattro compagni. E avevano tutti uno sguardo per niente rassicurante.
Cercai di liberarmi il polso, ma la presa era forte.
– Lasciami! – gli urlai in faccia.
L’uomo scoppiò in una fragorosa risata.
– Se no cosa mi fai piccola elfetta ? – mi derise lui.
In quel momento qualcosa mi sfiorò il viso, un’ondata di calore.
Una fiammata avvolse il viso del mercenario che mi lasciò, indietreggiando e urlando di dolore, mentre cercava di spegnere le fiamme.
Sentii il rumore di asce che venivano impugnate, spade sguainate e grugniti di rabbia.
Mi guardai alle spalle, in cerca del mio salvatore.
Mia madre con le mani avvolte dalle fiamme e gli occhi ardenti come due tizzoni guardava decisa e ferma verso di noi.
– Via! – mi urlò.
Non fui abbastanza veloce. Un’altra mano pelosa mi afferrò per una spalla.
Presi con rabbia la mano e l’uomo mi lasciò, scottato dal mio tocco.
Corsi verso mia madre. Lei continuava a recitare misteriose parole, e il suo viso era trasfigurato dalla concentrazione.
Io conoscevo ancora poco delle arti magiche di cui mia madre faceva uso, anche se avevo i suoi stessi poteri nel mio corpo.
Pero volevo aiutarla. Dovevo farlo. Non sarei mai scappata, non sarei dovuta neanche fuggire nei sotterranei…avrei dovuto combattere al villaggio, con mio padre.
Anche a costo della vita.
– Streghe!! – urlarono i mercenari.
Mi concentrai e puntai una mano verso di loro.
In quel momento mia madre si voltò verso di me e mi guardò con gli occhi pieni di dolore. Fù l’ultima volta che la vidi.
Il buio mi avvolse.
Quando mi risveglia era notte. Erano passate quindi più di 12 ore dalla battaglia, cominciata alle prime luci dell’alba.
E non ero più al villaggio.
Ero sola, in mezzo a quello che sembrava un bosco. Non mi era famigliare.
Confusa mi alzai. La veste strappata e sporca, i piedi e le braccia infreddoliti e doloranti.
I piedi affondavano nel terreno fangoso.
Di fianco a me c’era un piccolo pugnale argentato. Era di mia madre, lo riconobbi.
Lo raccolsi.
Un brivido mi percorse. Non sapevo dov’ero, ma la certezza che tutti quelli che conoscevo fossero morti mi travolse.
Sentivo la disperazione minacciosa che stava per sopraffarmi, quando davanti a me apparve una figura così splendida, così…rassicurante che non potei fare altro che osservarla, incapace di pensare ad altro, e si perdevano i sentimenti cupi che stringevano il mio cuore.
Strinsi il ciondolo blu a forma di lama che portavo al collo ammaliata.
La creatura era un magnifico unicorno alato, di un bianco cosi candido da risplendere nella notte, perfetto, incredibile.
Mi si avvicinò, con le ali ripiegate sui fianchi, la criniera fluttuante come seta.
Poi quando mi fu cosi vicino da poter avvertire il suo calore, scomparve. Sbattei le palpebre confusa, e guardai nel buio.
Non c’era più niente…. Anzi no. C’era una luce ..infondo..
Il mio sguardo acuto ora riusciva a scorgere luci poco distanti, e delle mura.
Cosi carica di una forza corsi da quella parte.
Fu cosi che giunsi in capitale.
Mi sveglia quel mattino, il mattino seguente ai tristi eventi narrati, nella catapecchia in cui avevo trovato rifugio con la luce dell’alba che mi illuminava il volto, passando a fatica dalla sporca e unica finestra che c’era nella stanza.
Avevo dormito nonostante i mille pensieri che mi affollavano la mente e che quel mattino sembravano ritornare più forti e dolorosi che prima.
Avevo perso tutti. E non sapevo neanke perchè…anzi..non ero neanche sicura di aver perso tutti…magari i miei erano presentimenti sbagliati..
Dovevo scoprirlo, chiedere…
Spalancai gli occhi una strana sensazione mi spinse ad alzarmi.
C’era qualcuno. Una figura incappucciata sedeva in un angolo della stanza.
Afferrai il pugnale e balzai in piedi.
– Chi siete!? – dissi, tentando di apparire minacciosa.
L’uomo fece silenzio per alcuni istanti.
– Un amico di vostra madre. –
Spalancai gli occhi per lo stupore.
– Lei è viva! Vi manda lei ?- esclamai gioiosa lasciando cadere il pugnale e avvicinandomi all’uomo.
L’uomo non rispose.
Mi fermai e lo fissai .
– Mi manda lei, ma non vi porto notizie liete.-
Scossi il capo ..no.. non era vero…non era…
– Vostra madre mi ha contatto…con il pensiero…dopo avervi mandata lontano dalla battaglia. –
Ecco come ero arrivata li. In capitale..un luogo cosi distante dal mio villaggio…mi ci aveva portato mia madre con la magia…e doveva avermi tramortita per evitare che non glielo lasciassi fare..
. Mia madre…lei è… –
– ..purtroppo si. Vengo dal vostro villaggio. E’ distrutto, non e sopravvissuto nessuno. Mi dispiace madama khyrah.-
L’uomo abbassò il capo, nascondendo ancora piu il suo viso che gia non si scorgeva, sotto un pesante cappuccio. Mi lascia cadere sul mio giaciglio. Il mio presentimento era corretto.
– …è stata un pareggiamento dei conti nei confronti di vostro padre da parte di un’oscura setta contro cui lui ha combattuto, uccidendone molti associati. –
Il mio sguardo cadde sul pugnale di mia madre, e gli occhi cominciarono a bruciarmi in modo insopportabile.
Non mi potei trattenere e scoppiai in lacrime.
L’uomo lasciò che mi sfogassi, prima di riprendere il suo discorso.
– Vostra madre mi ha chiesto di accompagnarvi dal capo della gilda dei maghi, l’anziana Mallysta…si prenderaà lei cura di voi e vi insegnerà l’arte….e di abbandonare la tristezza del passato e guardare alle gioie del futuro.-
Con gli occhi ancora pieni di lacrime annui verso di lui.
– Conducetemi da lei. Voglio imparare tutto, e un giorno vendicare la mia famiglia, e cancellare il male che lambisce queste terre. –
L’uomo non disse nulla, ma si alzò.
Mi alzai anch’io e mi pulii il volto, sistemandomi e raccogliendo le mie cose.
Cosi quel giorno conobbi Mallysta, che si occupò di me negli anni seguenti, crescendomi e insegnandomi le arti magiche. Non rividi più l’uomo misterioso e non seppi mai chi fosse.
In quel periodo affrontai le mie prime avventure. Conobbi motti amici, con cui passai parecchi momenti divertenti, e soprattutto che diventarono per me una nuova famiglia, anche se il ricordo dei miei genitori e degli abitanti del mio villaggio non svanì mai dal mio cuore.
Fu discorrendo con i miei compagni che venni a conoscenza degli UA, e capii subito che quella era la strada che dovevo seguire. Un clan di cuori coraggiosi e amici fedeli l’un l’altro, che combattevano il male. Unicorni Alati…non potevo cancellare dalla mia memoria l’incontro fatto tempo prima con quella creatura meravigliosa…era forse un segno del destino?
Così attesi alla taverna dell’Unicorno e del Leone che in capitale era la più frequentata per parecchie notti, a volte fino a restare l’ultima, che giungesse qualcuno di loro con cui potessi parlare.
Una notte piuttosto fredda mentre mi avviavo verso la taverna vidi una figura venire da nord, avvolto in un mantello.
Qualcuno lo salutò con una riverenza e con un ’salve Nolthe!’.
Spalancai gli occhi per la sorpresa quando udii quel nome.
Era un Ua ne ero sicura.
Mi feci coraggio e andai verso di lui. Lo raggiunsi e gli feci una riverenza.
Nolthe mi guardò stupito e io sorrisi un po’ imbarazzata.
– Salve signore…io sono khyrah? – gli dissi.
Lui sorrise.
– Piacere – gli dissi chinando il capo.
– Nolthe, piacere mio –
– Voi siete ..un UA? –
Nolthe sembrò spiazzato dalla mia domanda.
– Perché me lo chiedete ? –
– Vorrei entrare nel vostro clan ma non so come fare… –
Sorrisi imbarazzata.
Nolthe mi guardò negli occhi serio.
– Volte diventare UA? Come mai…cosa vi ha spinto a questa scelta? –
– voi siete…i buoni no? –
Nolthe sorrise.
– Ci sono altri clan che agiscono con fini buoni…-
Non conoscevo questi altri clan, ma sentivo che gli UA erano quelli per me.
– Vi prego…parlatemi degli UA.. –
Nolthe si aggiustò il mantello e poso il carico che aveva sulle spalle.
– D’accordo…vi racconterò un po di noi..delle qualità che abbiamo, dei sentimenti che ci legano e animano, giovane khyrah, e se vorrete vi condurrò a vedere la nostra sede. Vedo che il vostro e un desiderio forte… –
Nolthe mi sorrise
Annuii felice.
Quella fu una serata piuttosto lunga, ma molto interessante, che mi convinse ancora di più a voler entrare negli UA, e poco tempo dopo divenni aspirante e cominciai a conoscere molti nuovi compagni simpatici.
Nuove avventura mi attenderanno con loro, e forse un giorno potrò lanciarmi in una gloriosa battaglia al fianco di questi valorosi cavalieri, Ua come loro, in nome della giustizia e dell’amicizia !